Serena Riformato per lastampa.it
alessandra mussolini
«Ma di che cosa ci si sorprende?». Alessandra Mussolini, oggi europarlamentare di Forza Italia, il turpiloquio di Vittorio Sgarbi lo conosce bene per averlo sperimentato in alcuni fra le più truci liti televisive degli ultimi anni. Fra cui un fuori onda del 2006 che finì, fra parolacce bippate, in un scambio reciproco di “questo è matto” e “tu sei una fascista”. «Se vuoi avere un taglio seminaristico inviti altre persone, è chiaro. Sgarbi e Morgan sono così, io li ho conosciuti entrambi. Lo sai che se li metti sullo stesso palco ti puoi aspettare di tutto, molti si possono sentire offesi. Ma te lo aspetti».
Il presidente del Maxxi Alessandro Giuli, scusandosi, ha detto il contrario: «Non me l’aspettavo, tutto nasceva da presupposti diversi».
«E allora vuol dire che è ignorante. Vuol dire che ha la mente chiusa, che non conosce le personalità degli ospiti che invita. Vuol dire che quel lavoro non lo può fare, mi perdoni. Ma come “non me l’aspettavo”? Io non mi aspettavo dicesse queste cose perché è sorprendente».
ALESSANDRO GIULI - VITTORIO SGARBI - MORGAN - MAXXI
Lei non l’ha visto il sessismo nel siparietto di Sgarbi?
«Ma non è sessismo, lui è così. Interroghiamoci su quanti sono così. Le aggiungo: di recente ho visto in un comune serio un pene di marmo bianco che sarà stato un metro, perfetto, con tutti i dettagli. Messo su un piedistallo, un totem!».
E quindi?
«E quindi uno si deve interrogare: non è forse la società ad essere fallocentrica? Il sesso maschile esprime ancora possesso, dominio, potere. Quello femminile quasi è tabù e non si può nominare».
Lei dice «Sgarbi è così». Però oggi è sottosegretario alla Cultura. Non c’è una responsabilità anche di chi gli dà certi incarichi?
«Perché è competente, è una persona competente. Poi c’è la sovranità popolare. Ti giudicano. Se non piaci più, arrivi in un posto e ti fischiano».
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Ai dipendenti del Maxxi non è piaciuto, per cominciare.
«C’è stata la protesta, bene, vorrà dire che non lo chiameranno più».
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Eppure in passato sono volati gli stracci. Le ha rivolto insulti anche pesanti.
«Ma sì, lui è di personalità, io non mi faccio parlare dietro, è ovvio che ci sia la fusione nucleare, si scatena energia. Che problema c’è? Mi sembra di vedere quel film in cui danno delle pillole chiamate “equilibrium” perché devi essere per forza normale, devi essere bravo, non devi sbracare».
Ma è così che si afferma la nuova egemonia culturale della destra?
«No, guardi. A me dell’egemonia di qua, dell’egemonia di là non interessa minimamente. Non voglio gli steccati. A me interessa il buonsenso, la possibilità di essere liberi, di esprimere un concetto, un’idea senza limitazioni. Dev’esserci un’apertura al sorriso. Perché altrimenti con la cupezza non vai da nessuna parte. Penso a Berlusconi».
In che senso?
ALESSANDRO GIULI - VITTORIO SGARBI - MORGAN AL MAXXI
«Lui con le sue barzellette, con la sua leggerezza entrava in profondità, nell’animo della gente. Lui non li voleva cambiare, non voleva insegnare, non voleva stare con il dito alzato giudicante come il preside. Voleva entrare in comunione con le persone. Se lo ricorda il partito dell’amore?».