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    UN CANDIDATO SANSA INFAMIA E SANSA LODE - IN LIGURIA TROVATA L'INTESA TRA PD E M5S SUL GIORNALISTA FERRUCCIO SANSA CHE SFIDERÀ TOTI - PREVALE LA LINEA DEL VICESEGRETARIO NAZIONALE, ANDREA ORLANDO. TAGLIARE I PONTI A SINISTRA NON SAREBBE STATO CONCEPIBILE PER LA SEGRETERIA ZINGARETTI - I RENZIANI SI SFILANO: ANDRANNO AL VOTO DA SOLI...


     
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    EMANUELE ROSSI, MARIO DE FAZIO per la Stampa

     

    FERRUCCIO SANSA FERRUCCIO SANSA

    Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Il tormento, però, è durato 35 giorni. Tanti ne sono trascorsi da quel vertice a Roma, il 9 giugno, in cui Ferruccio Sansa era a un passo dall'investitura a candidato presidente della Regione per i giallorossi.

     

    Tutto si chiude dove era iniziato, all'interno del Pd ligure. Ma stavolta, invece di far saltare il banco, i dem votano un documento con cui incoronano - di fatto, pur senza nominarlo - il giornalista come antagonista di Giovanni Toti.

     

    La giornata è l'ennesimo tourbillon di incontri, chat, telefonate, vertici. Tra i dem, sia gli esponenti della maggioranza zingarettiana che la minoranza di base riformista si vedono separatamente, prima della segreteria regionale che fa da antipasto alla direzione convocata alle 20.30, e che prosegue fino a notte inoltrata. I veti su Sansa, come chiaro ormai da giorni, cedono, soprattutto a Genova.

     

    ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

    Solo a ponente, ancora ieri, qualcuno prova a opporsi. Ma a Roma danno l'intesa già siglata prima di cena. La forma, che in politica resta sostanza, racconta però d'un documento elaborato dalla segreteria regionale con cui si fissano due paletti. Il primo: dare mandato al segretario, al vertice con gli alleati già convocato per stasera, di fare un ultimo, disperato tentativo su Paolo Bandiera.

     

     Estremamente improbabile, visto che i grillini hanno già rispedito al mittente più volte l'idea, su cui peraltro i renziani non hanno fin qui aperto. Il secondo punto del documento descrive il probabilissimo esito finale: individuare il candidato più coerente con il programma stilato da Campo progressista e M5S.

     

    NICOLA ZINGARETTI LUIGI DI MAIO NICOLA ZINGARETTI LUIGI DI MAIO

    Una tesi con due corollari evidenti: si va su Sansa, gradito anche alla sinistra. E resta fuori dall'accordo Italia Viva. Prevale la linea del vicesegretario nazionale, Andrea Orlando, sostenuto dall'altra big del partito ligure, Roberta Pinotti. Tagliare i ponti a sinistra non sarebbe stato concepibile, per la segreteria Zingaretti.

     

    E Sansa garantisce uno schema di gioco più coerente. Oltre che una forza elettorale e una notorietà decisamente maggiori rispetto a Fausto Massardo, certificate dai vari sondaggi che sono stati vagliati.

     

    A metà pomeriggio, intanto, arriva lo strappo del professore. Annunciato già nei giorni scorsi, nonostante il gentlemen agreement tra i due sfidanti siglato nelle scorse settimane: se la scelta ricadrà su uno dei due, l'altro non forzerà. Ma il dualismo si è acutizzato e, a metà giornata, nelle chat del Pd gira con insistenza un messaggio che attribuisce a Massardo la volontà di mettersi a disposizione nel caso in cui arrivasse l'indicazione su Sansa.

     

    ferruccio sansa ferruccio sansa

    La reazione di Massardo, raccontano i suoi fedelissimi, è furente. E il prof si sfoga sui social: pur manifestando «massima stima» nei confronti del rivale, l'ex preside di Ingegneria ammette che «non sono disponibile a ruoli subalterni», confermando l'intenzione di correre a prescindere dall'indicazione dei partiti.

     

    È un rilancio, l'ultimo, in una partita a poker in cui il professore sembra aver capito di non avere più le carte per portarsi a casa il piatto. Anche perché, ormai da giorni, è chiaro che Massardo non è più il candidato preferito dai grillini. I Cinquestelle, ancora ieri, erano sul punto di esternare pubblicamente il proprio sostegno a Sansa.

     

    toti toti

    Se si è scelto di non farlo è stato per una sorta di cortesia nei confronti dell'alleato: uscire a poche ore dalla riunione dem avrebbe avuto il sapore dell'invasione di campo.Sono passate poco più di due settimane dalla virata del M5S su Massardo - più tattica che per convinzione - ma sembra passata un'era. Il "bacio" di Renzi al prof, per i grillini, è stato fatale.

     

    Su Massardo si appresta ormai chiaramente a confluire Italia Viva, tagliata fuori dai giochi con la probabile indicazione su Sansa. Il giornalista era l'unico nome su cui era stato messo un veto, direttamente da Renzi. Impossibile rimangiarsi la parola. I renziani sono a un passo dal virare sul docente sebbene la risorsa interna Elisa Serafini non sia accantonata del tutto.

    massardo massardo

     

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