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    CHE ROTTURA DI SCOUT - “BOY” DA UNA PARTE, “GIRL” DALL’ALTRA: LE PIÙ POPOLARI REALTÀ DEL VOLONTARIATO GIOVANILE SE LE DANNO DI SANTA RAGIONE NEI TRIBUNALI DI MANHATTAN - COLPA DELL’APERTURA ALLE FEMMINE DA PARTE DELL’ASSOCIAZIONE MASCHILE, CHE FAREBBE COSÌ CONCORRENZA SLEALE AL MARCHIO DELLE RAGAZZE - TESSERE DI ISCRIZIONE, VISIBILITÀ E SOPRATTUTTO DONAZIONI PRIVATE E CONTRIBUTI PUBBLICI PER DECINE DI MILIONI DI DOLLARI: ECCO PERCHÉ LA COMPETIZIONE SI È INCATTIVITA


     
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    Giuseppe Sarcina per il ''Corriere della Sera''

     

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    Le «ragazze» accusano: «Ci rubate il marchio». I «ragazzi» rispondono: «State scatenando una guerra porta a porta». Lo scontro tra le organizzazioni di Scouts dura ormai da due anni. Ma alla vigilia di Natale le «Girl Scouts» hanno presentato una lunga denuncia alla Corte federale di Manhattan, accusando i rivali di aver condotto una campagna di reclutamento «fuorviante».

     

    Colpisce vedere due tra le più tradizionali e popolari realtà del volontariato giovanile accapigliarsi nei tribunali, schierando studi legali importanti e consulenti per la comunicazione. Per oltre cento anni non ci sono stati problemi di convivenza, garantita, però, dalla rigida separazione dei generi. Maschi da una parte, femmine dall'altra.

     

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    L'avventura dei «Boy» iniziò nel 1910, dalle idee di William Boyce, del naturista Ernest Thompson Seton e di Daniel Carter Beard, che si ispirarono agli insegnamenti del generale inglese Robert Baden Powell, il padre dello scoutismo mondiale. Nel 1916 il presidente Woodrow Wilson riconobbe ufficialmente «il valore educativo» del contatto con la natura e delle esperienze di vita collettiva.

     

    obama con bush e clinton obama con bush e clinton

    Da allora la divisa da «Boy Scout», «lupetto», «esploratore» o «avventuriero», diventò parte integrante nella formazione di diverse generazioni. Nell'albo d'oro figurano tante personalità in vista: almeno quattro presidenti, Gerald Ford, Bill Clinton, George Bush, Barack Obama; Neil Armstrong, il primo uomo sulla Luna; Bill Gates e diversi attori, da John Wayne a Harrison Ford.

     

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    La storia delle «Girl Scouts» scorre in parallelo. Furono fondate nel 1912 da Juliette Gordon Law, figlia di un mercante di cotone di Savannah, Georgia. A suo modo una delle pioniere nel movimento femminista. Viaggiò, conobbe anche lei il generale Robert Baden Powell e tornata a casa costituì il primo nucleo delle «Girl», perché «le ragazze dovevano formarsi un carattere forte e imparare ad affrontare anche gli aspetti pratici della vita».

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    Può sembrare paradossale, ma le cose si sono complicate nel 2017, quando i «Boy» decisero di aprire il club anche alle giovani. Qualcuno osservò che la decisione fu presa anche per tamponare il declino degli iscritti. Ancora negli anni Settanta erano circa cinque milioni; oggi sono 2,4, comprese circa 120 mila ragazze ammesse effettivamente a partire dal febbraio 2019.

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    Le «Girl Scouts» rispondono con 1,7 milioni di affiliate, cui si aggiungono 750 mila adulti volontari. A questo punto le due realtà competono su tutto: tessere di iscrizione, visibilità e soprattutto donazioni private e contributi pubblici per decine di milioni di dollari.

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    Da qui l'asprezza della contrapposizione. Si legge nelle carte depositate in tribunale dalle «Girl»: «La vostra strategia di marketing rappresenta un danno straordinario per la nostra organizzazione e ha causato un'esplosione di confusione tra le famiglie». In sostanza: i genitori iscrivono le figlie nei nuovi programmi proposti dai «Boy Scouts», pensando che siano, invece, quelli delle «Girl Scouts».

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    La difesa è altrettanto netta: «Veniamo incontro alle famiglie che per tanti anni ci hanno chiesto di aprire le nostre attività alle ragazze, di soddisfare il desiderio di diventare un "Eagle scout" (Il grado più alto raggiunto solo dal 4% degli Scouts, ndr). Noi, però, continuiamo ad apprezzare ogni ente che si propone di fortificare il carattere dei giovani, compreso quello delle "Girl Scouts"».

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