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    CHE TRAVAGLIO DIRIGERE L'ORGANO UFFICIALE DEL GOVERNO - SE VOLETE LA RISPOSTA ALLE DOMANDE DI 'REPUBBLICA' E 'LA VERITÀ' AL GOVERNO SUL RAPPORTO (INASCOLTATO) CHE IL 12 FEBBRAIO METTEVA IN GUARDIA DALL'EPIDEMIA DI CORONAVIRUS, INUTILE CHIEDERE A CONTE O CASALINO. APRITE IL ''FATTO'' E TROVERETE LA DIFESA ACCORATA DEL PREMIER, VITTIMA DI GIORNALISTI CHE OSANO CHIEDERGLI QUALCOSA (CHE SCREANZATI) - SE INVECE VOLETE SENTIRE LA VOCE DEL PREMIER DOPO SETTIMANE DI SILENZIO STAMPA, LA POTRETE ASCOLTARE (MA VA?) ALLA FESTA DEL ''FATTO'', DOVE GOMEZ E PADELLARO LO INCALZERANNO SENZA DUBBIO (SEGUE SCANZI AI PIEDI DELLA FERILLI)


     
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    DAGONEWS

     

    Se volete trovare la risposta alle domande che pongono ''Repubblica'' e ''La Verità'' al governo sul rapporto del 12 febbraio che parlava dei rischi dell'epidemia da coronavirus, faticherete a trovare una risposta di Conte, che da settimane ha fatto calare un silenzio stampa quasi totale. D'altronde sa che, dalla scuola all'economia, dalla gestione della ripartenza al MES, come si muove qualcuno è pronto ad azzannarlo.  

     

    conte travaglio conte travaglio

    Per fortuna, basta andare dal proprio edicolante di fiducia e chiedere una copia odierna dell'organo ufficiale del governo, ''il Fatto Quotidiano'', per trovare una difesa a tutto spiano del povero Presidente del Consiglio, circondato da screanzati che osano fargli domande. In prima pagina troneggia l'editoriale di Travaglio, che ormai dovrebbe farsi girare lo stipendio da Casalino (povero Rocco, stava in Puglia a limonare duro con il suo finto ex fidanzato). A ogni obiezione contro il suo adorato premier, Marcolino replica: ''E voi che avreste fatto al suo posto?''.

     

    Che comodità! Una risposta-passepartout per qualunque politico: se non puoi dimostrare che avresti fatto diversamente, e come lo avresti fatto, e quando lo avresti fatto, non puoi criticarmi. Ora possiamo anche chiudere i giornali: basta rispondere così e si risparmiano ettolitri di inchiostro.

     

    Ah, se volete sentire di nuovo la voce di Conte, indovinate un'occasione in cui interromperà il suo silenzio stampa? Ovvio, alla festa del ''Fatto Quotidiano'', dove sabato alle 12 sarà bersagliato dalle domande al semolino dei suoi temibili contestatori, Antonio Padellaro e Peter Gomez. Segue intervista di Andrea Scanzi a Sabrina Ferilli, che con il marito Flavio Cattaneo è molto amica del giornale che fa le pulci ai capitalisti dal licenziamento facile (tranne uno).

    giuseppe conte marco impagliazzo rocco casalino giuseppe conte marco impagliazzo rocco casalino

     

     

    SU VIRUS E RITARDI IL SILENZIO DEGLI INDECENTI

    Mario Giordano per ''La Verità''

     

    Eppure non si muove. Nulla. Solo silenzio e imbarazzi, imbarazzo e silenzi. La notizia del documento sul coronavirus, arrivato sul tavolo del governo il 12 febbraio scorso, che rivelava tutto quello che sarebbe successo nelle settimane successive, con tanto di previsione azzeccata persino sul numero dei morti, viene sepolta sotto una spessa coltre di distrazione. L' aveva anticipata domenica mattina Repubblica. Nessuno, tranne noi, l' ha ripresa con evidenza.

     

    Nemmeno la medesima Repubblica, che pure un tempo su certe magagne dei governi era capace di imbastire tormentoni mica da ridere. Il tempo delle dieci domande al premier, evidentemente, è passato da un pezzo. O il governo Conte, per qualche motivo, non dev' essere disturbato. Così, persino nel quotidiano di proprietà degli Elkann, dopo aver lanciato il sasso, nascondono la mano. E si mettono il bavaglio. Pardon, la mascherina.

    giuseppe conte e rocco casalino giuseppe conte e rocco casalino

     

    Eppure insistere, visto l' argomento, sarebbe quasi doveroso. Forse siamo strani noi. Ma ci pare che una notizia del genere non possa essere archiviata come un incidente stradale in periferia o gli ultimi attorcigliamenti di Nicola Zingaretti sulla legge elettorale.

    Anzi, peggio: gli ultimi attorcigliamenti di Zingaretti sulla legge elettorale (per non dire le foto di Luigi Di Maio al mare con la fidanzata) sono seguiti con più tenacia e insistenza rispetto alla rivelazione di questo documento, che è stato subito tolto di mezzo, come se non ponesse alcuni interrogativi cruciali per la nostra democrazia. Interrogativi che riguardano il governo. Le sue decisioni. La tutela della nostra salute. I rapporti con i Paesi stranieri. Le informazioni che ci sono state date. E soprattutto quelle che sono state negate. Possibile che nessuno sia interessato a sapere? A chiarire? A capire?

     

    In un Paese normale il giorno dopo un simile scoop il presidente del Consiglio verrebbe chiamato a spiegare in Parlamento. O almeno davanti alla stampa. Invece da noi fioccano soltanto i commenti su Di Maio al mare. E va beh.

     

    conte speranza conte speranza

    A questo punto mi viene il sospetto di non aver capito bene. Scusate, ma è vero che il 12 febbraio al ministero della Salute si è tenuto un incontro con il professor Stefano Merler, ricercatore della Fondazione Bruno Kessler? È vero che in quello studio si stimavano un milione di contagiati e la necessità di creare nuovi spazi nelle terapie intensive? È vero che in base ai numeri forniti dal professor Merler si arrivava a una stima dei morti vicino ai 35.000, cioè quella che realmente si è verificata? È vero che al ministero della Salute lo studio è stato preso molto sul serio?

     

    È vero che è stato preso talmente sul serio da essere segretato per non impressionare gli italiani? E allora perché diavolo, avendo tutte queste notizie, né il ministero della Salute né il presidente del Consiglio hanno fatto niente per fermare l' epidemia? O, almeno, per attrezzare gli ospedali? Perché il leader di uno dei partiti di maggioranza (Nicola Zingaretti, quello della legge elettorale) andava in giro a bere apertivi dicendo che non c' era alcun pericolo, salvo poi prendersi il coronavirus? Chi ha sbagliato? E perché?

     

    Ripeto: forse saremo strani noi. Ma ci pare bizzarro che non si pretenda chiarezza su una delle pagine più drammatiche e oscure della nostra storia. La cronologia dei fatti è impietosa. Il 31 gennaio il governo decide di proclamare lo stato d' emergenza. Il decreto viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale il primo febbraio. Il 6 febbraio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, va in una scuola cinese (siamo all' epoca in cui «il problema non è il virus ma il razzismo»).

     

    E già qui cominciano i dubbi: ma come? Proclami lo stato d' emergenza e metti a rischio la salute del Capo dello Stato? Poi ecco: il 12 febbraio arriva lo studio che, per l' appunto, anticipa esattamente tutto quello che succederà. Ma il governo lo mette nel cassetto. Non fa nulla di quello che sarebbe necessario. Anzi, il 15 febbraio spedisce due tonnellate di mascherine in Cina. Ma vi pare? Il 21 febbraio viene proclamata la prima zona rossa, quella di Codogno. Il 27 febbraio Zingaretti prende l' aperitivo a Milano («parola d' ordine: normalità»). Il 9 marzo, alla faccia della normalità, viene proclamato il lockdown. E noi scopriamo di essere senza mascherine.

     

    Conte Speranza Conte Speranza

    Anche perché le abbiamo spedite in Cina. E siamo anche senza respiratori. Anche perché nessuno s' è premurato di acquistarli seppur se gli esperti dicessero che erano necessari. Siamo pazzi noi a chiedere spiegazioni?

     

    O è pazzo chi ha permesso che tutto ciò accadesse?

    Il premier, Giuseppe Conte, va in giro vantandosi di essere er mejo fico del bigoncio. Dice che lui rifarebbe tutto. Che ha sbagliato poco o nulla. E che il modo in cui l' Italia ha gestito l' epidemia è indicato come modello positivo in tutto il mondo. Può essere. Non mettiamo limiti alla Provvidenza, anche alla Provvidenza retroattiva. Ma per essere certi che tutto sia filato davvero nel migliore dei modi, ci scusi presidente, forse sarebbe opportuno finirla con i silenzi, le reticenze e i documenti misteriosi. Forse sarebbe opportuno rendere pubblici tutti i verbali del Cts (finora ne sono stati pubblicati solo una minima parte).

     

    E forse sarebbe opportuno rispondere alle domande che il documento del 12 febbraio pone con evidenza: perché avete aspettato un mese a intervenire? Perché in quel mese non avete preparato un piano pandemico? E perché non avete attrezzato gli ospedali? Perché non avete recuperato respiratori e materiale sanitario? Perché al contrario avete regalato mascherine alla Cina? Non si può governare in modo democratico il Paese senza chiarire tutto ciò. Lo so che attorno a lei c' è tanta gente che fa finta di niente, fischietta e gira la testa dall' altra parte. Ma non s' illuda: noi non la molleremo così facilmente. Le nostre domande saranno più ostinate dei suoi misteri.

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