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    CONTE, UN BUCO CON LA POCHETTE INTORNO - CECCARELLI: “LA FOTO DI CONTE CON LA SUA OLIVIA, CHE HA L’ARIA DI CHI NON DESIDERAVA PRESTARSI A QUESTO GENERE DI SERVIZI FOTOGRAFICI, DISPIEGA IL MISTERO META-CONIUGALE DELL’AVVOCATO - L’IMMAGINE DEL PRESIDENTE HA GUADAGNATO UNA SPINTA ECCESSIVA, UN’IMPRESSIONANTE ACCELERAZIONE CHE LO TRASFORMAVA IN UN SOGGETTO POLITICAMENTE VUOTO, MA DEFINITIVAMENTE PERFORMATIVO, SECONDO LE LOGICHE VISIVE DELL’OFFERTA E DEL CONSUMO”


     
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    Filippo Ceccarelli per “il Venerdì - la Repubblica”

     

    giuseppe conte olivia paladino giuseppe conte olivia paladino

    Non tutte le auto-paparazzate riescono col buco. Questa studiata epifania del presidente Conte, per dire, “sorpreso” da Chi con “la sua Olivia” a far la spesa meritava un approfondimento se non altro per la postura e per l’espressione di lei, che a braccia incrociate ha tutta l’aria di chi non è che proprio desiderasse prestarsi a questo genere di servizi fotografici, ma pazienza: si sa come sono fatti gli uomini, e i maschi politici ancora di più.

    giuseppe conte olivia paladino giuseppe conte olivia paladino

     

    Senza entrare nelle circostanze – vere e presunte, pretese e immaginarie – che l’hanno determinata, l’immagine infatti da un lato dispiega il mistero meta-coniugale dell’avvocato del popolo, di cui scrive Marianna Aprile nel suo recentissimo Il grande inganno: first lady, nemiche perfette ed eroine silenti, così la politica nasconde le donne (Piemme); e dall’altro conferma come la trasparenza, lungi dall’essere reclamata e praticata a proposito dei processi decisionali del potere (collocazione internazionale dell’Italia, Ilva, Alitalia, Mes, Mose, prossime nomine, eccetera), trova slancio e applicazione quasi solo negli impicci del gossip, a loro volta sempre più condizionati da inediti e impudichi fenomeni di autoesposizione. Ma pazienza anche su questo.

    OLIVIA PALADINO E GIUSEPPE CONTE OLIVIA PALADINO E GIUSEPPE CONTE

     

    Il punto più interessante è che mentre il tenutario di questa bislacca rubrichetta si lambiccava il cervello attorno ai precedenti e allo statuto del self-gossip, tanto più se ambientato nel set rassicurante del supermercato, l’immagine del presidente Conte guadagnava una spinta propulsiva ed eccessiva, un’impressionante accelerazione che lo trasformava in un soggetto politicamente vuoto, ma definitivamente performativo; passaggio attuato secondo le logiche visive dell’offerta e del consumo, parola che potrebbe far suonare un campanellino alle orecchie dello spin doctor Casalino.

     

    E insomma in pochi giorni si è visto in foto Conte che si tappava le orecchie, e Conte con la bacchetta che dirigeva l’orchestra, e Conte con la vanga che piantava l’albero, e Conte con il grembiule che impastava la cioccolata, e Conte che mangiava l’hamburger sullo sfondo dei grattacieli, e Conte sommelier che faceva cin cin, e Conte operaio con il casco e gli occhialoni e il trapano, e Conte, Conte, Conte...

    GIUSEPPE CONTE E ROCCO CASALINO GIUSEPPE CONTE E ROCCO CASALINO

     

    E neanche il tempo di riflettere sulle forme espressive della post-politica, né di ricordare che doveva essere «un anno bellissimo», ed ecco che Conte si portava avanti per Natale perfezionando il suo Almanacco sentimental: con i negretti in braccio, con i bimbi malati e nella casa della sua infanzia, dove giocava nella vasca da bagno con le paperelle. Che poi ci si sente anche cinici a interpretarla in questo modo, ma nel tempo dell’autopromozione illimitata chi ci salverà più, chi ci salverà mai dalla benevolenza del potere?

     

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