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    CHE S’HA DA FA’ PER UN TITOLO DI GIORNALE - LA BOLDRINI CAVALCA LA GIORNATA CONTRO IL FEMMINICIDIO E PUBBLICA I NOMI DI CHI LA INSULTA - CI SARA’ ANCHE QUELLO DI SALVINI CHE LA PARAGONO’ AD UNA BAMBOLA GONFIABILE? - LA PRESIDENTA RICEVE ANCHE GLI UOMINI MALTRATTATI DALLE DONNE


     
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    Cristina Nadotti per la Repubblica

    BOLDRINI BOLDRINI

     

    È sul web che si combatte una delle battaglie contro il sessismo e per questo, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Laura Boldrini decide di rendere pubblici i nomi di chi perseguita lei e altre sul web. Oggi, la presidente della Camera pubblica sulla sua pagina Facebook una selezione degli insulti che ha ricevuto da quando è a Montecitorio, senza omettere gli autori delle violenze verbali.

     

    Boldrini spiega così la sua denuncia mediatica: «Non dobbiamo essere noi donne a vergognarci perché subiamo quotidianamente violenze e insulti, ma gli individui squallidi che li scrivono ». Boldrini coglie l’occasione della mobilitazione generale, alla vigilia della grande manifestazione di Roma, per riportare alla ribalta il suo impegno contro l’istigazione all’odio sui social, un fenomeno che colpisce soprattutto le donne.

     

    SALVINI BOLDRINI 4 SALVINI BOLDRINI 4

    Ieri a Montecitorio, la presidente ha ricevuto una delegazione dei centri di ascolto di uomini maltrattanti e ha ricordato come, secondo i dati dell’Osservatorio italiano sui diritti, le destinatarie principali di insulti sui social siano le donne, alle quali è rivolto il 63 per cento di tutti i contenuti offensivi. Boldrini ha osservato che a seguito di tali violenze, «molte donne devono scegliere se rinunciare al dibattito sull’agorà digitale o chinare il capo e subire violenze inaudite».

     

    LAURA BOLDRINI LAURA BOLDRINI

    Non è la prima volta che la presidente della Camera rende noti gli insulti che le vengono rivolti; alcuni le sono arrivati da esponenti politici, come quando il leader della Lega Matteo Salvini l’ha paragonata a una bambola gonfiabile o Beppe Grillo ha invitato i lettori del suo blog a dire cosa avrebbero fatto in auto con la presidente della Camera, scatenando una valanga di insulti sessisti.

     

    E purtroppo basta scorrere le pagine dei social più usati per imbattersi subito in commenti e insulti irripetibili, sfogatoi di violenti protetti dall’anonimato. «Se pubblico gli insulti è per dire ai gestori dei social che è anche loro responsabilità agire contro l’incitamento all’odio. Vi pare libertà di espressione? — ha proseguito Boldrini — Sono contraria alla censura, ma questa violenza non ha nulla a che fare con la libertà».

     

    MESSORA SULLA BOLDRINI NON TI STUPREREMMO MESSORA SULLA BOLDRINI NON TI STUPREREMMO

    Il richiamo della presidente a un impegno generale contro il sessismo e gli stereotipi di genere sembra ancor più opportuno alla luce delle polemiche scatenate ieri dallo spot ideato dalla Rai per la giornata internazionale. Nel video, bambine e bambini parlano di ciò che vorranno fare da grandi, chi il poliziotto, chi la veterinaria. Poi appare una piccola, riccioli biondi e occhi azzurri sgranati, che dice: «Io finirò in ospedale perché mio marito mi picchia».

     

    laura boldrini laura boldrini

    Sui social è montata la protesta e le associazioni delle donne hanno chiesto alla Rai di ritirarlo: «Il messaggio che passa è che una bambina da grande sceglierà un uomo violento per marito, che non saprà mettersi in salvo, che non potrà scegliere la sua vita, che sarà picchiata e finirà in ospedale», e l’organizzazione della manifestazione di domani ha twittato: «Alle bambine insegniamo la ribellione, non la remissione!».

     

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