FRANCESCO CARROZZINI E FRANCA SOZZANI
Marco Giusti per Dagospia
Venezia 73. Aiuto! Arrivano gli stilisti! Fra Tom Ford Franca Sozzani Miuccia Prada una marea di modelle, fashion blogger e di vip e minivip la Moda sbarca pesantemente oggi al Lido. Per fortuna che è arrivata anche Conchita a dir la sua dalle prime pagine di Repubblica, “C’è un mondo magico e segreto, di spalle al palazzo del cinema” (come no...) parlando dell’arrivo al Lido della barca di Medea del film di Pasolini con maria Callas.
FRANCESCO CARROZZINI E FRANCA SOZZANI
E per fortuna che ci penseranno James Franco, col suo ultimo film, prodotto da Andrea Iervolino+vedova Bacardi e la grande mezzanotte zombesca con Dario Argento e Nicholas Winding Refn che presentano, appunto, la versione italiana dello Zombi di Romero a riportarci a terra. Il documentario Franca - Chaos&Creation diretto da Francesco Carrozzini e dedicata a sua mamma Franca Sozzani, diretterice di Vogue Italia dagli anni 80 è, giustamente, essendo il figlio e non uno di quei documentaristi supporter, un ritratto totalmente agiografico non solo di una celebre fashion editor ma di un modello inarrivabile di signorina chic acidella alla Franca Valeri che ha attraversato le scene prima milanesi poi internazionali della moda con fermezza, intelligenza e cinismo.
FRANCESCO CARROZZINI E FRANCA SOZZANI
Manca solo il Cretinetti di Alberto Sordi. Le figure maschili, a parte il padre adorato, “bello, forte, elegante, cinico”, ricco ingegnere che non capisce fino alla fine il suo lavoro, e a parte i simpatici fotografi che lavorano e crescono con lei, Bruce Weber, Peter Lindbergh, Steven Meisel, sembrano non esistere. Il primo marito, durerà tre mesi, lo sposa solo perché ormai si “era messa il vestito”, del secondo marito, il padre del neoregista, ricorda solo che era sposato e aveva già una moglie della quale non ricorda il nome.
Ma, in fondo, “'i matrimoni sono come i giornali, si sfogliano e si va avanti”. Se Franca Sozzani non ricorda nulla della Milano da bere dell’epoca dei socialisti né della Milano berlusconiana, anche se ebbe un ruolo importante allora, nel film ricorda benissimo il periodo della sua amicizia con Gianni e Donatella Versace. Donatella, anzi, è favolosa, pur nella sua deformità, e funziona decisamente meglio lei dell’inutile Bernard Henry-Levy che come uno Sgarbi qualunque la paragona a un personaggio di Botticelli o di Stendhal.
Francesco Carrozzini - Baz Luhrmann - Franca Sozzani - Valentino Garavani
La parte migliore del film, anzi, è poprio quella più sentita dei suoi rapporti coi Versace, e con la sua famiglia, cioè col figlio, che vediamo in scena, pur esterno, come intervistatore, e come il padre, ingegnere milanese, che vediamo immortalato nei superotto di famiglia, assolutamente meravigliosi, che ci aprono gli occhi di fronte a quello che era la Milano del dopoguerra.
franca sozzani
Rispetto a quasi tutti i documentari e i documentarietti visti nei festival su personaggi famosi, proprio il fatto di essere così agiografico ma anche così caloroso, in quanto costruito da un figlio e da un figlio che vuole fare cinema al suo primo film, rivelandosi così candidamente, ha un calore piuttosto raro e un’ottima costruzione tecnica. Qualcosa, va detto, poteva essere tolto, e qualcosa poteva essere detto di più su Milano e gli anni 80 e 90.