Francesco Olivo per La Stampa
SALVINI MELONI BERLUSCONI
La sconfitta nelle città ha lasciato il segno e il centrodestra si avvita sui propri guai. Si litiga e quindi si perdono le amministrative, si litiga e quindi serve un chiarimento, «vediamoci subito», dice Giorgia Meloni, «anche domani, il prima possibile», insiste Matteo Salvini.
C'è un appuntamento fissato? «Non è in calendario», ammette la presidente di Fratelli d'Italia. Sembra facile, insomma, ma se questo benedetto vertice non ha ancora una data è perché stavolta prima di incontrarsi i leader vogliono porre delle basi.
Adesso è troppa la rabbia, troppi gli stracci che volano con accuse reciproche per le città perse in maniera con punte di autolesionismo, prime fra tutte Catanzaro e Verona. Salvini ancora non si dà pace per quei tracolli: «Troppi Comuni persi per divisioni poco spiegabili» Quindi vedersi per dirsi cosa? È la domanda che fa Silvio Berlusconi, che infatti frena ed evita che si stabilisca subito una data concreta.
berlusconi meloni salvini toti
«Credo che ci voglia un po' di tempo, le cose vanno fatte per bene, vanno preparate», dice il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani. L'idea del Cavaliere è quella di lasciar decantare i risentimenti reciproci per poi andare al fondo delle questioni e non solo ai problemi contingenti, come le Regionali in Sicilia. Non un semplice vertice, quindi, ma una sorta di conclave del centrodestra. Il ruolo che il fondatore di Forza Italia ritiene di dover ricoprire è quello del mediatore tra i due "ragazzi" che bisticciano.
Salvini ascolta volentieri i consigli, come dimostra la telefonata con il Cavaliere di lunedì.
La questione però è che Meloni non accetta più questa impostazione. Anzi, da Fratelli d'Italia potrebbe arrivare presto un suggerimento: basta vertici ad Arcore. Come dire, Berlusconi, che da mesi ha ritrovato un rapporto molto solido con Salvini, non è più il federatore e nemmeno, simbolicamente, il padrone di casa («tutti possiamo essere federatori», ricorda l'ex ministro della Gioventù).
E se lunedì la polemica più dura era stata con la Lega, ieri Meloni ha rivolto le attenzioni su Forza Italia, senza tenerezze.
salvini meloni berlusconi
L'occasione sono state le dichiarazioni di Flavio Tosi che, in un'intervista a Repubblica, aveva detto «la Lega dovrebbe smarcarsi da FdI e allearsi con Forza Italia». L'ex sindaco di Verona nel frattempo è entrato nel partito di Berlusconi e quindi la polemica non è personale, ma di coalizione: «Un esponente di Forza Italia dice che il centrodestra dovrebbe liberarsi di FdI, vorrei sapere se questa è la linea del partito», dice Meloni per poi aggiungere «Tosi sembra essere fiero di aver fatto vincere la sinistra, e mi sembra che lo voglia fare anche a livello nazionale».
matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 9
Meloni insiste: «Al vertice chiederò se i nostri alleati vogliono stare nel centrodestra, perché noi non abbiamo altri piani». Il sospetto della leader di Fratelli d'Italia resta lo stesso da tempo: Lega e Forza Italia preferiscono il governo alla coalizione, cosa che, è il timore, potrebbe continuare anche dopo le elezioni, specie in caso di un risultato non così schiacciante a favore del centrodestra. Nel frattempo Meloni rafforza la sua rete internazionale.
Ieri in questo senso è stato un giorno importante, la leader di FdI ha inaugurato la tre giorni romana di Ecr, il partito conservatore europeo di cui è presidente. Una vetrina significativa ma che non vuole essere fatta passare come una sorta di legittimazione, «In Italia sento ancora che si danno delle patenti, si parla di legittimazione di Meloni. Mi sembra una discussione provinciale e strumentale - dice Raffaele Fitto, co-presidente del gruppo Ecr - Quella dei conservatori europei è una delle famiglie più potenti in Europa».
BERLUSCONI MELONI SALVINI
In platea tra gli stucchi dell'hotel Excelsior di via Veneto a Roma, ci sono i rappresentanti di tutti i partiti di Ecr, compresi gli spagnoli di Vox. A differenza di quanto successo nella trasferta spagnola, Meloni non tocca i temi più scivolosi come l'aborto o la famiglia "naturale" e rivendica la scelta di aver impedito la fusione con il gruppo Identità e democrazia di cui fa parte la Lega: «Siamo fieri della scelta che abbiamo fatto, di difendere la nostra specificità, di non rischiare di annacquare la nostra identità». Con Salvini nemmeno in Europa.