"Sono gesti che vanno compresi". Dopo Gad Lerner, l'ex ministra del #PD #LiviaTurco si riferisce cosi al sequestratore di #Samir e altri 50 bambini. E' la stessa che ha scritto una legge sull'#immigrazione insieme a #Napolitano. L'origine del disastro.. https://t.co/O7YqJhfGzw pic.twitter.com/Bu5uxXUPUU
— Giorgio La Porta (@Giorgiolaporta) 21 marzo 2019
STUDENTI SEQUESTRATI BUS SAN DONATO MILANESE
1 – GAD LERNER, STAI A VEDERE CHE ALLA FINE LA COLPA E’ DI QUALCUN ALTRO - “LA TENTATA STRAGE SUL BUS? E’ FRUTTO DELL’ODIO CONTRO I MIGRANTI” – L’INCREDIBILE POST DEL GIORNALISTA SULL'ITALO-SENEGALESE PREGIUDICATO CHE VOLEVA BRUCIARE VIVI I BAMBINI – PUTIFERIO SOCIAL: “ROBA DA MATTI. SEMBRA QUASI CHE A LERNER DISPIACCIA CHE L'ATTENTATO SIA FALLITO!”
2 – L' UOMO NERO
Francesco Merlo per “la Repubblica”
gad lerner
Ousseynou Sy è il senegalese che ha tentato di fare una strage di bambini, ma non ha tentato di fare una strage di bambini perché è senegalese. Allo stesso modo, il neozelandese Brenton Harrison Tarrant è un cristiano che ha fatto una strage di musulmani, ma non ha fatto una strage di musulmani perché è cristiano. La nerissima cronaca dei nostri anni ferocemente pazzi è piena di invasati che sono impazziti di terrorismo, ma ogni volta che la sociologia del terrorismo è stata applicata a uno solo di questi solitari assassini o aspiranti assassini, stragisti, sparatori o bombaroli, si è subito degradata in sociologismo.
IL BUS SEQUESTRATO DA OUSSEYNOU SY
Solo a tarda sera, per cominciare, abbiamo avuto la prima foto di Ousseynou Sy. Vi si intravede la banale faccia del criminale stordito che, circondato dai carabinieri e infilato dentro la gazzella, si è guadagnato il suo quarto d' ora di popolarità e ha trasformato i suoi quindici minuti di follia in un' eternità di galera. Non è ancora un uomo in posa, ma - fateci caso - da Breivik a Traini, non c' è un solo " mostro" che, una volta preso, abbia davvero esibito la tenebrosità del diavolo né quegli occhi di ghiaccio che sempre, a ogni orrore, gli vengono attribuiti senza neppure guardarlo in faccia.
SEQUESTRO DEL BUS - Ousseynou Sy
In Italia abbiamo cominciato - ricordate? - con il ghanese Mada Kabobo che in un' ora di follia uccise a colpi di machete tre passanti a Niguarda. Ci volle un po' di tempo a capire che la sua schizofrenia e la sua paranoia non erano etniche: il suo Paese, il Ghana, non era il mandante " oggettivo" della sua pazzia macellaia. E abbiamo avuto Preiti che, in piazza Montecitorio, proprio mentre il governo Letta, unendo destra e sinistra, giurava al Quirinale, ferì due carabinieri e una passante sostenendo che voleva sparare alla casta ma che aveva sbagliato bersaglio. Nella sua logica disturbata, Preiti pensò di trovare più solidarietà contro i politici che contro i carabinieri (uno, Giuseppe Giangrande è rimasto paralizzato). E infatti la trovò perché anche in quel caso la sociologia si scatenò dicendo che la colpa " oggettiva" era dell' inciucio, la trovò nell' Italia politica, che era anch' essa disturbata.
francesco merlo
Di sicuro la sociologia applicata alla cronaca nera è la madre di tutti i razzismi moderni. E adesso c' è il senegalese che, per vendicare i morti nel Mediterraneo e tutti i senegalesi emigrati, sino a Koulibaly insultato negli stadi, aveva premeditato un rogo di bambini girando persino un video: " Africa sollevati". Ed è l' autista nero di un autobus di bimbi bianchi, un altro dettaglio che sembra sbucare dalla storia del razzismo.
SAN DONATO MILANESE - RAGAZZINO IN FUGA DAL BUS INCENDIATO URLA TI AMO
Intanto perché sempre l' autobus sobilla e rende i matti ancora più matti. Nell' autobus ci sono infatti le emozioni e gli odori, tocchi e guardi i passeggeri che si toccano e si guardano, vedi i bimbi di scuola con le cuffiette in testa e con le scarpe da tennis ai piedi. L' autobus è, nelle città, il luogo dove scoppiano più risse che altrove, il piccolo mondo recluso dove si scatena l' odio contro il diverso che ti sta accanto.
Negli anni Sessanta, nell' America di Kennedy, all' inizio dei grandi disordini razziali, all' origine delle rivolte nere e delle leggi speciali c' è una donna di colore, Rosa Parks, che appunto in un autobus non volle cedere il posto riservato ai bianchi. Qui c' è pure, nell' autista nero, un altro stereotipo del razzismo, come nella cameriera nera.
STUDENTI SEQUESTRATI BUS SAN DONATO MILANESE
Ecco dunque che, a poco a poco, tutto torna. Anche nella logica che - come ci ha insegnato Amleto - sempre c' è nella follia. I disperati e i matti come il nostro Ousseynou Sy non sono Crociati che liberano i Sepolcri, ma sono appunto matti che, facendo esplodere la loro vita guasta, acchiappano tuttavia per la coda gli odi dell' epoca: quello dei governi contro gli immigrati neri, dei sovranisti contro i globalisti, degli estremisti ebrei e cristiani contro i musulmani, delle grandi città contro le loro periferie: Traini viveva, con la nonna, in un squallido appartamentino, alla periferia di Tolentino che è a sua volta la periferia di Macerata. E San Donato non è un paese, ma è una periferia diventata città, la porta sud di Milano.
STUDENTI SEQUESTRATI BUS SAN DONATO MILANESE
E però qui c' è pure il lieto fine. C' è il maresciallo buono, Roberto Manucci di Paullo, maresciallo capo per la precisione, che sembra uscito dall' Italia antica, ingenua e coraggiosa di Vittorio De Sica. Stempiato, con gli occhiali, emozionato e padre di due figli - « ho pensato a loro» - ha rotto il vetro di dietro come un James Bond alla casereccia. E infatti, anche mentre bloccava il criminale, ancora pensava - ha ripetuto - solo a loro, ai bimbi.
E tra i bimbi c' è il biondino che ha saputo governare la paura e trovare la bella strada della legittima difesa che in Italia è un' altra caverna platonica della violenza. Il bimbo ha avuto il sangue freddo di liberarsi delle fascette elettriche che il matto gli aveva imposto ai polsi e ha chiamato non il suo papà, ma addirittura i carabinieri. È la razionalità bambina in un paese di adulti matti, è la sanità di mente e il governo delle emozioni nell' Italia che è un paese- manicomio di vecchi.
san donato milanese sequestro del bus ousseynou sy 2
E torna l' idea del mondo salvato dai ragazzini perché quel bimbo ha le stesse qualità dei suoi quasi coetanei che sabato scorso hanno manifestato in tutto il mondo per difendere l' ambiente. Il bimbo eroe di San Donato è un loro fratello, un' altra meraviglia nel nostro tempo marcio. De Sica appunto ne avrebbe fatto un seguito di Miracolo a Milano.
scuolabus in fiamme a san donato milanese 10
3 – IL SENEGALESE STRAGISTA? COLPA NOSTRA
Maurizio Belpietro per “la Verità”
Gad Lerner non delude mai. Una volta è in grado di sorprenderci lanciando un appello pro migranti dal suo splendido terrazzo con un Rolex al polso. Un' altra perché di fronte a una tragedia sventata, come il sequestro di 51 bambini che potevano bruciare vivi per mano di un senegalese, riesce a dare la colpa a chi «manifesta ostilità nei confronti degli immigrati». Sì, ieri su Twitter il comunista con il Rolex ha scritto proprio così: «La follia criminale del cittadino italiano Ousseynou Sy è l' esito di una contrapposizione isterica che manifesta ostilità agli immigrati, negando le loro sofferenze e la loro umanità».
OUSSEYNOU SY sequestro bus
Chiaro il concetto? Se non ci fosse chi si lamenta per l' invasione di extracomunitari e rifiuta di pagare il traghetto alle masse di immigrati in arrivo dall' Africa, Ousseynou Sy non si sarebbe innervosito e non avrebbe deciso di sequestrare 51 bambini minacciandoli con un coltello. La follia criminale (eh sì, perché altri, tipo Luca Traini, sono capaci di intendere e di volere, il senegalese invece è già stato classificato come un caso di follia) dell' autista del bus è «l' esito» del comportamento degli italiani che non si rassegnano all' accoglienza indiscriminata. Colpa nostra dunque se un tizio rapisce 51 bambini e li vuole bruciare, perché con il nostro comportamento ostile nei confronti dell' immigrazione lo abbiamo fatto arrabbiare. Ma se Gad non delude mai (pure nel nascondere le origini del sequestratore), anche altri ieri si sono dati da fare.
francesco merlo
Sulla prima pagina di Repubblica, per esempio, è comparso un mirabile editoriale di Francesco Merlo, in cui si ricalcavano le medesime tesi di Lerner. Secondo l' editorialista del quotidiano debenedettiano, «tutto torna, anche nella logica, che - come ci ha insegnato Amleto - sempre c' è nella follia». Insomma, il senegalese è pazzo, ma un pazzo che agisce per reazione.
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Ma a che cosa? Leggere per credere: «I disperati e i matti come il nostro Ousseynou Sy non sono Crociati che liberano i sepolcri, ma sono appunto matti che, facendo esplodere la loro vita guasta, acchiappano tuttavia per la coda gli odi di un' epoca: quello dei governi contro gli immigrati neri, dei sovranisti contro i globalisti, degli estremisti ebrei e cristiani contro i musulmani, delle grandi città contro le periferie».
scuolabus in fiamme a san donato milanese 1
In pratica Merlo sostiene che l' autista ha dirottato il bus, sequestrando 51 studenti di scuola media, perché è folle, ma la sua follia si è scatenata di fronte all' odio dei sovranisti e dei governi contro i neri. Siamo sempre lì: se uno minaccia di fare una strage, la colpa è di chi ha creato un clima d' odio. Se non ci fossero stati Matteo Salvini a parlare male degli immigrati, e a rivendicare la sovranità del popolo, e quegli estremisti cristiani ed ebrei contro i musulmani, Ousseynou Sy se ne sarebbe stato buono a casa sua. Non avrebbe avuto motivo di prendere il coltello e le taniche di benzina, legare i ragazzini e spaventarli dicendo che da quella corriera nessuno sarebbe uscito vivo.
ROSA PARKS
Nell' articolo di Merlo, ovviamente, non sfugge l' uso dei riferimenti storici. Il giornalista di Repubblica, a proposito dell' autista sequestratore, non parla di un feroce Saladino o di qualche sultano ottomano, ma di crociati. E così, mentre cita i crociati ribaltando la prospettiva, Merlo racconta anche che gli odi di un' epoca arrivano solo dai sovranisti, dagli estremisti cristiani ed ebrei. E le vittime chi sono? Ovvio, no? Gli immigrati e i musulmani. Sì, gli odi provengono esclusivamente da lì. A Repubblica evidentemente non devono essere giunti gli echi delle stragi commesse in nome di Allah.
AHMED MERABET UCCISO PER DIFENDERE LA REDAZIONE DI CHARLIE HEBDO
In redazione non conoscono che cosa sia accaduto nella sede del settimanale satirico Charlie Hebdo, né che cosa sia capitato dentro il teatro Bataclan di Parigi. Di certo non sanno nulla della strage del mercatino di Natale a Berlino o di quella sul lungomare di Nizza nel giorno dell' anniversario della presa della Bastiglia. C' è da escludere che quelli del quotidiano debenedettiano siano stati informati degli attentati compiuti sulle ramblas di Barcellona o all' aeroporto di Bruxelles, così come della gimcana fra i passanti sul ponte di Westminster a Londra.
I poveri repubblichini alla Merlo non sanno che tutte quelle stragi non le hanno commesse i sovranisti o gli estremisti ebrei o cristiani.
san donato milanese sequestro del bus ousseynou sy
Quegli attentati sono frutto di terroristi islamici, molti dei quali accolti a braccia aperte in Occidente. Non c' era nessun odio da acchiappare per la coda. Così come non c' è per l' autista che voleva bruciare 51 bambini. L' odio era dentro di lui e di quelli come lui. E se una colpa si può attribuire all' Occidente è solo il giustificazionismo con cui sui suoi giornali accoglie ogni strage o tentata strage.
luca traini scritta arma attentatore
4 – «IL GESTO VA COMPRESO» LA SINISTRA IRRIDUCIBILE DIFENDE L' ATTENTATORE
Fabrizio De Feo per “il Giornale”
Dovrebbe essere il giorno in cui onorare gli eroi, i carabinieri che hanno salvato i ragazzi da una morte terribile sulla ex statale Paullese e interrogarsi sul gesto compiuto da Ousseynou Sy, l' autista senegalese-italiano del bus, ma anche celebrare il coraggio dei ragazzi - di cui uno di origine egiziana - che hanno dato l' allarme. Il giorno in cui magari interrogarsi e chiedersi lucidamente se un automatismo - che sia il matrimonio o un termine temporale - possa sostituire un percorso di reale e convinta integrazione e adesione ai valori dello Stato italiano, ai fini dell' ottenimento della cittadinanza.
scuolabus in fiamme a san donato milanese 2
Il copione della giornata si sviluppa, però, diversamente e quanto accaduto a San Donato Milanese da un certo mondo di sinistra viene letto attraverso spesse lenti ideologiche E così, come fa notare Daniele Capezzone su Twitter, dopo la tentata strage c' è chi «si aggrappa al piccolo Samir per spostare l' attenzione da ciò che il Times chiama giustamente terror attack. Il fatto che un bravissimo bimbo non volesse morire non cancella l' atto dell' autista».
GAD LERNER
Il paradosso è che lo stesso mondo che ha fatto giustamente suonare l' allarme per la folle strage dell' attentatore di Christchurch in Nuova Zelanda mosso da ideologie suprematiste, ora rifiuta di interrogarsi su possibili motivazioni fondamentaliste o etniche, anche a fronte di una azione «premeditata» secondo il pm Greco e motivata dalla volontà di vendicare i «migranti morti in mare».
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La tesi veicolata è semplice: chiedere il rispetto delle frontiere, della legalità e della sovranità nazionale equivale non solo a procurare le morti in mare, ma anche a fare da detonatore per episodi di questo tipo. Il tutto battendo sull' italianità del protagonista della tentata strage. Gad Lerner, ad esempio, sostiene che «la follia criminale del cittadino italiano Ousseynou Sy è l' esito di una contrapposizione isterica che manifesta ostilità agli immigrati additandoli come privilegiati, negando le loro sofferenze e la loro umanità. Impersonata dai carabinieri e dai bambini di San Donato Milanese».
LIVIA TURCO
In mattinata, invece, l' ex ministro Pd, Livia Turco ad Agorà con la sua uscita provoca una reazione a catena sui social. «Quando ha visto le immagini di quel sequestro - chiede la giornalista Serena Bortone - di quel tentativo di strage cosa ha pensato?». La risposta della Turco? «Sono fatti che creano angoscia e allarme, ma che vanno compresi». «Come compresi?», la interrompe incredula la conduttrice. «Compresi nel senso di comprenderne la ragione». Un' uscita che provoca la pronta reazione di Matteo Salvini: «Il senegalese? Va compreso. Incredibili questi del Pd, anche di fronte a una tentata strage di cinquanta bambini non riescono mai a dire una cosa giusta». E anche Federico Mollicone, deputato di Fratelli d' Italia, sottolinea che «si tratta di un folle, ma le sue ossessioni sono state amplificate dal clima di odio generato dalla sinistra e dai cattivi maestri».
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Così come il consigliere di amministrazione della Rai Giampaolo Rossi fa notare che «dalle Br come compagni che sbagliano» si è passati a «Ousseynou Sy è l' esito dell' ostilità agli immigrati».
Il cerchio si chiude con la provocazione di Luca Bottura, giornalista, scrittore, conduttore radiofonico e autore televisivo italiano. «Un senegalese con cittadinanza italiana è un italiano. E il titolo di questa notizia è: Autista squilibrato crea code sulla Paullese. Non altro. E il nostro ministro dell' Interno è razzista».
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