Estratto dell’articolo di Iacopo Scaramuzzi per www.repubblica.it
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L’autorità ecclesiastica può prendere in considerazione e valutare la richiesta dei familiari di conservare una “minima parte” delle ceneri di un defunto in un luogo significativo per la storia della persona morta. E’ quanto afferma il dicastero vaticano per la Dottrina della Fede rispondendo a due quesiti dell’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi a proposito dei fedeli defunti sottoposti a cremazione.
I quesiti di Zuppi
Il porporato, rende noto Vatican News, a fronte del “moltiplicarsi della scelta di cremare i defunti” e di disperdere le ceneri in natura, anche per “non far prevalere i motivi economici, suggeriti dal minor costo della dispersione, e dare indicazione per la destinazione delle ceneri, una volta scaduti i termini per la loro conservazione”, volendo “corrispondere non solo alla richiesta dei familiari, ma soprattutto all’annuncio cristiano della risurrezione dei corpi e del rispetto loro dovuto” ha presentato queste domande.
il cardinale matteo maria zuppi a cinque minuti 5
La prima: “Tenuto conto del divieto canonico di disperdere le ceneri di un defunto – analogamente a quanto accade negli ossari – è possibile predisporre un luogo sacro, definito e permanente, per l’accumulo commisto e la conservazione delle ceneri dei battezzati defunti, indicando per ciascuno i dati anagrafici?”. E la seconda: “Si può concedere ad una famiglia di conservare una parte delle ceneri di un familiare in un luogo significativo per la storia del defunto?”. Il dicastero, con un testo a firma del cardinale prefetto Victor Fernandez, approvato da papa Francesco il 9 dicembre, risponde affermativamente.
ceneri
[…] Ora, spiega il cardinale Fernandez, “posto che venga escluso ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista e che le ceneri del defunto siano conservate in un luogo sacro, l’autorità ecclesiastica, nel rispetto delle vigenti norme civili, può prendere in considerazione e valutare la richiesta da parte di una famiglia di conservare debitamente una minima parte delle ceneri di un loro congiunto in un luogo significativo per la storia del defunto”.
[…] “La nostra fede ci dice che risusciteremo con la stessa identità corporea che è materiale”, spiega la Dottrina della fede, anche se “quella materia sarà trasfigurata, liberata dai limiti di questo mondo. In questo senso, la risurrezione sarà in questa carne nella quale ora viviamo”.
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Ma questa trasformazione “non implica il recupero delle identiche particelle di materia che formavano il corpo”. Perciò il corpo del risorto “non necessariamente sarà costituito dagli stessi elementi che aveva prima di morire. Non essendo una semplice rivivificazione del cadavere, la risurrezione può avvenire anche se il corpo è stato totalmente distrutto o disperso.
Ciò ci aiuta a capire perché in molti cinerari le ceneri dei defunti si conservano tutte insieme, senza mantenerle in posti separati”. Il dicastero sottolinea poi che “le ceneri dei defunti procedono da resti materiali che sono stati parte del percorso storico vissuto dalla persona, al punto che la Chiesa ha particolare cura e devozione circa le reliquie dei Santi.
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Questa attenzione e memoria ci porta anche a un atteggiamento di sacro rispetto” verso le ceneri, che “conserviamo in un luogo sacro adatto alla preghiera”. Al cardinale Zuppi il dicastero vaticano risponde pertanto che “è possibile predisporre un luogo sacro, definito e permanente, per l’accumulo commisto e la conservazione delle ceneri dei battezzati defunti, indicando per ciascuno i dati anagrafici per non disperdere la memoria nominale”. L’intervento e la valutazione dell’autorità ecclesiastica, precisa lo stesso dicastero ai media vaticani, “non rivestono soltanto un carattere canonico ma anche pastorale, per aiutare la famiglia a discernere sulle scelte da fare, tenendo conto di tutti i fattori”.
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