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    “DJOKOVIC È UN LUPO SERBO, UN FUORICLASSE, DI QUELLI CHE ANTIPATICI NON SONO MAI” – ALDO CAZZULLO MENA FENDENTI CONTRO GLI ANTIPATIZZANTI DI NOLE: “SINNER E ALCARAZ DOMINERANNO LA SCENA NEI PROSSIMI ANNI. MA NON HANNO ANCORA E PROBABILMENTE NON AVRANNO MAI LA FEROCIA AGONISTICA E LA FORZA MENTALE DI NOVAK DJOKOVIC. IL SERBO HA COMMESSO ERRORI GRAVI, DALLA PALLINA TIRATA ADDOSSO A UN RACCATTAPALLE AL RIFIUTO DELLA VACCINAZIONE, MA…”


     
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    Dal “Corriere della Sera” - Estratti

     

    ALDO CAZZULLO 33 ALDO CAZZULLO 33

    Caro Aldo, grande Djokovic o concorrenza scarsa?

    Propendo per la seconda opzione

     

    (...)

     

    A lei che in un suo articolo parlando di Djokovic scrisse: «Come si fa a non amare uno così?», vorrei fare notare che sul 5-2, 15-0 del primo set, il serbo ha esultato calcisticamente su un errore di Sinner (beccandosi i fischi del pubblico. Nel tennis è educazione rispettare l’avversario, specie se è inferiore). Ha mai visto Federer o Nadal fare altrettanto?

     

    Risposta di Aldo Cazzullo

    djokovic finals di torino djokovic finals di torino

     

    (...) Non sono d’accordo. Se parliamo di tennis, e non di fisco, Jannik Sinner è un ottimo giocatore. Lui e Carlos Alcaraz domineranno la scena nei prossimi anni. Non hanno ancora e probabilmente non avranno mai la ferocia agonistica e la forza mentale di Novak Djokovic; ma se è per questo neppure Roger Federer le aveva.

     

    Djokovic ha subìto e perso con una certa regolarità soltanto contro Nadal sulla terra battuta; anche se, su tre sconfitte al Roland Garros — contro 112 vittorie, statistica al di fuori del genere umano —, due sono state inflitte a Rafael proprio da Novak.

     

    Al Roland Garros i due si incontrarono per la prima volta il 7 giugno 2006. Nadal, vincitore del torneo nel 2005, aveva appena compiuto vent’anni, Djokovic diciannove. Quasi coetanei, entrambi dei Gemelli, come Dante e Nicole Kidman, avevano una certa simpatia reciproca; Djokovic mi ha raccontato che erano andati anche qualche volta a cena insieme. Quella volta sul campo però il serbo fu molto aggressivo.

    djokovic sinner djokovic sinner

     

    Lo spagnolo aveva già un ricco contratto con uno sponsor e il suo diminutivo, Rafa, scritto sulla tomaia delle scarpe. Djokovic provocatoriamente scrisse il suo, Nole, in pennarello. Perse i primi due set, poi si ritirò, ma in conferenza stampa fece lo sbruffone: «Ero in controllo del match. Nadal si può battere, anche sulla terra, e lo batterò». È il suo modo di caricarsi: individuare un nemico, e affrontarlo con atteggiamento da guerriero, talora provocando il pubblico per abbeverarsi al tifo contrario.

     

    A volte ha commesso errori gravi, dalla pallina tirata involontariamente addosso a un raccattapalle, che gli costò l’espulsione dagli Us Open del 2020, al rifiuto della vaccinazione, che in Australia lo portò in una sorta di carcere. Ma Djokovic è un fuoriclasse, di quelli che antipatici — almeno a mio avviso — non sono mai: come i cavalli da corsa, come i falchi da preda. E come il lupo serbo che incontrò nel bosco da ragazzo. Novak Djokovic è una belva da combattimento, per giunta intelligentissima.

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