Giuseppe Alberto Falci per www.corriere.it
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È la prima donna, undici anni dopo la candidatura di Rosi Bindi, a contendersi la leadership del Partito democratico (si vota ai gazebo il 3 marzo: sette candidati, ecco chi sono). «Vi chiedo però una cortesia vorrei che non si parlasse di donne ma di contenuti». Maria Saladino insiste, ci crede, poi si ferma e ripete: «Il mio motto? Pensare alla gente».
Al minuto dieci della telefonata questa calabrese di Castrovillari, classe ’82, una laurea in politica delle relazioni internazionali, iscritta al Pd dal 2014 con tanto di candidatura alle ultime europee – 26 mila preferenze – insiste che il suo profilo è l’unica vera «novità» del prossimo congresso del Pd.
Una corsa quella alla segreteria che vede in campo Nicola Zingaretti, Marco Minniti, Maurizio Martina, Cesare Damiano, l’outsider Dario Corallo. E infine, lei, “Mariella” Saladino che è più che convinta di sfidare un governatore di una regione, un ex ministro dell’Interno, un segretario uscente e un ex presidente della commissione Lavoro. E soprattutto crede la vittoria non appartenga alla sfera delle cose impossibili. «Scusi, ma qual è il problema? Ho la consapevolezza che si può fare. Non voglio assolutamente spezzare il sogno», sbotta.
Il programma
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Ha già aperto la segreteria nazionale nella sua Castrovillari e nelle prossime ore divulgherà un programma che verterà attorno «all’occupazione giovanile». E le firme, riuscirà a raccogliere le firme? «Certo, perché non dovrei farcela? Guardi che la mia candidatura nasce da un progetto politico chiamato Piazza dem di cui sono presidente». Resta adesso da capire come riuscirà a convincere gli elettori del Pd. «So di non essere conosciuta ma non appena la gente mi sentirà parlare cambierà idea». Dei suoi avversari preferisce non parlarne.
«Sono persone stimabilissime, ma ritengo siano delle ripetizioni del passato. Urge, cambiare». Tuttavia se alle primarie nessuno raggiungesse il 50% più uno si prefigurerebbe un ballottaggio in assemblea fra Zingaretti e Minniti. E lei da che parte starebbe? «Non ci voglio pensare…», dissimula.
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Intanto sul suo profilo Facebook c’è in bella mostra più di una sua foto con Minniti che lascia presagire una stima nei confronti dell’ex ministro. «Certo, è del mio partito, la stupisce?». Non si definisce una renziana, né, assicura, lo è mai stata: «Ho creduto nel cambiamento da lui propugnato, ma non in Renzi». «Io – spiega - sono libera dalle appartenenze. Sono un’iscritta al partito. Punto. L’unica cosa che le posso dire è che sono socialista». E che fino al 3 marzo “Mariella” da Castrovillari sarà libera di sognare di diventare segretaria del Pd.
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