PAOLO LORENZI per il Corriere della Sera
marquez 1
L'attesa è finita. La parola passa ai motori dopo un'astinenza interminabile (245 giorni dall'ultimo gran premio). I mesi passati in casa forse hanno intaccato il morale dei piloti, di certo non il talento. Occhi puntati su Marquez, Quartararo, Vinales, Dovizioso, ma il perno di ogni discorso è ancora a lui: Valentino Rossi.
A 41 anni il Dottore è pronto per l'ennesima sfida, confermarsi al vertice, tenere a bada i giovani pronti a raccoglierne l'eredità. Nove titoli e un'aurea leggendaria non bastano ad appagarne lo spirito. Il 46 in realtà ha una gran voglia di ricominciare, di saltare in sella alla sua Yamaha per fare quello che sa fare meglio. «Finalmente si riparte, mi mancava la mia M1» ha detto alla viglia. Vincere non è scontato, capire cosa gli serve per riuscirci è invece perentorio.
marquez e il suo team
Nel 2021 gli hanno promesso una moto ufficiale nel team Petronas con Morbidelli (appena riconfermato). Cambiare squadra non è mai stato un ostacolo. Dalla Honda, alla Yamaha, da quest' ultima alla Ducati e ritorno, ogni volta un nuovo inizio. Il prossimo però sarà l'ultimo di una carriera infinita. Manca qualche tassello da sistemare, ma anche la possibilità di verificare la competitività e il feeling con la moto che l'anno venturo finirà nelle mani di Fabio Quartararo.
L'enfant prodige è il talento emergente, nell'immaginario l'uomo destinato a battere Marquez, il fenomeno indiscusso. Lo spagnolo è il riferimento, l'asticella da superare per chi ambisce al vertice della Motogp. Guida una Honda potentissima che solo lui sembra in grado di spremere al massimo.
valentino rossi
La casa giapponese potrebbe fargli un monumento, invece ha deciso di spostare suo fratello Alex nel team LCR, da 2021. Dalla squadra ufficiale a una moto satellite, senza nemmeno una gara per dimostrare di essersi meritato il posto. Un dispetto che in prospettiva potrebbe riflettersi sulle scelte del 93. La Motogp ha raggiunto un livello impensabile. Le potenze fanno tremare i polsi (si parla di 290 cv), quelli in grado di sfruttarle davvero sono pochi. Si contano sulle dita di una mano. Marquez è in assoluto il più dotato, Dovizioso c'è arrivato con una lunga pratica e una volontà di ferro. Ma gli manca ancora qualcosa: per tre volte secondo negli ultimi Mondiali, ha vinto il titolo simbolico di campione degli umani.
marquez 9
Ma in Spagna arriva convalescente per i postumi dell'infortunio in una gara di cross. Il marziano resta il suo cruccio, ma pure per la Ducati che nei test invernali non ha brillato come al solito. Forse ci riuscirà Vinales, corroborato dal posto di prima guida per il prossimo biennio in Yamaha. Nei test invernali ha trovato una moto migliore, ripulita dalle magagne che si tirava dietro da troppe stagioni. La casa di Iwata non può aspettare ancora, dopo aver ribaltato il vertice tecnico.
Nel Mondiale sprint che parte da Jerez (tredici gare in quattro mesi) il «gitano» dovrà scattare bene. E le partenze non erano fino all'anno scorso la sua arma migliore. E poi attenzione agli outsider: Rins e Mir, i giovani alfieri di una Suzuki in lenta ma continua crescita; Jack Miller, galvanizzato dal posto ufficiale in Ducati dal 2021, in sostituzione di Petrucci. Il ternano passerà, suo malgrado, alla KTM del team Tech3, nonostante una vittoria e due podi nel 2019. Cerca rivincita, così come i neo arrivati cercheranno di farsi largo. Marquez jr. per cominciare, ma pure Brad Binder con la KTM. La sfida è aperta.
quartararo
QUELLA SERIE DI VERIFICHE CHE VALENTINO VUOLE FARE
GIORGIO TERRUZZI per il Corriere della Sera
Un inizio segnato da molti finali. La vigilia del primo Gp 2020 risente di quanto accaduto nella lunga sosta. Mercato, soprattutto, per una galleria di facce perplesse. Quella di Valentino, per cominciare. Cambierà box a fine stagione, ma resta qualche nodo da sciogliere prima di accontentarsi davvero dello scambio con Fabio Quartararo. Sono due i temi in discussione.
vinales
Il primo è intimo, riguarda una serie di verifiche che Valentino vuol fare su se stesso dopo un 2019 complicato al punto da rendere oscura un'analisi sulle responsabilità proprie o della Yamaha.
La sospensione causa virus ha reso impossibile ogni chiarimento in pista e saranno quindi le prime gare ad offrirgli una misura della propria tenuta. Per questa ragione è assai probabile che il nuovo contratto con Yamaha - contrariamente a molte aspettative - preveda un anno più opzione per il 2022. Come dire: vediamo come vado, come va la moto, come funzionano gli automatismi nel team Petronas, poi decidiamo se continuare o meno.
rossi vinales
Anche perché, pur divertendosi ancora come un ragazzino, di battersi per semplici piazzamenti a Rossi non interessa granché. Il secondo tema riguarda l'organigramma della squadra. Tecnici, meccanici, addetti vari che Rossi vorrebbe tenersi vicini, che la Yamaha vorrebbe trattenere, senza contare l'organico già completo in casa Petronas. La ragione della firma ritardata sta qui.
Nulla di insormontabile, pedine importanti da collocare parlando con i responsabili delle due strutture nei weekend di Jerez, piuttosto che via web. Rossi è allenato, carico, pronto. Il suo ultimo viaggio nella squadra ufficiale, proprio dalla Yamaha verrà analizzato al dettaglio telemetrico. Considerando che Quartararo non ha ancora vinto una gara in Motogp, ha collezionato un numero sin troppo galvanizzante di elogi e dovrà gestire complessità assai diverse, una volta promosso. Trattasi di battere Marquez. Per farlo, essere veloci non basta affatto, come ha imparato proprio Valentino.
valentino rossi
valentino rossi