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    CHE GELO CHE FA FARÀ – TIRATE FUORI I CAPPOTTI: È IN ARRIVO IL PERIODO PIÙ FREDDO DEL 2021 - DOPO PIOGGIA E VENTI DI BURRASCA NEI PRIMI GIORNI DELLA SETTIMANA, ARRIVERA' BURIAN CHE PORTERÀ VENTI GELIDI DALLA RUSSIA E UN CROLLO DELLE TEMPERATURE: SI REGISTRERANNO FINO A - 14° SULLE DOLOMITI, ZERO GRADI A PALERMO, -3° PREVISTI A ROMA DOVE POTREBBE ARRIVARE ANCHE LA NEVE…


     
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    Katia Riccardi per "www.repubblica.it"

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    La buona notizia della prima metà di questa settimana, è la pioggia. Per la seconda parte potrebbe andare peggio, potrebbe arrivare il gelo siberiano. Il Burian. Una massiccia massa d'aria gelida che inizierà il suo viaggio dalle steppe russe in direzione dapprima dell'Europa Orientale, per poi attraversare la Penisola Balcanica e infine irrompere sull'Italia: il periodo più freddo dell'inverno 2021. Temperature anche a fino a - 14° sulle Dolomiti, zero gradi a Palermo fino ai -3° previsti a Roma domenica.

     

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    Previsioni meteo

    Da lunedì a mercoledì, varie perturbazioni, la più forte sarà domani. Le precipitazioni saranno abbondanti su Alpi, Liguria, alta Toscana, basso Lazio, Campania e sul cosentino. Una pausa giovedì, poi da venerdì irrompono i venti gelidi dalla Russia. Il cielo limpido, e sempre più freddo, neve fin su coste e pianure del Centro-Sud. Le temperature sottozero, la neve scenderà fin su coste e pianure del Centro-Sud, a Grosseto, Siena, Napoli, Salerno, fiocchi anche a Roma. Al Nord clima siberiano.

     

    Un San Valentino ghiacciato

    Con la rottura del famigerato "Vortice Polare" è in arrivo il Burian. "Aria gelida che non tutte le volte ha la stessa intensità" spiega il fondatore e direttore de ilMeteo.it, Antonio Sanò, "questa volta è molto forte, di un'intensità eccezionale che alla massima potenza si fermerà però ai Balcani, sulla Repubblica Ceca.

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    Come parametro utilizziamo la temperatura a 1500 metri, calcolandola quindi a prescindere dalle montagne. In quelle zone attualmente le temperature ora sono intorno a zero, nel corso di questa settimana si arriverà a -30°. Un crollo di trenta gradi. Non da noi. Al Nord d'Italia e sulle regioni adriatiche alla stessa quota raggiungeremo i - 14° domenica, ora siamo 6. Il giorno di San Valentino, splenderà il sole, ma sarà ghiacciato". Il primo volto dell'inverno.

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    Un vento che porta neve?

    "L'ultima volta che il Burian, o Buran, come si dice in russo, arrivò con tale forza risale al 1985. Da noi portò neve anche a basse quota. Questa prima fase invernale raggiungerà dunque la massima intensità domenica 14 febbraio. Ma non finisce qui", continua Sanò. "La settimana prossima arrivano le perturbazioni atlantiche. E troveranno un'Italia già congelata. Questo porterà la neve. I modelli già preannunciano nevicate anche a bassa quota. Forse perfinossu Roma. Ma è presto per avere certezze.

     

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    Per ora non è possibile scendere nei dettagli per capire dove esattamente colpiranno le precipitazioni nevose, tutto dipenderà da dove e se si formeranno i minimi depressionari. In effetti già il prossimo venerdì, il 13, le condizioni ci sarebbero". Il repentino crollo delle temperature (anche di 10 gradi in pochissimo tempo) e la formazione di un ciclone sul Mar Tirreno potrebbe dunque provocare nevicate fin su coste e pianure del Centro-Sud. Detto questo si sta delineando un evento che rischia di far riscrivere i libri di storia meteorologica su buona parte del nostro Paese.

     

    Precedenti di Burian

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    Questa corrente gelida ha colpito duramente, nella storia, molti Paesi europei, Italia compresa: nel febbraio 1929, gennaio e febbraio 1947 fino alle più recenti ondate di freddo del febbraio 2012, del gennaio 2017 e del febbraio 2018. "Questo termine c'è sempre stato. Il Burian, come la buriana, come c'è la Bora, è una parola", conclude Sanò. Comunque la si chiami, è una parola che porta freddo, e in Siberia è peggio. Lì arriva a gelare l'umidità preesistente creando la cosiddetta polvere di diamante.

     

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    Protezione Civile: allerta Gialla sul Lazio da martedì e per 24 ore

    "Il centro funzionale regionale rende noto che il dipartimento della protezione civile ha emesso oggi l'avviso di condizioni meteorologiche avverse con indicazione che dalle prime ore di domani e per le successive 18-24 ore si prevedono sul Lazio venti da forti a burrasca dai quadranti occidentali, con raffiche fino a burrasca forte, specie sui settori costieri e zone appenniniche esposte.

     

    Mareggiate lungo le coste esposte", si legge in un comunicato la protezione civile del Lazio. Il centro funzionale regionale ha effettuato la valutazione dei livelli di allerta/criticità e ha pertanto inoltrato un bollettino con allerta gialla per criticità idrogeologica e per vento su appennino di Rieti, Aniene e Bacino del Liri. Valutata, inoltre, allerta gialla sui bacini Livenza, Lemene e Tagliamento in Veneto, sulla Toscana settentrionale, su gran parte di Umbria, Abruzzo e Molise.

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    Allerta anche in Campania, Basilicata e Calabria

    Il Dipartimento della Protezione Civile d'intesa con le regioni coinvolte - alle quali spetta l'attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati - ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse dalle prime ore di martedì 9 febbraio, precipitazioni da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio e temporale, su Campania, Basilicata e Calabria, specie sui settori tirrenici. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forti intensità, frequente attività elettrica, forti raffiche di vento e locali grandinate.

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    Si prevedono, inoltre, venti da forti a burrasca dai quadranti occidentali con raffiche fino a burrasca forte, su Marche, Toscana e Campania, in estensione ai settori appenninici dell'Emilia-Romagna e su Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria, specie sui settori costieri e sulle zone appenniniche esposte. Previste mareggiate lungo le coste esposte.

     

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    Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di domani allerta arancione su buona parte del versante tirrenico della Campania, sui settori occidentali della Basilicata e su quello tirrenico settentrionale della Calabria.

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