1.BRUNETTA: FORZISTI CON DELLA VALLE? “INVENZIONE PURA”
Colloquio con Renato Brunetta di Francesco Bonazzi
renato brunetta ascolta deborah bergamini (2)
Professore, dopo Bologna c’è il rischio che i moderati vi salutino?
“Ma sta scherzando? Questo è il mondo alla rovescia. Renzi rottama il Pd, gli nasce un nuovo partito a sinistra che fa già dichiarazioni minacciose come quella di allearsi con Grillo ai ballottaggi e noi siamo qui a parlare di presunte praterie che si aprono nel centrodestra? Le praterie sono nel centrosinistra, perché Renzi ha mollato il fronte sinistro, ha perso colletti blu e pensionati, e non ha ancora conquistato il centro.
Sicuro che non stia sfondando al centro?
BRUNETTA ITALICUM
“Non sono assolutamente convinto che gente come Alfano e Verdini gli aprano le porte del centro. Di sicuro gli chiudono quelle della sinistra. Per cui Renzi rischia di trovarsi in mezzo al guado con il suo partito di opportunisti. Cioè, qui la novità è che Renzi rischia di arrivare terzo alle prossime Politiche, dietro al centrodestra unito e ai grillini”.
Torniamo al centrodestra…
salvini (d), con silvio berlusconi e giorgia meloni sul palco allestito in piazza maggiore a bologna 77
“Mi fa ridere leggere sui giornaloni di fischi a Berlusconi a Bologna, che non ho sentito, o di “lepensimo” di Salvini che ci farebbe perdere voti moderati. Era molto più estremista Bossi nel ’94, che poi con Berlusconi divenne riformista. Salvini è un politico equilibrato, intelligente, che sa parlare al suo popolo, che è lo stesso popolo con cui governiamo da 21 anni a Roma e in tutto il Nord“
Quindi con Salvini non rischiate di perdere consensi?
“Assolutamente no. Insisto, le praterie sono a sinistra. Ci sono milioni di persone amareggiate dalle politiche di questo governo. Ci sono 18 milioni di pensionati gettati nel panico dalle riforme minacciate da Boeri. Ci sono larghi strati della popolazione preoccupati per la sicurezza, per la gestione dell’immigrazione e per le politiche sociali. Per non parlare di tutti quei cattolici che votavano a sinistra e certo non apprezzano il tentativo di equiparare le unioni civili alle famiglie tradizionali”.
salvini (d), con silvio berlusconi d
Oggi “Repubblica” scrive che “pezzi da novanta” di Forza Italia, insieme a ex Ncd e Fittiani, sono in marcia verso un Papa straniero che in questo caso avrebbe i pallini sotto le suole, un certo Della Valle.
“Falso. Invenzione pura. La solita invenzione di chi vuole avvelenare i pozzi. Quando un giornale che vuole essere importante deve far ricorso alla fantasia significa che è alla frutta. Alla frutta il giornale e i mandanti”.
TITO BOERI
Ma lei vede un asse tra Carlo De Benedetti e Diego Della Valle?
“Non mi pare che ci sia questo asse. De Benedetti farebbe comunque bene a concentrarsi sui casini che combina il suo Tito Boeri all’Inps, comportandosi come un elefante su un terreno delicato come quello delle pensioni”.
Ma Della Valle ha provato in passato o recentemente ad avvicinarsi a Berlusconi?
“No, dal mio osservatorio di vita parlamentare quotidiana, direi proprio di no. Mai visto nessun approccio di Della Valle. E lo stesso vale per Passera”.
corrado passera
Però Della Valle prepara un partito. Ce lo vede a stringere le mani in un mercato per fare campagna elettorale? Non c’è il rischio che vada a lavarsele ogni due minuti?
“Della Valle è un bravissimo imprenditore. Ho molte delle sue scarpe che sono di ottima qualità e devo anche dire che quando vado al suo spaccio nelle Marche mi fanno pure lo sconto. Quindi non posso che parlarne bene. Come politico lo apprezzo quando parla male di Renzi. Ma la politica fatta bene, come l’imprenditoria, è una cosa seria: non ammette improvvisazione. Vale per Della Valle, per Passera e per tutti gli apprendisti stregoni: il ridicolo è dietro l’angolo. Di Berlusconi ce ne sono pochi”.
2. I MODERATI DI FORZA ITALIA TENTATI DA DELLA VALLE. SCISSIONE PRIMA DEL VOTO
Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
karolina kurkova con diego della valle
«Se si va avanti così, dobbiamo cercare altre sponde». Non ha dubbi il “peso massimo” berlusconiano: i moderati di Forza Italia sono pronti a dire addio all’ex Cavaliere. Dopo la svolta “leghista”, le colombe azzurre guardano a Diego Della Valle.
Puntano tutto sulla sua discesa in campo. E pianificano la scissione. Proprio a Mister Tod’s si sono rivolti in queste ore pezzi da novanta di FI, alcuni big del Nuovo centrodestra, i Conservatori di Fitto e il movimento di Flavio Tosi. L’idea dei potenziali transfughi è raggruppare in un unico listone gli “orfani” del patto di Bologna. Voltando le spalle, una volta per tutte, all’anziano leader di Arcore.
Panico da Lega, fuga da Forza Italia. Nel partito di Silvio Berlusconi è l’ora del caos. L’aver consegnato le chiavi della coalizione a Matteo Salvini ha gettato nello sconforto buona parte dello stato maggiore. L’incubo si chiama Italicum. Senza ritocchi, la legge elettorale voluta da Matteo Renzi impone un listone unico. L’ex premier e Salvini hanno già un accordo di massima per presentarsi uniti sotto le insegne di una nuova “Lega Italia”.
Un contenitore a trazione padana, guidato da un leader che ieri, dopo gli scontri di Bologna, se n’è uscito così: «Sono già liberi i due “bravi ragazzi” dei centri a-sociali arrestati. La “giustizia” italiana mi fa schifo» (E pure Angelino Alfano si infuria: «L’opinione pubblica giudicherà»; parole che «stupiscono» l’Anm).
diego della valle sale in barca
Toni radicali, quelli del leghista, che spaventano le colombe berlusconiane. Ma c’è dell’altro. Anche volendo immaginare un boom di consensi, al capo di FI spetterebbero tra Camera e Senato trenta, trentacinque posti al massimo. Troppo pochi per salvare tutti i fedelissimi, pochissimi poi per garantire le attuali truppe parlamentari.
«Ma questo è lo scenario apocalittico – ragiona Maurizio Gasparri – E comunque tutto dipenderà dai rapporti di forza nella coalizione. Io sono per l’alleanza con la Lega, ma non sono favorevole alla leadership di Salvini. Sta a Berlusconi tornare a impegnarsi in modo più intenso».
diego della valle
Una parola. L’ex Cavaliere non sembra intenzionato a spendersi più come un tempo. La sede del partito è deserta da mesi. I dipendenti sono finiti in cassa integrazione e la tesoriera Maria Rosaria Rossi continua a lamentare buchi di bilancio: «Rendiamo pubblici gli elenchi dei morosi». Come se non bastasse, ieri l’ex premier ha riunito i vertici delle imprese per il consueto summit del lunedì. E di fronte ai tormenti di Fedele Confalonieri - convinto come Gianni Letta della necessità di riannodare il dialogo con Palazzo Chigi - ha tagliato corto: «Renzi non mantiene la parola, non ha senso inseguirlo».
La trama di Della Valle coincide con l’ultima spiaggia dei moderati azzurri. Non possono accettare che Berlusconi diventi il gregario del Carroccio, non si sentono garantiti. Soprattutto nel partito del Nord, dove si concentra la resistenza antileghista più intensa.
DELLA VALLE 1
Non si tratta solo di Romani, che sotto il palco di Bologna è stato sentito lamentarsi così: «Avete visto, lo fischiano. Ora sarete contenti! ». A disagio è l’intero gruppo dirigente di FI: da Giovanni Toti a Maria Stella Gelmini fino a Deborah Bergamini, passando per Maria Rosaria Rossi (tra i principali sponsor del “no” a Bologna) e per molti degli ex An, capitanati da Matteoli. Senza dimenticare Antonio Tajani e gli eurodeputati. Una mezza rivolta, insomma, che Della Valle sfrutterà solo a tempo debito.
angelino alfano 2
L’imprenditore marchigiano ragiona da tempo su un approdo in Parlamento. Contattato, fa sapere di non essere intenzionato a intervenire sulle questioni politiche. Resta il fatto che la svolta a destra di Berlusconi ha aperto praterie. E tutti provano a occupare un territorio lasciato sguarnito dall’ex premier.
Fitto tesse la tela proprio con Mister Tod’s. E anche Gateano Quagliariello, che oggi riunirà i suoi nove parlamentari, è attento a ciò che si muove intorno alle macerie del berlusconismo: «Della Valle? In queste ore tutti parlano con tutti...». Se dovessero nascere gruppi parlamentari autonomi a lui ispirati, non sarebbe necessario raccogliere le firme per le elezioni politiche. E le truppe dell’industriale avrebbero a disposizione i fondi che spettano alle forze politiche rappresentate in Parlamento.
gianni letta gaetano quagliariello
I tempi, in quest’operazione, sono determinanti. Una società di marketing politico ha consigliato all’imprenditore una road map della discesa in campo. Secondo gli esperti, l’annuncio dovrà arrivare solo nove mesi prima delle elezioni. Nel frattempo, Della Valle dovrà dosare le uscite pubbliche per non scomparire del tutto dal dibattito. Un colpo al governo, un colpo al centrodestra a trazione leghista.