Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
giuseppe conte gennaro vecchione
Una mail dal contenuto molto chiaro: «Cerchiamo informazioni per il Russiagate». L'incontro improvviso di Ferragosto a Roma, nello stupore generale, con la giustificazione un po' surreale: «Barr è in vacanza da quelle parti».
Lo strappo degli allora direttori delle due agenzie di intelligence, Luciano Carta (Aise) e Mario Parente (Aisi) che prima dicono di non voler incontrare l'Attorney general americano, William Barr, per la sgrammaticatura istituzionale di tutta l'operazione. E 24 ore dopo, quando invece lo devono fare perché arriva una comunicazione scritta dell'ex capo del Dis, Gennaro Vecchione, quell'incontro lo fanno durare pochi minuti: mettono a verbale che non hanno alcun elemento da condividere, e via.
william barr pornhub
Se il Copasir mercoledì ha deciso di non riaprire il fascicolo Russiagate, nonostante le rivelazioni di Repubblica sulla cena di Ferragosto 2019 tra il capo italiano dei servizi e i vertici americani, è perché agli atti del comitato esisteva già una ricostruzione precisa di quanto accaduto in quelle ore. Una ricostruzione che mette in fila protagonisti, ruoli e responsabilità.
gennaro vecchione
(…) Innanzitutto la partenza: tutto comincia con una lettera dell'ambasciata americana con la quale viene chiesta collaborazione all'Italia sul caso Russiagate. L'allora premier Giuseppe Conte affida il fascicolo al capo del Dis, Vecchione.
A lui, e non al ministro della Giustizia, cioè l'omologo di Barr, perché - spiega Conte - Barr svolgeva in quel momento il ruolo di capo dell'Fbi. «Ma se anche fosse letta così - fa notare una fonte - l'Fbi si occupa di affari interni. Perché doveva indagare sul Russiagate?».
marco mancini e matteo renzi
In ogni caso Conte sceglie Vecchione. Ed è il capo del Dis che viene chiamato quando, a sorpresa, a Ferragosto Barr è in Italia. «È in vacanza» diranno, anche se si presenta con John Durham, il procuratore che stava conducendo l'inchiesta sul Russiagate. Quindi, o i due sono in vacanza insieme. O c'è qualche problema.
Fatto sta che Vecchione quel 15 agosto è a Castelvolturno, in Campania, al fianco dell'allora ministro degli Interni, Matteo Salvini. Ci sono anche Carta e Parente. A cui però non dice niente degli americani a Roma: finito il comitato, Vecchione corre nella Capitale per incontrare Barr. Cosa si siano detti è ignoto.
donald trump william barr
Vecchione ieri ha spiegato via agenzie (mentre il Copasir era riunito per decidere se riascoltarlo): «La conversazione si è orientata su convenevoli di carattere generale ». Bizzarro, non fosse altro che l'oggetto dell'incontro, il Russiagate appunto, era noto a tutti. In ogni caso, esisterebbe una memo di quell'incontro.
gennaro vecchione foto di bacco
Fatto sta che quando un mese dopo, siamo al 26 settembre, Vecchione convoca i direttori di Aise e Aisi per spiegare loro che 24 ore dopo avrebbero dovuto vedere Barr, che stava tornando in Italia per discutere del Russiagate, i due dirigenti italiani non nascondono il loro disappunto.
WILLIAM BARR JOHN DURHAM
Nulla sapevano e soprattutto nulla avevano da condividere. Vista la forma dell'incontro e la sostanza della vicenda. Vecchione forza e li convoca per iscritto. Ventiquattro ore dopo, seduti allo stesso tavolo, fanno mettere a verbale: «Nulla da dire sull'argomento».
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