PIETRO LABRIOLA
1 - BORSA: ALTRO SCIVOLONE PER TIM (-3,4%) DOPO SEMAFORO ROSSO A KKR
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Nuovo scivolone in Borsa per Tim all'indomani dello stop del cda a Kkr e alla sua richiesta di accedere a una due diligence prima di valutare una offerta formale per il gruppo: la decisione del cda, come osservano gli analisti di Akros, era gia' scontata dal mercato ma sembra certificare la fine del progetto del fondo Usa di arrivare al controllo del gruppo tlc per poi guidarne il riassetto.
Le quotazioni arretrano del 3,4% tornando a 30 centesimi per azione. Da inizio aprile, nonostante i rumors di interesse di diversi fondi di private equity (Cvc e Apax in primis, oltre alla stessa Kkr) per le diverse attivita' di Tim, le azioni hanno perso il 16%.
kkr
Il divieto d'accesso del cda di Tim alla due diligence per il fondo Kkr e' stato motivato con il fatto che il fondo, nella sua lettera recente al board, non ha voluto confermare la manifestazione di interesse presentata a novembre con il prezzo di 0,505 euro per azione per una eventuale opa sul gruppo.
"Qualora Kkr decidesse di presentare un'offerta concreta, completa e attrattiva (che contenga, fra le altre cose, anche l'indicazione del prezzo per azione ordinaria e di risparmio di Tim), il consiglio di amministrazione di Tim sara' nella posizione di riconsiderare la propria decisione nell'interesse di tutti gli azionisti". Kkr, che e' socia di Tim in Fibercop, restera' comunque un soggetto protagonista del riassetto di Tim previsto dal piano che dovrebbe essere definito entro l'estate sia dell'evoluzione del dossier della rete unica.
SALVATORE ROSSI - TIM
2 - TIM AVANTI CON IL PIANO LABRIOLA IL CDA SBARRA LA STRADA A KKR
Carlotta Scozzari per “la Stampa”
Il consiglio di amministrazione di Tim chiude la porta al fondo Kkr. Che, quindi, non avrà accesso ai conti e ai documenti riservati della società, per potere trasformare in Opa quella manifestazione d'interesse non vincolante, presentata lo scorso 19 novembre al prezzo indicativo di 0,505 euro per azione.
Il cda del gruppo di telecomunicazioni, che si è riunito ieri dopo l'assemblea degli azionisti, ha deliberato «di non ritenere opportuno, in questa fase, dare seguito alla richiesta di due diligence», ossia di esame approfondito della situazione del gruppo.
henry kravis
La decisione del consiglio, che sempre all'unanimità ha confermato nel ruolo di ad Pietro Labriola, «è stata presa alla luce della circostanza che Kkr ha ritenuto di non confermare la precedente manifestazione d'interesse e il prezzo ivi indicato». Proprio le quotazioni di Borsa sono ormai lontane dai valori ipotizzati lo scorso autunno: 0,312 euro la chiusura di ieri di Tim, dopo un balzo giornaliero di oltre il 2%.
A rendere impossibile la conferma della proposta, aveva spiegato il fondo in una lettera inviata alla società il 4 aprile, tre circostanze: l'allarme sui conti (profit warning) di dicembre; le stime al ribasso sul piano strategico al 2024 comunicate all'inizio di marzo; i giudizi negativi (downgrade) delle agenzie di rating.
PIETRO LABRIOLA
Tre elementi che lasciano intuire l'intenzione dell'investitore americano di tagliare il prezzo ipotizzato, due diligence o meno. Il cda di Tim precisa che Kkr ha ricevuto tutte «le informazioni elencate qui sopra nel corso degli ultimi mesi contestualmente a tutti gli altri operatori del mercato».
E aggiunge che, «qualora Kkr decidesse di presentare un'offerta concreta, completa e attrattiva, che contenga anche l'indicazione del prezzo», il cda «sarà nella posizione di riconsiderare la propria decisione nell'interesse di tutti gli azionisti». L'azienda fa sapere che il fondo statunitense «ha dichiarato di essere comunque disponibile a esplorare qualsiasi altra operazione nell'interesse della società, dei suoi azionisti e del Paese».
LOGO KKR
Il consiglio di ieri del gruppo telefonico ha poi discusso, senza però arrivare ad alcuna delibera né concedere due diligence, dell'offerta di un altro fondo, Cvc, sulla minoranza di TopCo, la futura società in cui saranno concentrati i servizi alle grandi imprese e alla Pa, oltre a Telsy, Noovle, Olivetti e Trust Technologies.
La sensazione è che Tim, che vede i francesi di Vivendi come primi azionisti, voglia fare uscire allo scoperto altri interessati alle attività dei servizi, prima di decidere (ieri Il Sole 24 ore faceva il nome del fondo Apax).
Tim procede anche con il suo piano di riassetto su una strada che, passando per la trattativa con Cdp, punta a separare la rete dai servizi, integrare la propria infrastruttura con quella di Open Fiber e dare alla fine ai fondi interessati la possibilità di investire.
henry kravis.
La fattibilità e la definizione del progetto di separazione prevista dal piano che sta mettendo a punto l'ad Labriola «avverrà entro l'estate», ribadiscono nella lettera agli azionisti il presidente Salvatore Rossi e lo stesso ad. E solo a quel punto, a meno che non arrivino sul tavolo offerte «concrete, complete e attrattive», Tim si siederà al tavolo con possibili partner finanziari. Intanto, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha deliberato a maggioranza di inviare il progetto di coinvestimento di Tim sulle reti ad altissima capacità, Fibercop, alla Commissione europea, cui spetta la decisione finale.
salvatore rossi foto di bacco (2) henry kravis 1