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    "DICONO CHE IL TRIO SIA NELLA STORIA MA QUANDO LO FACEVAMO..." - TULLIO SOLENGHI RACCONTA: "CONOBBI ANNA FACENDO UN PO' DI TV PER TIRARE A CAMPARE. ERA UN TALENTO STRAORDINARIO - DUE ANNI DOPO LA CHIAMAI PER UNA TRASMISSIONE RADIOFONICA E MI DISSE CHE STAVA FACENDO DOPPIAGGIO E PARLO' DI MASSIMO LOPEZ CHE SAPEVA FARE TUTTO CON LA VOCE E ALLORA..." - ''PARLARE DEL TRIO È COME PARLARE DI DUE FRATELLI. UNO, PURTROPPO, LA SORELLINA, È SCOMPARSA. ED È STATO UN DOLORE ATROCE..." - VIDEO


     
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    Da “I Lunatici - Radio2”

     

    SOLENGHI ANNA MARCHESINI SOLENGHI ANNA MARCHESINI

    Tullio Solenghi è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle sei del mattino, anche su Rai2 fino alle due.

     

    Solenghi ha parlato della sua carriera: «Da bambino ero abbastanza tranquillo però già con la follia di far divertire la compagnia. Se ne accorse il curato del paese in cui sono nato, sulle colline di Genova. Si accorse che già all'epoca facevo le imitazioni, quando c'erano le gite della parrocchia mi metteva in fondo a un pullman con un microfono a fare una specie di radio».

     

    solenghi il trio solenghi il trio

    Quando ho deciso di prendere questa strada, in famiglia sono stati ad osservare. A capire se effettivamente avessi l'attitudine per fare questo mestiere. Hanno voluto che prendessi anche il pezzo di carta, e mi hanno chiesto di avere tutte le carte in regola per mettermi in gioco. Sono stati genitori pazienti e maturi. La prima grande occasione? 1971, esordio in teatro, in uno degli spettacoli più visti».

     

    Sul trio formato assieme a Massimo Lopez e Anna Marchesini: «Ci continuano a dire che siamo nella storia, ma quando lo facevamo, non lo immaginavamo. Parlare del trio è come parlare di due fratelli. Uno, purtroppo, la sorellina, è scomparsa. Ed è stato un dolore atroce. A noi è mancata non solo la Anna del pubblico, ma proprio un nostro familiare stretto».

     

    il trio solenghi il trio solenghi

    «Parlare del trio è parlare di un periodo importante non solo della mia vita artistica, ma anche privata, la vita degli affetti. Quando ne parlo mi inizia a battere forte il cuore e mi viene il magone. Non ci rendevamo conto di quello che stavamo facendo, il nostro grande alleato, la nostra grande verifica, ce l'ha sempre data il nostro pubblico. Non abbiamo mai avuto paginone sui giornali, all'epoca eravamo tra i tanti».

     

    IL TRIO LOPEZ MARCHIESINI E SOLENGHI IL TRIO LOPEZ MARCHIESINI E SOLENGHI

    «Poi certo, abbiamo fatto 14 milioni di ascolto con i 'Promessi Sposi' ed è stata una cosa epocale. Anche se qualcuno aveva paura avessimo profanato un tempio. Siamo rimasti gli unici ad avere sperimentato in televisione la narrazione comica lunga».

     

    «Siamo stati sperimentali, siamo sempre stati autori di noi stessi, c'era un grande lavoro al tavolino, la penna sul foglio diventava un gramma, dovevano sempre arrivare idee nuove. Dopo un po' la nostra fantasia iniziava a boccheggiare. In quegli anni l'idea di quello che saremmo diventati non l'abbiamo mai percepita».

     

    I Promessi Sposi del trio Solenghi Lopez Marchesini I Promessi Sposi del trio Solenghi Lopez Marchesini

    Sulla nascita del trio: «Conobbi Anna a Torino facendo un po' di televisione per tirare a campare. Rimasi sconvolto, era un talento straordinario. Nacque subito tra noi una grande complicità anche a livello autorale. Facendo quella televisione si è cementato il nostro sodalizio artistico».

     

    «Due anni dopo ho fatto una trasmissione radiofonica, la chiamai e mi disse che stava facendo del doppiaggio con Massimo Lopez. Mi disse che Lopez sapeva fare di tutto con la voce. In questa casualità assoluta è nata una magia».

     

    I Promessi Sposi del trio Solenghi Lopez Marchesini I Promessi Sposi del trio Solenghi Lopez Marchesini

    Ancora sul Tullio Solenghi privati: «Indimenticabile la nascita delle mie figlie. Anche se ho sempre separato la mia vita pubblica da quella privata. Considero il mio un lavoro come tanti altri. Mi considero un artigiano dello spettacolo. I momenti importanti sono stati la nascita delle mie figlie e adesso recentemente dei miei nipoti».

     

    «Che nonno sono? Come papà ero presente e paziente, come nonno sono assolutamente succube dei due miei nipoti. Sono deliranti dietro questi due prodigi di tre e cinque anni. Vorrei scrivere testi traendo spunto solo da loro».

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