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    LA COMPAGNA DI SCUOLA DI RENZI - LA TETTONICA CHIARA FRANCINI RICORDA GLI ANNI AL LICEO DANTE DI FIRENZE CON MATTEUCCIO: L’HO VOTATO? NON NE HO AVUTO L' OCCASIONE: ERO IN TOURNÉE. POI LA POLITICA MI ANNOIA" - CONVIVE DA 11 ANNI CON UN COMPAGNO SVEDESE MA NON PENSA A DIVENTARNE LA MOGLIE: "DICEVA ALBERTO SORDI:CHE ME METTO UN ESTRANEO IN CASA?"- VIDEO


     
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    Emilia Costantini per il Corriere della Sera

     

    chiara francini chiara francini

    Ha frequentato lo stesso liceo di Matteo Renzi: «Me lo ricordo bene alle assemblee di scuola - esordisce Chiara Francini -. Lui era un po' più grande di me e nelle riunioni studentesche era il capo del gruppo, primeggiava già a quel tempo. Noi più piccoli lo guardavamo, mentre parlava, con una certa soggezione e si faceva ascoltare pure dai professori! Un leader nato». E quando è diventato premier? «Mi son detta: allora vedi che noi "dantini", cioè del liceo Dante, siamo davvero bravi...».

     

    Figlia unica di papà Giancarlo e mamma Sara, in realtà è cresciuta con i nonni materni Danilo e Orlanda, detta «l' Orlanda furiosa». Racconta: «I miei genitori lavoravano a tempo pieno perché dovevano pagare un mutuo perenne, così sono stata allevata in un ambiente di ottuagenari. Abitavamo nelle case Fanfani a Campi Bisenzio e nel cortile c' era un giardinetto dove trascorrevo pomeriggi interi a sentir parlare tutti i vecchini amici dei miei nonni. Mi mettevo seduta sulla mia seggiolina e li ascoltavo: erano loro i miei compagni di giochi, non i miei coetanei. Con loro si è sviluppata la mia fantasia». E forse anche il sogno di fare l' attrice? «Assolutamente sì. Sin da bambina avevo due passioni: recitare o fare la missionaria. In tutti e due i casi è un modo di darsi agli altri».

    chiara francini jessica rabbit chiara francini jessica rabbit

     

     

    chiara francini chiara francini

    Il suo primo romanzo, appena uscito pubblicato da Rizzoli, ha per titolo un ammonimento che la riporta all' infanzia: «Non parlare con la bocca piena». «Era quello che mi intimava la nonna Orlanda e, quando proprio si arrabbiava perché ne combinavo una delle mie, partiva la "labbrata" sulla bocca». Nonostante l' educazione severa, ricevuta dagli ottuagenari, Chiara ha sempre coltivato il senso dell' ironia appreso in casa. «Mio padre era romano, l' unico della famiglia che non avesse radici toscane. Quando scherzava gli piaceva fare battute in romanesco e, siccome gli rispondevo facendolo ridere, mi diceva sei proprio 'na fija de 'na mignotta.... Io non ne capivo il senso e, quando da piccolina qualche estraneo mi chiedeva chi sei figlia? Rispondevo: d' una mignotta».

     

    mara tanchis e chiara francini mara tanchis e chiara francini

    Alla Francini non è servita una vera scuola per intraprendere la carriera dello spettacolo: la recita era quotidiana in famiglia. «I miei genitori, che non erano laureati, volevano che io studiassi, altroché grilli per la testa e scuole di teatro! Prima il liceo classico, poi l' università», dove si è laureata in una disciplina impegnativa, italianistica. «E per contribuire a pagarmi gli studi, da ragazza ero impiegata nell' ufficio personale di una ditta di elettrotecnica: ancora oggi gli operai di allora mi scrivono, mettendoci il loro numero di matricola. Io me li ricordo tutti!».

     

    Però la passione per il palcoscenico nasce grazie a Santa Caterina da Siena. «In una recita natalizia alle elementari vengo scelta per il ruolo. A un certo punto della rappresentazione dovevo far finta di morire, cadendo a terra: sono caduta talmente bene, che mia madre in platea pensò che mi fossi fatta male». Dalla santa al repertorio comico, in cui Chiara è rodata, il passo non è breve: «Far ridere è più difficile che commuovere.

     

    Avere i tempi comici è una magia. Il mio mito è sempre stato Monica Vitti: donna bellissima con una vis comica e una capacità di prendersi in giro davvero uniche. Ai suoi tempi, di solito i comici erano maschi. Lei ha infranto un tabù: donna, bella e capace di far ridere il pubblico. Anche se con Antonioni ha saputo dare interpretazioni drammatiche indimenticabili. Ecco - aggiunge - spero di potermi cimentare in ruoli forti. Il problema è: che fatica essere femmina!». Perché? «I ruoli più belli e corposi vengono di solito scritti per gli uomini. Tolte le eroine tragiche, le vere protagoniste si contano sulla punta delle dita. Quando si va avanti con l' età, è un vero disastro».

    mara tanchis e chiara francini mara tanchis e chiara francini

     

    Per ora l' età non è un problema: in palcoscenico è protagonista con Raoul Bova di «Due», una commedia di Luca Miniero incentrata sul rapporto di coppia. Lui e lei, dopo una lunga convivenza, decidono di sposarsi, ma l' istituzione del matrimonio produce ansie. E, guarda caso, Chiara convive da 11 anni con un compagno svedese, Fredrik, ma non pensa a diventarne la moglie: «Diceva Alberto Sordi: che me metto un estraneo in casa? - ride -. Siamo seri: io sono una tradizionale e moderna. Se mi volessi sposare glielo chiederei io». Fredrik lo ha mai chiesto? «No, lui parla pochissimo. Non ingerisce nella mia vita, ma è un pilastro su cui conto e stiamo benissimo pur non essendo sposati. Forse non sento la necessità dell' anello al dito perché non abbiamo figli. Alla maternità non ho ancora pensato e, pur amando molto i bambini, quelli degli altri, per adesso non rappresentano una priorità». Però il tempo passa...

     

    «Certo, il famoso orologio biologico». E se dovesse accorgersi di non essere più in grado di averne in maniera naturale, ricorrerebbe alla fecondazione assistita? «Credo sia difficile prevedere ciò che scatta in una donna quando non riesce a diventare madre. Ho delle perplessità sulla maternità surrogata, l' utero in affitto: mi sembra la vendita del corpo femminile. Però siccome la famiglia non deve essere esclusivo appannaggio di uomo e donna, non me la sento di giudicare negativamente coloro che ricorrono a queste pratiche per diventare genitori».

     

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    Per adesso niente figli. In compenso Chiara cura tre gatti. Hermes, Cocò e Lorelei «detta "la balorda" - precisa - perché è quella più ribelle. Gli animali mi piacciono tanto, è più bello parlare con loro che con certi esseri umani».

     

    Niente cani? «Sono più servili, ti guardano dal basso in alto. I gatti, dall' alto in basso».

    Tornando all' ex compagno di scuola Renzi: lo ha votato? «Non ne ho avuto l' occasione: ero in tournée». Diplomatica. «No è che, francamente, se c' è una cosa che mi annoia più della politica, è solo la politica».

     

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