DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
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Da quando è sbucato sulla scena politica, nel ruolo di “Gianni Letta della Meloni”, Giovanbattista Fazzolari è subito finito nel mirino delle miriade di imprenditori, manager e leccaculi vari e avariati che smaniano di incontrarlo per saltare sul carro della Ducetta.
Un tipo tosto, preparatissimo, gran lavoratore (alla 6 è sveglio per leggere i quotidiani e alle 9 ne parla con la Ducetta) e molto riservato: il cinquantenne senatore non va a cafonalizzarsi da nessuna parte, zero partecipazioni ai talk, si fa vivo solo quando affianca la Meloni negli incontri importanti.
Ora sulla scrivania del responsabile del programma di Fratelli d’Italia brilla una pila alta così di richieste di incontri, al 99 per cento destinate a finire nel cestino. Potrebbe ricoprire il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, un incarico importantissimo, estremamente nevralgico nella gestione del potere, ma che ti spreme h24.
GIORGIA MELONI GIOVANBATTISTA FAZZOLARI
Ma, davanti a una rogna più grossa dell’altra, Giorgia non può permettersi di fare a meno dei consigli del suo Fazzolari, ha bisogno di averlo accanto anche lei h24. (Più probabile Guido Crosetto, se riesce a chiudere le sue società di consulenza e fare a meno della cuccagna che gli arriva in tasca da presidente dell’Aiad).
"SONO IL SINTETIZZATORE DI FDI". PARLA FAZZOLARI, L'HEGEL DELLA MELONI
Carmelo Caruso per “il Foglio” – 1 settembre 2022
Il “Gianni Letta di Giorgia Meloni”, ma la fanno anche “prossimo sottosegretario alla presidenza” e ovviamente “capo di gabinetto”, “macchina”, “snodo” del futuro governo di centrodestra.
Giovanbattista Fazzolari, chi è?
“Di sicuro la mia figura non si avvicina a quella di Gianni Letta. Non gestisco ‘macchine’ e neppure ‘reti’ di potere. Lo dico ovviamente con profondo rispetto per Gianni Letta”.
Dunque che fa?
“Sono senatore di FdI. Ricopro l’incarico di responsabile del programma del partito e tale mi basta rimanere. Sono il sintetizzatore di Giorgia Meloni”. Il filosofo della sintesi era Hegel.
Sintetizziamo la questione rigassificatore di Piombino. Lo fate o no?
“Il rigassificatore va fatto. E più di uno”. Va fatto a Piombino, città amministra da FdI? “Se sarà Piombino verrà stabilito dopo aver concluso tutti gli adempimenti e valutato i costi-benefici”.
E se Piombino dovesse andare benissimo?
“Si possono immaginare compensazioni per la comunità. Servono ad abbassare il grado di conflittualità. Sicuramente va gestita in maniera intelligente”.
E’ figlio di un diplomatico, Michele Lucia Fazzolari. Suo padre era di destra?
“Socialista”.
Sua madre?
Professoressa”.
Materie?
“Storia e letteratura italiana”.
E’ dannunziano?
“Veramente amo la letteratura francese. Il mio libro preferito è ‘L’uomo che ride’ di Victor Hugo. L’altro è i ‘Ricordi e Pensieri' di Marco Aurelio. E poi tutto Dumas”.
Si dice che abbia un’ostilità verso la Francia. Cosa le hanno fatto di male i francesi?
“E se invece conoscessi meglio io la Francia rispetto a tanti altri?”.
Ha studiato al liceo francese, lo Chateaubriand, è così?
“Sì, e ho vissuto a Metz, frequentato per cinque anni le scuole francesi, abitato ad Ankara. Con mio padre sono stato a Buenos Aires, Melbourne. Ammiro De Gaulle. Nessuna ostilità, ma conosco la società francese”.
Con la Francia, l’Italia che rapporti avrà con Giorgia Meloni premier?
“L’Italia non sarà più junior partner della Francia. Si parla tanto di postura. Ebbene, l’Italia non sarà più socio di minoranza. Ricordo frasi pronunciate da uomini di sinistra come “caro presidente Macron, la capitale d’Italia è Parigi”. Una banalità. A sinistra, nel Pd, è pieno di personalità, anche di primo piano, che hanno ricevuto la legion d’onore. Una quantità che non ha eguali in altri parti del mondo”.
Lei rifiuterebbe la legion d’onore?
“Da politico io la rifiuterei. Prima viene il mio paese. Per me sarebbe un conflitto”.
In una precedente intervista ha consigliato a Mario Draghi di alzare la voce in Europa per ottenere il price cap.Torna l’Italia del “dobbiamo battere i pugni sul tavolo”?
“Facciamo chiarezza. Rimprovero il silenzio, la timidezza del Pd, di Enrico Letta. Ho sentito frasi cariche di astio, odio, nei confronti della Polonia ma nessuna critica contro l’egoismo di Germania e Olanda. L’Italia non deve inginocchiarsi. Se l’Europa non accetta il price cap sarà evidente a tutti che nasceranno due Europe”.
Le proposte di FdI energetiche, quali sono?
“Bisogna avere un collegamento con la Spagna già dotata di rigassificatori. Ce ne serviranno almeno 10. A livello nazionale si può intervenire sul prezzo unico nazionale sganciandolo dal prezzo del gas. Anche il ministro Roberto Cingolani ne ha parlato”.
E’ un ministro del governo Draghi. Resterà?
“Qualunque tecnico non ideologico, competente, ha la nostra considerazione. La sinistra sceglie per ortodossia, la destra per capacità. Cingolani è una figura di valore”.
Chi sarà il vostro ministro dell’Economia? La voce è che molti competenti si stiano rifiutando.
“Roberto Gualtieri che è stato ministro dell’Economia, del Pd, era laureato in storia contemporanea e si è occupato di conti pubblici?”.
Quindi?
“Il nostro ministro sarà laureato in economia”.
Chi legge i vostri programmi osserva che sono sparite le vecchie prigioni ideologiche. Il direttore del Foglio, ci ha scritto un libro, “Le catene della destra” (Rizzoli). Vi siete, finalmente, liberati e non mettete più in discussione l’Europa?
“Si riparte dal rapporto a tre Italia-Francia-Germania, ma va riequilibrato”.
Il Pnrr va riscritto?
“Abbiamo detto una cosa diversa. Non si può non tenere conto dei costi diversi delle materie prime dopo la guerra in Ucraina”.
Al primo Cdm farete i decreti sicurezza come chiede Salvini?
“Vanno bene, ma chiudere i porti abbiamo visto che è impossibile”.
Non è FdI che ha proposto il blocco navale?
“E’ una scorciatoia semantica. FdI vuole ripartire dalla missione Sofia”.
Quale è il pensatore di Fazzolari?
“Nassim Taleb autore de “Il Cigno nero” e “Antifragile”. Un autore che va letto”.
La fiamma verrà tolta dal simbolo di FdI?
“Giorni fa ho letto un articolo dal titolo ‘perché non basta togliere la fiamma’. Ci chiederanno sempre di togliere qualche altra cosa”.
Abbiamo finito di parlare con la classe dirigente di FdI?
“Il Pd ha un ceto di potere che si spaccia per classe dirigente. La nostra fortuna è avere una classe dirigente che non è un ceto di potere”.
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