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    CHE COSA HA CAUSATO LA MORTE DI IMANE FADIL? SCARTATA L'IPOTESI DELLA RADIOATTIVITÀ, LA PROCURA VUOLE ANDARE A FONDO ANCHE SULLA PRESENZA ANOMALA DI METALLI PESANTI NEL SANGUE E NELLE URINE DELLA MODELLA: E' NECESSARIO VERIFICARE I LIVELLI FUORI NORMA DI ANTIMONIO, CROMO, MOLIBDENO E CADMIO URINARIO - PER I PM RESTA ALTA LA PROBABILITÀ DI UNA MALATTIA RARA CHE I MEDICI NON SONO STATI IN GRADO DI DIAGNOSTICARE…


     
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    Simona Ravizza per il “Corriere della Sera”

     

    Imane Fadil non è stata uccisa da metalli radioattivi. È la prima certezza sulla morte misteriosa della modella marocchina di 34 anni, testimone nel processo Ruby ter sulle cene e i dopocena di Arcore (dove viene ipotizzata corruzione in atti giudiziari a carico di Silvio Berlusconi), deceduta il primo marzo con il fegato e i reni disintegrati e il midollo osseo compromesso.

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    I risultati delle analisi svolte durante tutta la giornata di mercoledì sui campioni prelevati con le biopsie di reni e fegato escludono tracce di radioattività da raggi alfa, i più dannosi, come il polonio 210 (utilizzato, per dire, nel 2006 per uccidere Litvinenko, l' ex spia russa morta in ospedale dopo aver sorseggiato un tè). Scartata la presenza di raggi gamma. I test sono stati condotti da una squadra di medici, super esperti di fisica nucleare dell' Università Statale, Vigili del fuoco. Tutti guidati da Cristina Cattaneo, l'anatomopatologa più famosa d' Italia e aiutati da Arpa (l'Agenzia per la protezione dell' ambiente della Lombardia).

     

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    La Procura di Milano conferma la notizia, anticipata da Corriere.it. Gli esami erano propedeutici allo svolgimento dell'autopsia vera e propria, slittata, salvo sorprese, a domani. Il loro esito era molto atteso, sia per le suggestioni da spy story, sia perché se fosse stato positivo, sarebbero servite precauzioni eccezionali per evitare una possibile contaminazione nei prelievi sulla salma. Per estremo scrupolo, in ogni caso, i campioni sono stati inviati anche all'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) che darà un ulteriore riscontro a ore.

     

    Che cosa ha causato, allora, la morte di Imane Fadil? La Procura, scartata l'ipotesi della radioattività, vuole andare a fondo anche sulla presenza anomala di metalli pesanti nel sangue e nelle urine della modella marocchina. Proprio per verificare i livelli fuori norma di antimonio, cromo, molibdeno e cadmio urinario è stato arruolato dai magistrati tra i consulenti Corrado Galli, presidente della Società italiana di tossicologia, che in più di un' intervista negli ultimi giorni ha spiegato: «Le dosi riscontrate non sono tali da essere tossiche e tantomeno letali».

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    Una posizione in linea con quella espressa dal Centro Antiveleni di Pavia guidato da Carlo Locatelli che ha eseguito gli esami sulla presenza di metalli pesanti per l'Humanitas, la clinica alle porte di Milano dov' è stata ricoverata per un mese la modella marocchina e dov'è morta, ancora senza che si sia capito perché.

     

    Imane Fadil è arrivata in ospedale in ambulanza il 29 gennaio dopo essersi sentita male a casa di un amico. I sintomi: spossatezza, forti mal di pancia, gonfiore del ventre, dimagrimento rapido. I medici hanno prima pensato a un tumore del sangue, poi che fosse affetta da una grave malattia autoimmune come il lupus. Ma le analisi non hanno dato riscontri in merito. Di qui l' ipotesi di avvelenamento, evocata da Fadil negli ultimi giorni di vita e dai medici stessi dell' Humanitas.

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    Una pista su cui la Procura ha deciso di indagare, anche se ieri è emerso che il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e i sostituti Luca Gaglio e Antonia Pavan, impegnati nell' indagine per omicidio volontario contro ignoti, non sono mai stati convinti della tesi della radioattività. Così per i pm resta alta la probabilità di una malattia rara che i sanitari dell' Humanitas non sono stati in grado di diagnosticare. Ora, c' è da sperare che l' autopsia sciolga il mistero.

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