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    UNA "RONDINELLA" NON FA PRIMAVERA - MASSIMO CELLINO STA PER ESONERARE PIPPO INZAGHI DALLA PANCHINA DEL BRESCIA, PER TESSERARE EUGENIO CORINI, NONOSTANTE LA "CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA" NEL CONTRATTO DI "SUPERPIPPO" - IL TECNICO NON PUÒ ESSERE CACCIATO SE LA SQUADRA OCCUPA UNA POSIZIONE VALIDA PER I PLAYOFF, MA CELLINO VORREBBE APRIRE UN CONTENZIOSO LEGALE PER LIBERARSI DI LUI - IL PRESIDENTE SI CONFERMA UN "MANGIA ALLENATORI": IN TRENT’ANNI NE HA ESONERATI 45…


     
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    Tullio Calzone per il “Corriere dello Sport”

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    Cellino oltre la “clausola di salvaguardia” che certamente non blinderà il Brescia in questo finale di stagione che di tutto avrebbe bisogno tranne che di una crisi tecnica al buio invece di nuovo dietro l’angolo. Questa volta il patron del Brescia è ostinato ad arrivare sino in fondo e portare a termine questo tormentato rapporto con Pippo Inzaghi che dava segni d’usura prima ancora di nascere, se è vero come è vero che sin dagli albori di questa stagione scricchiolava rumorosamente.

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    Ma dopo la crisi di inizio febbraio, rientrata proprio per la “clausola di salvaguardia” che il tecnico piacentino aveva voluto nel contratto (esonero impossibile se la squadra è nel perimetro playoff) questa volta SuperPippo potrebbe non avere scampo. Cellino vuole tesserare Eugenio Corini, dopo il rifiuto di Lopez di febbraio, e poi ingaggiare un contenzioso legale con Inzaghi in un Collegio Arbitrale dal risultato incerto soprattutto per il patron sardo non nuovo nel tempo a incursioni del genere che rischiano, tuttavia, di minare alla base il buon esito di questa stagione in cui il Brescia è stato sempre protagonista.

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    Inzaghi, infatti, ha chiuso l’andata a 37 punti, al 2º posto alla pari con il Lecce e alle spalle del solo Pisa (38). Nel girone di ritorno ha conquistato, invece, 17 punti ed è decimo. Ma sempre in zona A, e tra le prime due della classifica per 1.333 minuti (solo Pisa e Lecce hanno fatto meglio). Le Rondinelle state prime da sole per 331 minuti.

     

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    Sono quattro le giornate di questo torneo con il Brescia capolista, alla 12ª, alla 13ª, alla 15ª d’andata e alla 6ª di ritorno. Ma se, d’altra parte, in trent’anni da presidente tra Cagliari, Brescia e Leeds Cellino ha esonerato ben 45 allenatori e solo Mazzone, Tabarez, Clagluna, Arrigoni e Allegri l’hanno fatta franca, il problema è evidentemente altrove, non certamente nei numeri di Inzaghi che parlano anche stavolta da soli.

     

    CRISI AL BUIO

    Sfugge, comunque, a ogni logica l’interruzione del rapporto con l’ex allenatore del Benevento che ha firmato il ritorno in A della Strega due anni fa a colpi di record, sbriciolandone alcuni addirittura della Juventus. Un azzardo destabilizzante con la squadra in piena corsa per la A a 7 giornate dalla fine della stagione regolare e con più di uno scontro diretto a proprio favore in archivio (Benevento e Cremonese) e altri due da giocare (Pisa e Monza fuori casa, dove il Brescia ha il miglior rendimento in B), dopo i recenti di Lecce e col Benevento conclusi con due punti preziosi. Ma a Cellino non è proprio andato giù quel pari incassato a contro il Pordenone di Tedino che, benché sia a un passo dalla retrocessione diretta, a onor del vero, sta dando filo da torcere a tutti.

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