1 – DRAGHI SENTE L’EMIRO DEL QATAR
MARIO DRAGHI
Il premier Mario Draghi ha chiamato ieri l'emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani. Lo rende noto Palazzo Chigi spiegando che la telefonata ha riguardato «l'eccellente partenariato bilaterale che continua a rafforzarsi negli anni, la collaborazione energetica e la valutazione della crisi in Ucraina». Dietro l'ufficialità del protocollo non si può non leggere la corsa del governo a cercare fonti alternative al gas della Russia dalla quale importiamo oltre il 40% del nostro fabbisogno di gas.
Tamim bin Hamad Al Thani
È di circa il 10% invece la quantità di gas importato dal Qatar, lì dove il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è andato e ha spiegato: «Stiamo intervenendo con altri Paesi per rafforzare la cooperazione energetica. Lavoriamo per aumentare le nostre forniture di gas nel breve, medio e lungo periodo, per evitare ogni genere di ricatto e avere alternative al gas russo.
Dopo Algeri, sono in Qatar con l'ad di Eni, Claudio Descalzi. Dobbiamo agire in fretta. Sono ore concitate, le bombe continuano a scoppiare in Ucraina, uccidendo centinaia di civili. Questa folle guerra va fermata e possiamo riuscirci solo usando la diplomazia, ma senza arretrare di un millimetro sulle sanzioni alla Russia».
2 - FUGA DAL GAS RUSSO
Alessandro Barbera per “la Stampa”
gasdotti in europa
Aumentare le forniture dei gasdotti di Algeria e Libia, del Tap che trasporta il metano dall'Azerbaijan, intensificare i viaggi di navi carichi di gas liquido dal Qatar. Fino a qualche giorno fa, il governo era rincorso dall'emergenza prezzi. Ora Mario Draghi e il ministro Roberto Cingolani hanno un problema ben più grave: attrezzarsi a rinunciare al gas russo. L'anno scorso la rete dei tubi che entra in Italia dal Tarvisio ha garantito il 40 per cento del fabbisogno. Per liberarsi dallo Zar di Russia bisogna trovarne altrettanto. Il governo ha già deciso di riaprire i pozzi nei mari territoriali, ma secondo i calcoli dell'Eni per risultati apprezzabili occorreranno due anni.
estrazione di gas nel mediterraneo orientale
Si possono aumentare i parchi solari ed eolici, ma anche in questo caso occorre tempo. In caso di emergenza si riattiveranno le centrali a carbone dismesse, ma significa stracciare gli accordi di Parigi sul clima. La strada più semplice resta diversificare le forniture della meno inquinante delle energie tradizionali. Draghi ieri ne ha parlato al telefono (era la seconda volta in due settimane) con l'emiro del Qatar Al Thani.
estrazione di gas 7
Il premier ha dato mandato di discutere dei dettagli a Doha il ministro degli Esteri Luigi di Maio e il numero uno dell'Eni Claudio Descalzi. Il Qatar è uno dei principali produttori al mondo di metano liquido, che fin qui ci ha garantito il 10 per cento degli approvvigionamenti. Ma non si tratta della soluzione più facile per noi: quel gas va trasportato via nave e rigassificato in enormi strutture offshore. In Italia ce ne sono tre: a Panigaglia, in Liguria, al largo di Livorno e a Porto Viro, di fronte a Rovigo. Per costruirne di nuove - seppure su strutture temporanee - occorrono mesi.
estrazione di gas 6
Anche l'aumento delle forniture dall'Azerbaijan (un altro 10 per cento del fabbisogno) non è semplice: il tubo sottomarino che unisce l'Italia all'Albania e trasporta il gas azero andrebbe raddoppiato. Qualcosa in più può arrivare dai giacimenti libici, ma la situazione nel Paese è caotica e da lì arriva appena il 4 per cento del metano. La soluzione più rapida ed efficace resta l'Algeria, non a caso la prima destinazione di Di Maio dopo l'attacco russo all'Ucraina. Dal tubo di Mazara del Vallo entrano in Italia più di 21 miliardi di metri cubi di gas l'anno, quasi un terzo dei consumi.
estrazione di gas 4
Secondo le stime che circolano a Palazzo Chigi ci sarebbe la disponibilità degli algerini ad aumentare le forniture di altri 10 miliardi. Se così fosse, scalzerebbe Mosca come primo fornitore. Domani mattina il premier e Cingolani parleranno di tutto questo di persona con Ursula von der Leyen a Bruxelles. Secondo quanto appreso, l'incontro è stato chiesto dalla presidente della Commissione, che nel frattempo sta elaborando un piano di emergenza per tutta l'Ue.
gasdotto transmed
Dopo settimane di veti reciproci, i Ventisette hanno ripreso in mano il documento che dovrebbe permettere di raddoppiare la capacità degli stoccaggi comuni ed eliminare i vincoli che alimentano le speculazioni sui prezzi. Cingolani avrà con sé anche la proposta per mettere un tetto al prezzo dell'energia, in tutta Europa condizionato dall'andamento del gas. Con von der Leyen, Draghi dovrà discutere anche di come gestire in maniera coordinata l'esodo degli ucraini in fuga dalla guerra.
Secondo i calcoli dell'Alto commissario per i diritti umani Filippo Grandi hanno già superato i confini un milione e mezzo di persone, lo spostamento più rapido dalla fine della seconda guerra mondiale. Il ritmo degli arrivi in Italia è di circa 2.300 persone al giorno. Nel discorso davanti alle Camere a inizio settimana Draghi ha garantito il massimo supporto italiano, ma intende far valere di fronte ai partner lo sforzo solitario nell'accoglienza dei rifugiati nordafricani. Se l'Unione riuscirà a varare un piano di redistribuzione, se ne dovrà tenere conto.
gasdotto transmed