Marco Zonetti per Dagospia
maurizio mannoni
L’ultimo in ordine di tempo è Maurizio Mannoni. Da quindici anni alla guida di Linea Notte, edizione notturna del Tg3, venerdì scorso ha salutato i telespettatori, e Giovanna Botteri in collegamento, con la sibillina frase: “Ce ne andiamo in... vacanza diciamo. In vacanza. Dopodiché… vediamo… non lo so… magari qualcosa succederà. O forse nulla. In caso insomma è stato bello percorrere questa lunga strada. La nostra è stata una lunga strada”.
Le parole criptiche del giornalista, che quest’anno assieme alla collega Patrizia Senatore al timone di Linea Notte ha spesso battuto Rai1 negli ascolti della seconda serata, hanno subito fatto drizzare le antenne ai giornali, precipitatisi a dare la colpa di questo commiato alle temutissime "purghe meloniane". Nessuno ha però sottolineato che il valente Mannoni (66 anni compiuti lo scorso aprile 2023) è prossimo alla pensione, e che quindi nessuno lo sta cacciando ma si è soltanto, fisiologicamente, conclusa la sua avventura professionale.
maurizio mannoni
Eppure si sa, ormai le presunte epurazioni perpetrate dal nuovo assetto della tv pubblica sono l'argomento del giorno. Fomentato anche dai saluti dei conduttori in partenza (o meno) che si congedano dal pubblico con l’enfasi di chi stia per essere spedito al confino perpetuo a regime di pane e acqua. Come Serena Bortone, separatasi dagli spettatori di Oggi è un altro giorno venerdì scorso, attorniata da decine e decine di persone tra autori e ospiti fissi (ma quanto ci costano?), con l’invito accorato a essere “liberi e autentici a qualsiasi prezzo”. Quasi non avesse condotto un programma d’intrattenimento leggero bensì un quotidiano bollettino di guerra dalle trincee di un Paese occupato.
serena bortone oggi e un altro giorno 3
Peccato che, se Oggi è un altro giorno è stato cancellato, Bortone abbia ottenuto in cambio ben due nuovi programmi, e non certo alle tre di notte su Tele Scurcola Marsicana, bensì uno su Rai3 il sabato sera e un altro nella fascia delle 20.30. Se questa è un'epurazione...
L’altro dramma degli ultimi giorni è quello del mancato rinnovo di Luca Bottura e Marianna Aprile alla guida del programma radiofonico di Rai Radio Uno Forrest. Viale Mazzini ha risposto che è cambiato il direttore responsabile il quale ha diritto alla propria linea editoriale. Il valido Bottura continuerà a essere comunque autore del programma Splendida Cornice con Geppi Cucciari, riconfermato su Rai3 nella prossima stagione, e Marianna Aprile ci allieterà nuovamente ogni giorno all'ora di cena, e per tutta l’estate, con In Onda su La7 come l’anno scorso. Nessuno viene gettato in mezzo a una strada, insomma.
serena bortone oggi e un altro giorno 1
La stessa Bianca Berlinguer, le cui sorti professionali vengono seguite pedissequamente dalla stampa al pari di quelle sentimentali della casa reale britannica, aveva già rischiato la cancellazione di Cartabianca nel 2022. E non certo per volere della “Rai meloniana” bensì dell’ex direttore dell’approfondimento Mario Orfeo in quota centrosinistra. E fra coloro che più si spesero per difenderla vi fu anche l’amica di lunga data Daniela Santanchè, all’epoca capogruppo in Vigilanza Rai di Fratelli d'Italia, il partito guidato proprio da Giorgia Meloni.
bianca berlinguer
Che dire di Lucia Annunziata, che ha lasciato il suo Mezz’ora in più asserendo di non riconoscersi nel nuovo assetto a Viale Mazzini, e subito castigata da Michele Santoro il quale, ospite di diMartedì, ha ricordato come fosse stata presidente di garanzia Rai quando a governare era Silvio Berlusconi? Nella stessa occasione Santoro non risparmiò neppure il già citato Fazio, sottolineando che lui e la Annunziata “sono stati il perno attorno a cui è ruotata una politica culturale in Rai fatta di esclusioni”. Il riferimento è al famigerato editto bulgaro che vide defenestrare in un sol colpo lo stesso Santoro, Enzo Biagi e Daniele Luttazzi. Va detto altresì che il programma di Annunziata era già stato rinnovato per la prossima stagione e che nessuno si sognava di mandarla via.
In ogni modo, a Viale Mazzini, i bruschi avvicendamenti alla guida dei vari programmi con l’arrivo di nuovi governi o di nuovi direttori designati da mutati assetti politici, vi sono sempre stati. A parte qualche rara avis ogni tanto, in Rai più o meno tutti sono collocati qua e là in quota politica e in quota politica sono poi eventualmente rimpiazzati.
mezz ora in piu 2
E che dire di Elisa Isoardi, defenestrata senza mezzi termini dal mezzogiorno di Rai1 dopo la caduta del governo giallo-verde e del suo ex compagno Matteo Salvini, con l’avvento dell’esecutivo giallo-rosso? O di Salvo Sottile, allontanato dalla sera alla mattina da Mi manda Raitre dal direttore Franco Di Mare in quota M5s?
Eclatante fu poi il caso di Lorella Cuccarini, eliminata - con la nascita dell'asse M5s-Pd - dalla Vita in Diretta che conduceva assieme ad Alberto Matano, molto stimato dal deus ex machina in Rai ai tempi dei due governi Conte, l’ex ministro “dimaiano” Vincenzo Spadafora.
lucia annunziata
Seppur assai criticabili, i cambi al timone dei programmi a causa del mutato assetto istituzionale sono ordinaria amministrazione nella tv di Stato, e si tramandano con le stesse dinamiche da un governo all'altro di qualsivoglia colore. Diventando però un “caso”, guarda un po’, quando a essere sostituiti sono i volti del proprio schieramento. Volti che, va sottolineato, cadono perlopiù in piedi e finiscono sempre per restare o ritornare in un modo o nell’altro fra le braccia di mamma Rai.
Tranne uno, colpito dalla damnatio memoriae dell’editto bulgaro nel 2002 e mai più rientrato a Viale Mazzini, neppure come ospite occasionale. Parliamo del già citato Daniele Luttazzi, cane sciolto riuscito nell’encomiabile seppur controproducente intento di far incazzare chiunque, destra, sinistra e centro, e quindi sacrificabile con il beneplacito di tutti.
DANIELE LUTTAZZI