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    CODICE MUSSOLINI - SOTTO L’OBELISCO DEL FORO ITALICO A ROMA E’ SEPOLTO UN MESSAGGIO DEL DUCE AI POSTERI - DAVVERO IL DUCE IMMAGINAVA IL SUO TRACOLLO E LA SUA “DAMNATIO MEMORIAE”? - LODOLI: “IL PASSATO VA GIUDICATO, NON DISTRUTTO. LASCIAMO QUESTA ASSURDA LETTERA NELLA PANCIA DELL’OBELISCO, IL TEMPO LA FARÀ MARCIRE”


     
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    Marco Lodoli per “la Repubblica - Roma”

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    Dobbiamo davvero credere a quanto ci raccontano i due professori delle università di Groninger e di Lovanio, e cioè che sotto l’obelisco del Foro Italico sia sepolto un messaggio di Mussolini ai posteri scritto per raccontare ed esaltare la nascita del Fascismo, la sua ideologia, i suoi obiettivi? D’istinto viene da pensare a una mezza bufala, ma facciamo uno sforzo e proviamo a ragionare su questa strana notizia.

     

    Il primo pensiero va inevitabilmente alla lucida chiaroveggenza del Duce: lui così tronfio, megalomane, narcisista in realtà avrebbe già previsto il crollo del suo regime, e avrebbe immaginato che il popolo, carico di risentimento, non si sarebbe fatto alcuno scrupolo di fronte ai monumenti fascisti, una botta di dinamite e via, giù tutto.

     

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    E allora, tra le macerie del Foro Italico, sotto i frammenti dell’obelisco — trecento tonnellate di granito per 17,5 metri d’altezza — si sarebbe ritrovata questa lettera al futuro, questo “Codex Fori Mussolini”, e pure alcune monete d’oro, che gli antichi mettevano in bocca ai morti per pagare il pedaggio verso l’aldilà.

     

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    Davvero il duce immaginava il suo tracollo e la sua “damnatio memoriae”? Sotto la scorza ruvida del suo ottimismo beato e beota scorreva il tragico sentimento della dissoluzione? Durante il Ventennio non sono stati redatti dai suoi apologeti migliaia di volumi che raccontavano tutte le meraviglie del regime?

     

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    Serviva proprio un messaggio nella bottiglia, un ricordo esaltato nascosto nelle viscere dell’obelisco? Per alcuni anni, dopo il 1945, ci fu la tentazione di abbattere quel birillone bianco con la scritta Dux, ma poi prevalse il buon senso e anche l’apprezzamento per il lavoro di Enrico Del Debbio, grande architetto razionalista e progettista dell’intero Foro Italico. Il passato va giudicato, condannato, ma non va distrutto. Lasciamo questa assurda lettera nella pancia dell’obelisco, il tempo la farà marcire.

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