CECCHI 1
Davide Vecchi per il “Fatto Quotidiano”
A Firenze, negli ambienti che hanno visto nascere e crescere politicamente Matteo Renzi, da qualche giorno gira un vecchio proverbio toscano: “Fa come le monache di Prato, che si scoprano i' culo per coprirsi il capo”.
Così viene sinteticamente illustrata la (per alcuni) facile previsione di ciò che porterà la strana alleanza tra il premier e Denis Verdini. Sotto Palazzo Vecchio c’è chi li conosce talmente bene da spingersi ad azzardare certezze. E vedere nel premier una monaca di Prato: è Umberto Cecchi.
MATTEO E TIZIANO RENZI
Cresciuto a pane e politica nel salotto di Giovanni Spadolini quando era presidente del Senato; poi diventato amico di Silvio Berlusconi, Cecchi è stato eletto parlamentare di Forza Italia nel 1994 e infine è diventato direttore de La Nazione, dove aveva trascorso una ventina d’anni da inviato speciale. A Firenze, Cecchi è ancora oggi ritenuto uno degli uomini più potenti della città.
Incarna da sempre quell’incrocio –un tempo ritenuto alto – tra massoneria, imprenditoria, nobiltà e politica dove hanno trovato la fortuna (i voti) prima Verdini e poi Renzi. “Pensi che quando l’ho conosciuto io, Denis lo chiamavano ‘Perdini’ perché si candidava con il Partito repubblicano e prendeva una manciatella di voti, ma mi stava simpatico, era sveglio, intelligente, capace e pratico e l’ho fatto eleggere in Regione per Forza Italia e sdoganato: purtroppo è poi diventato un cinico arrivista ma sa fare bene i suoi conti, quindi fossi in Renzi non dormirei sonni tranquilli”.
VERDINI RENZI
Ha preso il nemico in casa?
Sono identici. Due schiacciasassi: farebbero fuori chiunque si metta sulla loro strada. Quindi finiranno per eliminarsi e ne rimarrà solamente uno.
Chi?
Dipende da quanto importante Verdini sarà per Renzi. E Denis pare sia già indispensabile, quindi la previsione è facile.
Non starà sottovalutando il premier?
Renzi è un affabulatore, riuscirebbe a vendere qualsiasi cosa, ma la politica non è un set di pentole e con tante parole e zero fatti resta il fumo; Verdini è uno pratico che non mostra mai una cosa se prima non ce l’ha. Non rischia mai di bruciarsi. Chi rimarrà dei due, dunque?
Eppure lei dovrebbe tifare per Renzi: con Denis avete rotto i rapporti da anni.
Sì, mi ritenne responsabile della pubblicazione su La Nazione della notizia di un’indagine che lo riguardava. Io ero il direttore. Una delusione profonda.
MATTEO RENZI E DENIS VERDINI
A parte che ero in vacanza – ma avrei comunque pubblicato la notizia –ciò che mi ha colpito è stata la superficialità del gesto. E pensare che deve in gran parte a me la sua seconda, importante vita: quella politica. Quella post macellai, banche, uffici di commercialista. Su questo non c’è dubbio.
Gran parte?
Non mi sembra bello entrare in particolari, dico solamente che l’ho portato in Forza Italia, sostenuto in ogni modo in Regione, l’ho sdoganato negli ambienti che contano in termini di voti, gli ho presentato imprenditori, professionisti. Insomma mi creda sulla parola, non vorrei annoiarla con nomi e dettagli.
VERDINI E RENZI due
La prego: provi ad annoiarmi.
Dovrei raccontarle delle cene in cui lo portavo a Roma insieme a Vittorio Dotti (compagno di Stefania Ariosto e fondatore di Forza Italia, ndr) o di come mi scontrai con Tortoli, all’epoca potente coordinatore di Forza Italia, che di Verdini capì subito la natura e mi disse: “Quello se gli dai un dito prende tutto”. Né mancava più tardi da parlamentare quando esibiva Dell’Utri a destra e manca. Prima che storia e magistratura lo cancellassero. Ma d a D el l ’Utri aveva imparato molto.
Ne parla come fosse prevedibile. Mai stupito?
CECCHI
L’unica cosa che mi ha davvero meravigliato di Verdini: gli chiesi perché si fosse tagliato i baffi rispose per far piacere a Berlusconi, ché della gente con i baffi non si fidava.
Ora mi annoierà con Renzi, immagino
Il nuovo sindaco, il nuovo leader del Partito democratico e folgorante primo ministro del nostro Paese? Mi deve qualcosa anche lui si. Moralmente, si capisce. Si è abbeverato alla stessa fonte di voti di Denis. Mi deve incontri e contatti, cene a quattro’occhi, dibattiti, che gli valsero poi un aiuto notevole di importanti grandi elettori di centrodestra, sia nelle primarie sia nelle elezione a sindaco.
Nomi? Ne facciamo?
Non mi sembra il caso.
Grandi elettori di centro destra e la massoneria?
Lei ne è stato un esponente importante . Escludo che Verdini sia massone, così come escludo che lo sia Renzi. Ma è cambiata anche la massoneria, una volta quella toscana era potente, ora non più. Ma ha dato il contributo che poteva e doveva.
VERDINI BERLUSCONI
Lei sembra conoscere le vicende dell'accoppiata benissimo ma perché solamente ora racconta tutto questo? Dopo aver sostenuto l'ascesa di entrambi, come dice, perché svelarne ora questi retroscena?
Perché ritengo sia necessario. Siamo arrivati a una stagione politica fatta esclusivamente sul tornaconto personale.
Quello che racconta non mi pare altruistico però. Non è che si è ritrovato schiacciato da Verdini e ha parecchi denti avvelenati?
Oggi (ieri, ndr) compio 75 anni. Avessi voluto vendicarmi l’avrei già fatto e di certo non con una innocua intervista. Ci sono metodi più incisivi, ma non vale la pena.
SILVIO BERLUSCONI DENIS VERDINI
Detta così sembra sappia di t u t to.
Sto scrivendo un libro, il ventesimo credo ormai, e mi sono reso conto di quanto sia finita l’era dei valori, delle contrapposizioni anche forti ma sempre nel rispetto degli avversari. Ora è tutto solo un mezzo per fini individuali.
Quanto può durare?
Il Governo Renzi? Così com’è lo vedo in difficoltà. Lui è bravo a parlare. Parla, parla e solo dopo si accorge degli eccessi di quanto ha detto. Non lo fa con cattiveria, è un entusiasta, si convince da solo di quello che dice. Ma non ha mantenuto nulla e le persone lo vedono: resta il fumo.
VERDINI RENZI BERLUSCONI CECCHI