Ship of Interest: Choueifat Lebanon based Middle East Maritime Consult’s Lebanese flag ro-ro Bana (x-Sham 1??, xx-City of Misurata??) arrived to the Port of Haydarpasa in Istanbul on December 11. Near the port, the ship turned off AIS. pic.twitter.com/VbdZ0Og8Bj
— Yörük Is?k (@YorukIsik) January 1, 2020
Fabio Amendolara per “la Verità”
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Hanno rivoltato la Bana, cargo della compagnia Middle East Maritime Consult, con sede a Beirut, a mo' di calzino per accertare se nell' ultimo carico ci fossero soltanto, come dichiarato, automobili «radiate» (tolte dal mercato Ue) da demolire, oppure se, come ha svelato un testimone, la stiva fosse piena zeppa di armamenti da guerra, particolare questo documentato da un video che rimbalza su Twitter mostrando carri armati e mezzi blindati.
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L' approdo genovese della nave con bandiera libanese, che un tempo si chiamava Sham 1 ed era finita in una black list statunitense ma anche in un rapporto sulla guerra civile in Libia consegnato da un panel di esperti al Consiglio di sicurezza dell' Onu, si è trasformato in un giallo molto simile a intrigo internazionale che, da qualche giorno, stanno cercando di sbrogliare gli investigatori della Digos di genova e i magistrati della Procura antimafia e antiterrorismo.
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A bordo sono saliti anche funzionari della Polmare e della Capitaneria di porto, che hanno portato via la scatola nera, le mappe, i computer e i libri di bordo. Nella stiva sono scesi anche gli esperti in ricerca tracce della polizia scientifica, con il compito di rilevare l' eventuale presenza di armamenti, visto che ora è vuota. Il comandante, come da prassi, è stato iscritto sul registro degli indagati.
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Tutto è cominciato quando la Bana è approdata sotto la Lanterna per un' avaria.
Al terzo giorno di sosta un giovane marinaio, con il grado di terzo ufficiale di coperta, è sceso e si è presentato alla stazione della polizia marittima con una storia da raccontare, in cambio di protezione e di asilo politico. Il ragazzo sostiene di poter documentare un traffico d' armi illegale tra Turchia e Libia. E consegna il filmato che, girato davvero nella pancia della Bana, viene definito dagli investigatori come «molto attendibile».
pickup consegnati nel 2017 a tobruk dalla nave bana (quando si chiamava sham 1)
La testimonianza è supportata indirettamente da fonti militari francesi che, il 29 gennaio scorso, hanno intercettato il cargo nel Mediterraneo con la portaerei Charles De Gaulle, fotografandolo mentre è scortato, coincidenza, da una fregata militare turca. Un' accusa che Ankara respinge al mittente. I francesi, che hanno sempre avuto un debole per la Libia, non si fidano dell' alleato Nato e hanno intensificato i pattugliamenti davanti alla costa di Tripoli.
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Secondo il presidente Emmanuel Macron «Erdogan non rispetta i patti» e continua ad armare di nascosto il governo di Fayez al Sarraj. Coincidenza, nella prima settimana di febbraio l' accusa diventa pubblica. E parte dalla Libia. O, meglio, dall' Esercito nazionale libico, guidato da Khalifa Haftar (da sempre, anche se non ufficialmente, sotto l' ala protettiva francese): «Abbiamo notizie certe di uno sbarco di armamenti di provenienza turca avvenuto a Tripoli». L' elenco comprende cingolati, camion lanciarazzi, mortai e cannoni. I francesi ritengono che siano arrivati lì da Istanbul, proprio con la Bana.
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La storia si è fatta più credibile quando il testimone ha riferito in Procura che durante le traversate venivano spenti i trasponder, gli strumenti di navigazione che indicano alle autorità la presenza costante della nave. A notare per primo le manovre sospette è stato un fotografo turco che segue da tempo i movimenti della Bana, si chiama Yoruk Isik e, rintracciato da un cronista del Foglio, ha raccontato: «Ho cominciato a seguirla alla fine di dicembre. Era a Istanbul, ad Haydarpaa, che è un porto piccolo. E in quel momento ha spento l' Ais (il sistema di identificazione automatica ndr)». Da allora la nave è diventata invisibile.
inchiesta sula nave cargo sham 1
Le prime verifiche, inoltre, avrebbero confermato che in più occasioni la Bana è scomparsa dal sistema di tracciabilità Ais. Gli ufficiali di una nave della Marina militare italiana, la Capri, che da tempo effettua pattugliamenti nelle acque territoriali libiche, sarebbero già stati contattati dall' intelligence italiana per verificare se la Bana, in qualche modo, era stata notata.
la nave cargo bana 1
Gli 007 italiani si stanno occupando anche, insieme alla Procura di Milano, di alcuni combattenti libici feriti in battaglia e curati a Milano al San Raffaele, prima di scomparire precipitosamente. La situazione in Libia si fa sempre più critica. Ieri Matteo Salvini ha lanciato l' allarme: «Mi arrivano in via riservata notizie di decine di migliaia di migranti in arrivo, rischiamo il disastro, la catastrofe umanitaria». E il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si è rivolto a Donald Trump: «Dobbiamo fare in modo che tutti gli attori coinvolti in questa guerra ricevano un messaggio chiaro dagli Stati Uniti, ossia porre fine alla loro interferenza e bloccare l' invio di armi, concordando un cessate il fuoco duraturo».