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    CHE SFIZI I VITALIZI - MARTEDÌ LA RESA DEI CONTI IN AULA - NEL PD CRITICHE DAI FIORONIANI E DALL’AREA DI ORLANDO – "PIU’ RINCORRI I GRILLINI E PIÙ LORO TI FREGANO" – ANCHE FORZA ITALIA È SPACCATA (MA GELMINI, MARA CARFAGNA, DEBORAH BERGAMINI ED ELIO VITO SPINGONO PER IL SÌ)


     
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    Andrea Carugati e Carlo Bertini per la Stampa

     

    RENZI TERRAZZA PD RENZI TERRAZZA PD

    Martedì la proposta di legge Richetti per tagliare i vitalizi dei parlamentari arriva in Aula alla Camera. Sulla carta i numeri sono molto ampi, con il Sì di Pd, M5S, Lega, Fratelli d' Italia e un fronte aperto in Forza Italia, dove alcuni deputati come Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Deborah Bergamini ed Elio Vito spingono per il sì.

     

    I bookmakers di Montecitorio prevedono che alla fine ci saranno pochissimi voti negativi. «È più probabile che i contrari, che ci sono anche da noi, si assentino al momento del voto», mettono le mani avanti nel Pd. Tra i Dem il clima è rovente: pure se sotto traccia e senza dare troppo nell' occhio, sono in molti ad esprimere delle perplessità.

     

    Intanto perché molti dirigenti, anche di primo piano, ritengono sia inutile inseguire i grillini su questo terreno, «più li rincorri e più loro ti fregano, dicendo che quello che fai non basta mai, ma poi sei tu a pagarne lo scotto con tutti i delusi e gli arrabbiati».

     

    matteo richetti matteo richetti

    Il problema è quello dei possibili ricorsi per incostituzionalità per i diritti acquisiti toccati con il ricalcolo degli assegni con il sistema contributivo. In questi giorni il Transatlantico è solcato da molti ex parlamentari che già hanno fatto i conti: a quelli con decenni di anzianità pare convenga il ricalcolo piuttosto che il contributo di solidarietà già varato mesi fa dalla Camera, che taglia le pensioni in proporzione alla loro ampiezza. Ma la gran parte delle centinaia di assegni erogati verrebbe decurtata.

    È nel Pd, che si intesterà ufficialmente la legge, che il diapason dei timori è al massimo.

     

    Enrico Morando Enrico Morando

    Non a caso la settimana scorsa, quando la commissione Bilancio è stata chiamata ad esprimere il parere, il relatore Pd Maino Marchi (e anche il deputato Mauro Guerra) hanno espresso una lunga serie di critiche. Marchi ha parlato del rischio di «macelleria sociale» nel caso in cui il ricalcolo contributivo fosse esteso a tutte le pensioni in essere per tutti i lavoratori. Nel caso specifico dei parlamentari, «si realizza un atteggiamento persecutorio verso la cosiddetta "Casta"».

     

    giuseppe fioroni giuseppe fioroni

    Critiche anche dal vice-ministro dell' Economia Enrico Morando (Pd) che ha posto rigidi paletti, chiedendo l' abrogazione dell' articolo 5 (che istituisce una sorta di gestione separata Inps per gli onorevoli) e «criteri puntuali» per il ricalcolo contributivo dei vitalizi: pena il rischio di avere alla fine una spesa superiore per le casse dello Stato. «Se queste condizioni non fossero rispettate il governo dovrebbe esprimere parere negativo», ha anticipato Morando.

     

    Alla fine il parere della Bilancio è stato favorevole. Con giudizi molto negativi di Rocco Palese di Forza Italia e di Gianni Melilla di Mdp, che ha richiamato i «rischi di incostituzionalità» paventati dalla presidente della Camera Laura Boldrini in relazione ai diritti acquisiti.

     

    ORLANDO ORLANDO

    Una partita ancora tutta da giocare, dunque. Tra i Dem va in scena anche uno scontro generazionale. Tra i firmatari della legge Richetti infatti si contano molti quarantenni renziani alla prima legislatura, da Simona Malpezzi a Marco Di Maio, da Edoardo Fanucci ad Alessia Rotta e Anna Ascani.

     

    Mentre ci sono più dubbiosi tra chi ha tre o più legislature alle spalle. In particolare, nelle riunioni interne si sono fatti sentire alcuni deputati vicini a Beppe Fioroni e dell' area del ministro Andrea Orlando. Il gruppo Pd si riunirà martedì prima dell' aula per discutere. Si annuncia una discussione accesa, ma il capogruppo Ettore Rosato intende tenere la barra.

    Mariastella Gelmini Mariastella Gelmini

     

    CARFAGNA CARFAGNA

    In Forza Italia la dinamica è simile, con un fronte di quarantenni tentati dal Sì. «La credibilità della politica passa anche da un segnale di sobrietà e rigore come questo», spiega la vice capogruppo Gelmini, che ha firmato la proposta oltre un anno fa e ribadisce di parlare a titolo personale. «Dopo una legge come la Fornero chi siede nelle istituzioni non può far finta di niente. I rischi di costituzionalità? Mi pare che questa legge rispetti lo spirito delle ultime sentenze della Consulta». Se la legge passerà alla Camera, resta l' incognita del Senato, dove la resistenza si preannuncia ancora più forte e dove i numeri sono esigui. Ed è proprio il bastione del Senato l' ultima speranza di chi spera in un nulla di fatto.

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