1- A2A: MERCOLEDI' VERTICE PASSERA-TABACCI SU RISIKO ENERGETICO
Radiocor - Torna sotto i riflettori del Governo il progetto di una grande multiutility nazionale. Mercoledi', secondo quanto risulta a Radiocor, si terra' infatti a Roma un vertice tra l'assessore al Bilancio di Milano, Bruno Tabacci, e il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera. L'incontro, comunque fissato da tempo, avra' diversi argomenti all'ordine del giorno tra cui il risiko energetico, recentemente rivitalizzato dalla fusione Acegas-Hera con l'ingresso del Fondo Strategico di Cdp nel capitale, e la Sea con la possibile valorizzazione del ruolo di Malpensa.
Tabacci rappresenta il Comune di Milano, grande socio di A2A, secondo produttore energetico nazionale dopo l'acquisizione di Edipower, e piu' volte indicata come capofila di una possibile multiutility del Nord. Proprio in vista di un simile progetto, nei mesi scorsi, Passera aveva fatto elaborare uno studio da McKinsey, che ipotizzava l'aggregazione tra A2A e Iren con il successivo ingresso nel capitale del Fondo Strateg ico dopo un aumento di capitale da 1 miliardo. Lo stesso Passera, nel weekend, ha sottolineato la necessita' di una scelta strategica tra Linate e Malpensa, altro argomento che verra' affrontato nel vertice con Tabacci.
BRUNO TABACCI jpeg
2- SEA RIAPRE IL CASO LINATE: LO SCALO VA RIDIMENSIONATO...
Francesco Spini per "la Stampa"
Quattro anni dopo l'addio di Alitalia a Malpensa, la Sea riapre il caso Linate. Lo scalo che nel tempo è divenuto un «vantaggio competitivo» per i vettori nordeuropei che dirottano la clientela del Nord Italia verso i propri hub di riferimento (Francoforte, Monaco, piuttosto che Amsterdam o Parigi) deve tornare alle origini, ossia alla sola navetta Milano-Roma. E rendere così più attrattiva Malpensa, in quella che, secondo il presidente e ceo di Sea, Giuseppe Bonomi, «è una delle proposte più concrete per la crescita del Paese» visto che darebbe «una maggiore accessibilità intercontinentale diretta».
ROBERTO FORMIGONI CIRCONDATO DALLE TELECAMERENel riportare il tema al centro della discussione la società di gestione degli aeroporti milanesi - prossima alla quotazione in Borsa - prende spunto dai risultati di una ricerca commissionata a «The European House - Ambrosetti» e presentata nel corso dell'omonimo Workshop di Villa d'Este. Nell'occasione anche il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, dice che a suo tempo è stato «un grande errore» la mancata integrazione tra i due scali. Ma, afferma, «se c'è la volontà c'è ancora il tempo per farlo».
MALPENSALo studio da cui riparte il dibattito sugli aeroporti lombardi parla di tutto il frammentatissimo sistema italiano. Segnala l'urgenza di un piano nazionale degli aeroporti per razionalizzare il sistema; e Passera assicura che «dopo tanti anni in poche settimane» sarà pronto: «è un lavoro in gran parte preparato», spiega.
Poi la ricerca affronta il nodo milanese suggerendo di riportare l'aeroporto di Linate «alla configurazione originariamente prevista secondo il primo Decreto Burlando, concentrando tutti i voli di breve e medio raggio sulla infrastruttura strategica dell'aeroporto di Malpensa» e relegando Linate a terminale del solo Milano-Roma. Infine propone di «completare la liberalizzazione dei diritti di traffico» in particolare quelli di "quinta libertà".
AEROPORTO DI LINATECiò renderebbe Malpensa più attrattiva per le compagnie di lungo raggio extraeuropee per diventare un hub multivettore. Tutte queste azioni insieme, dice lo studio, potrebbero valere la bellezza di 2 punti di pil l'anno, si sostiene. Con lo spostamento dei voli da Linate a Malpensa, l'impatto economico totale di Malpensa nel 2015 potrebbe arrivare a 27 miliardi di euro.
Oggi invece da Linate non solo partono passeggeri in «fuga» verso hub europei, ma lo scalo svolge anche una funzione di transito, di interconnessione, che «non sarebbe nemmeno totalmente lecita, ai sensi del Decreto Bersani oggi in vigore, perché Linate non è stato autorizzato, concepito come aeroporto hub. Interpretazioni un po' lasche consentono di utilizzare Linate come tale», dice Lanfranco Senn, direttore del Certet Bocconi e tra i curatori della ricerca.
alitalia 001La missione, dunque, è rompere il cannibalismo di Linate su Malpensa. Del resto le obiezioni che portarono l'Ue a cassare il decreto Burlando - ritenendolo i due scali non sostituibili data la scarsa accessibilità di Malpensa - «oggi non sono più vere», ricorda Bonomi. Lo scalo è supercollegato con Milano.
Bonomi sa che «ci saranno resistenze» ma, fa notare, «non occorre nemmeno una legge, basta un provvedimento di natura amministrativa a costo zero». L'assessore al Bilancio del comune di Milano (primo azionista di Sea), Bruno Tabacci, iscrive questa tra le «opportunità per una crescita di valore che possa essere apprezzata dal mercato», in vista della quotazione. E suggerisce che, arricchito, lo studio si trasformi «in un piano industriale».
alitalia alaIl sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, allarga il discorso: «Sono d'accordo che non bisogna ripetere gli errori del passato e parlare solo del "dualismo" tra Malpensa e Linate. Credo sia necessario pensare all'intero sistema aeroportuale del Nord d'Italia, da Torino a Trieste. Perchè questo è il vero tema di oggi, e di questo sarà necessario discutere con il governo attuale e con quello futuro».
3- AEROPORTI: FORMIGONI, REGIONE LOMBARDIA PUNTA SU SVILUPPO MALPENSA
(ASCA) - ''Tra Malpensa e Linate esiste un dualismo. Bisogna decidere se vogliamo avere l'aeroporto comodo sotto casa che pero' avra' sempre meno voli o se vogliamo avere rapporti diretti tra Milano e il resto del mondo''. Cosi' il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, in merito al possibile dualismo tra gli aeroporti di Malpensa e Linate.
''La posizione della regione e' sempre stata chiara dal 2000 in poi. Noi puntiamo sullo sviluppo di Malpensa perche' da Malpensa si puo' partire direttamente per tutte le connessioni del mondo. Partendo da Linate devi per forza fare scalo a Francoforte o a Parigi o Londra e li' aspettare tre ore'' ha continuato Formigoni. Per quanto concerne il sistema aeroportuale del Nord, il governatore della Lombardia ha dichiarato: ''Deve essere riassettato affinche' siano doppioni in meno e opportunita' in piu'''.
4- NUOVA CHANCE PER IL SUPER HUB MAI DECOLLATO...
Luigi Grassia per "la Stampa"
L' aeroporto di Malpensa è straordinario / è il migliore che c'è nel circondario» cantavano Cochi e Renato, «l'aeroporto di Malpensa è fatto a mano / è l'aeroporto che piace all'aeroplano».
Malpensa ha sempre suscitato ironie, a volte bonarie e a volte frutto della disperazione dei viaggiatori. Un aeroporto «malpensato» che al momento del lancio prometteva, per l'accurata scelta del luogo, «due soli giorni di nebbia all'anno» (e questa non è una battuta di Cochi e Renato).
Malpensa è quell'aeroporto di Milano che non è a Milano, ma in provincia di Varese, e che ha atteso troppo a lungo un collegamento stradale adeguato, poi finalmente lo ha avuto nella forma di una «bretella»di asfalto, ma quasi nello stesso giorno l'Alitalia ha mollato baracca e burattini e ha trasferito tutti i suoi voli a Roma. A suo tempo fu una beffa storica, e non fece affatto ridere, suscitò tanta rabbia.
Eppure Malpensa è uno scalo ben gestito, e adesso anche ben collegato sia per strada sia per ferrovia (con il Malpensa Express), e la proprietà si è data molto da fare, e con ottimi risultati, per riempire con gli aerei di altre compagnie cinesi, arabe o «low cost» il vuoto lasciato dalla compagnia di bandiera (peraltro, la stessa Alitalia sta pian piano ritornando).
Giuseppe Bonomi www agrpress itPer sfortuna di Malpensa, degli azionisti e dei viaggiatori, questo scalo in anni lontani ha subìto pesanti condizionamenti di ogni tipo, di cui poi si è liberato, ma ce n'è voluta. A lungo la vecchia Alitalia (nessuno si offenda, stiamo parlando di quella vecchia e ormai fallita) è stata gestita con criteri politici, sindacali e territoriali diversi dalla logica economica, e la cosa poteva anche essere accettabile in altri tempi, visto che le compagnie di bandiera straniere, anche quelle più importanti, subivano a casa loro lo stesso genere di condizionamenti; questo però non evitava che l'aeroporto di Malpensa, concepito in simbiosi con le attività di Alitalia, di cui era il maggior bacino di utenza, pagasse un prezzo esorbitante.
GIULIANO PISAPIAForse la singolarità più fastidiosa era che a Malpensa tutto o quasi dovesse venire da Fiumicino: i piloti abitavano per lo più a Roma, arrivavano a Malpensa ad hoc per mettersi ai comandi degli aerei, ma se il volo da Roma era in ritardo, il volo a Malpensa restava fermo aspettando il pilota. Agli ignari passeggeri venivano date informazioni criptiche del tipo «ci scusiamo del ritardo dovuto a mancato arrivo dell'aeromobile in transito». Problemi non molto diversi sorgevano, troppo spesso, coi pezzi di ricambio.
Alitalia (la vecchia) restò a lungo indecisa fra Malpensa e Fiumicino come suo «hub» (cioè come base principale e centro di smistamento e raccordo delle sue rotte a breve e a lungo raggio). Molti analisti dicevano che sarebbe stato meglio concentrarsi su Malpensa, perché la maggior parte dei clienti era nel Nord Italia, ma alla fine successe il contrario, e non potendo più sostenere la diseconomia del doppio hub a Milano e Roma, Alitalia scelse Roma lasciando Malpensa semideserta. eppure lo scalo non è morto e anzi nonostante la crisi economica ha riguadagnato fette di mercato.