Michele Prima per “la Lettura - Corriere della Sera”
I BEE GEES
Barry, Robin e Maurice Gibb avevano un sogno: «Volevamo vivere davanti al mare, in tre ville con piscina una accanto all' altra». C' è una saga familiare dietro a una delle carriere più luminose nella storia del pop, quella dei Bee Gees, la band formata dai fratelli Gibb nel 1958 che ha attraversato cinque decenni di successi, cadute nell' oblio e rinascite. Si sono sciolti ufficialmente nel 2012 con la scomparsa di Robin Gibb a 62 anni (che segue quella del gemello Maurice nel 2003 a 53 anni) dopo avere venduto oltre 200 milioni di dischi, avere scritto mille canzoni e averne piazzate 20 al numero uno in classifica.
I BEE GEES
Secondo la Rock and Roll Hall of Fame, nella quale sono stati inseriti nel 1997, «solo Elvis Presley, i Beatles, Michael Jackson, Garth Brooks e Paul McCartney hanno venduto più dei Bee Gees». Merito di un talento fuori dal comune e di un legame solidissimo, come racconta a «la Lettura» il loro storico manager, Michael Eaton: «In quella famiglia regnava l' amore».
Le tre ville con piscina davanti al mare sono quelle che i Bee Gees comprano a Miami nel 1975 riunendo i genitori Hugh e Barbara, la sorella Lesley e il fratello Andy in una città che diventa casa loro. In quell' anno i Gibb hanno appena vissuto una delle loro rinascite. Il successo degli anni Sessanta come trio pop vocale che ha prodotto hit come To Love Somebody è svanito, ma Barry Gibb ha iniziato a cantare in falsetto guidando la band verso un' interpretazione del soul scandita da melodie pop cristalline che li lancia al primo posto in America con il singolo Jive Talkin , seguito da Nights on Broadway.
È stato Eric Clapton (con cui condividono il manager Robert Stigwood) a convincere i fratelli Gibb a trasferirsi a Miami (nati sull' Isola di Man nel Regno Unito hanno vissuto a Manchester prima di volare a Brisbane, Australia, e tornare in Inghilterra) e cercare un nuovo sound nei Criteria Studios: «Per me erano un gruppo rhythm & blues, ma non se n'erano resi conto», dice Eric Clapton. «Se sono stato io a creare la svolta che li ha resi così popolari, è la cosa migliore che abbia fatto».
BEE GEES
È una delle scene più belle del documentario The Bee Gees: How Can You Mend a Broken Heart diretto da Frank Marshall (produttore con la Amblin Entertainment fondata con Steven Spielberg della saga di Indiana Jones , di Jurassic Park e della serie di Jason Bourne ) e prodotto dallo stesso team premiato per Living in a Material World , il documentario su George Harrison firmato da Martin Scorsese.
How Can You Mend a Broken Heart (titolo della loro prima numero uno in America, scritta da Robin e Barry nel 1970) racconta la lunga carriera dei Bee Gees. Ma racconta anche l' intensa vicenda di una famiglia che ha sfruttato una eccezionale complementarità artistica per creare armonie vocali tra le più perfette nella storia della musica pop e un catalogo di canzoni tra i più solidi ed eterogenei di sempre.
omaggio ai bee gees ai grammy
Nel film generazioni di musicisti confessano di avere assorbito la loro lezione - Justin Timberlake, Chris Martin (Coldplay), Mark Ronson. Fino a Noel Gallagher (ex Oasis) che riassume così le loro qualità inarrivabili: «Quando in una band ci sono fratelli che cantano, è come avere uno strumento che nessun altro può comprare». Il film rivela anche le personalità dei Gibb, cresciuti cercando di proteggersi dal successo ma anche l' uno dall' altro: «Si può imparare a scrivere canzoni ma non a diventare famosi come siamo diventati noi», dice Barry.
Michael Eaton è il loro manager dal 1970 e ha vissuto al loro fianco gloria e dissidi, sconfitte e ritorni. «Robin era riservato, nessuno lo conosceva davvero, un talento conflittuale che a volte è entrato in competizione con Barry, il fratello maggiore, il più dotato come autore. Maurice era la colla che teneva tutto insieme, portava la pace e tutti lo amavano. Hanno avuto un successo incredibile ma hanno imparato a gestirlo».
bee gees
Quando i Bee Gees arrivano a Miami nel 1975 realizzano un sogno, ma nessuno poteva prevedere che cosa sarebbe successo dopo. Ai Criteria Studios sperimentano con i sintetizzatori una novità che sta prendendo piede in America, la disco music.
La sottocultura del clubbing nata a New York come rivendicazione, libertà e divertimento nella comunità gay e tra le minoranze latine, afroamericane e italiane dei quartieri più poveri si muove dal club underground The Loft di David Mancuso a Chelsea fino alle nuove discoteche di Manhattan, il Paradise Garage e lo Studio 54 che inaugura il 26 aprile 1977.
demi lovato canta i bee gees
I Bee Gees rispondono a queste influenze con You Should Be Dancing , che vola al primo posto in America grazie a un falsetto incredibile di Barry Gibb e a una linea di basso raddoppiata dai fiati creata da Maurice. Nel frattempo Robert Stigwood ha un' intuizione. Compra i diritti di un articolo del «New Yorker», Tribal Rites of the new Saturday Night («Riti tribali del nuovo sabato sera») scritto dall' inglese Nick Cohen e decide di produrre un film sulla vita ai margini riscattata dalla gloria della discoteca del diciannovenne italoamericano di Brooklyn Tony Manero, interpretato da un attore al suo primo ruolo importante, John Travolta.
robert stigwood con i bee gees
I Bee Gees sono in Francia per lavorare a un nuovo album. «Stigwood ci ha chiamato: sto facendo un film indipendente, avete due o tre canzoni?», ricorda Barry Gibb. «In due giorni abbiamo scritto e registrato Stayin' Alive, Night Fever e More Than a Woman . Ci hanno anche chiesto un titolo, a noi piaceva Night Fever ma era considerato troppo sexy, e poi doveva esserci la parola Saturday , così abbiamo detto: perché non lo intitolate Saturday Night Fever ?».
È uno dei più grandi successi di tutti i tempi: la colonna sonora di Saturday Night Fever firmata dai Bee Gees esce il 15 novembre 1977, vende 45 milioni di copie, al numero uno in America per 24 settimane, John Travolta viene nominato all' Oscar e il film guadagna oltre 110 milioni di dollari in un anno. Secondo Michael Eaton, i Bee Gees «hanno alzato il livello artistico di un genere portando le melodie nella disco music. Erano in grado di assorbire suoni diversi e renderli propri e di cambiare direzione perché scrivevano solo materiale originale».
I BEE GEES E LADY DIANA
In Saturday Night Fever ci sono anche colpi di genio nati per caso: il giro di batteria di Stayin' Alive è uno dei più riconoscibili nella storia del pop, tutti hanno cercato di imitarlo. Il batterista Dennis Byron aveva lasciato lo studio per un problema, non c' erano sostituti e i Bee Gees presero la batteria di Night Fever e ne fecero un loop. Nell'album per scherzare diedero un nome al batterista: Bernard Lupe. «È diventato uno dei più richiesti al mondo - dice Eaton - ma non è mai esistito».
Saturday Night Fever è un fenomeno inarrestabile ma innesca una reazione contro la disco music da cui i Bee Gees sono travolti. Come racconta uno dei primi dj di New York, Nicky Siano, tutto comincia quando «le case discografiche usano la parola "disco" per vendere ogni tipo di spazzatura commerciale. Era una musica di liberazione, è diventata una moda e il pubblico ha finito per odiarla».
I BEE GEES E LA LORO FAMIGLIA
Il docu-film racconta lo smarrimento dei Bee Gees, che fanno tour sold out mentre le radio rifiutano di passare i loro pezzi e il conduttore di Chicago, Steve Dahls, organizza nello stadio dei Red Sox l' evento Disco Sucks («La disco fa schifo») che finisce con un' inquietante falò di album, in cui vengono bruciati anche dischi di musica nera. «Il film rende giustizia alla loro bravura: dal vivo - continua Eaton - suonavano come in studio, ognuno aveva una voce unica e la combinazione era magica».
BEE GEES
I Bee Gees escono dagli anni Settanta con un' ennesima reinvenzione di sé stessi: «Se non possiamo più andare in radio, scriveremo per altri». Negli anni Ottanta e Novanta fanno pochi dischi e non vanno in tour, si chiudono in studio e aprono la terza fase della loro carriera con i 15 milioni di copie di Guilty di Barbra Streisand, album di duetti con Barry che contiene la hit Woman in Love , seguito da Heartbreaker di Dionne Warwick e dal brano Chain Reaction di Diana Ross, da pezzi country per Kenny Rogers e Dolly Parton, una collaborazione con Celine Dion in Immortality nel 1998 e ancora per Tina Turner e Michael Jackson.
Nel docu-film Berry confessa: «Non abbiamo mai fatto parte di una categoria. Abbiamo trovato il nostro posto in diverse ere musicali, di cui ho visto molti protagonisti sparire. Noi invece siamo rimasti sempre in giro». Secondo Eaton «poche altre band sono durate così a lungo. Hanno trovato una nuova voce oltre il falsetto. Il talento nella scrittura li ha resi speciali, più di ogni cosa».
BEE GEES
La morte di Maurice nel 2003 e di Robin nel 2012 è l' ultimo atto di una storia familiare che assume contorni epici, già segnata nel 1988 dalla scomparsa a soli 30 anni, per un attacco al cuore indebolito dalla droga, del fratello minore Andy di cui i Bee Gees hanno lanciato la carriera con il singolo I Just Want To Be Your Everything del 1977. Il finale di How Can You Mend a Broken Heart è commovente. Barry, che oggi ha 74 anni, è nella sua casa di Miami: «Avevamo un sogno: volevamo essere ricordati per le canzoni. Lo abbiamo fatto, oltre le aspettative. Ma preferirei avere qui i miei fratelli e non avere scritto nessuna hit». C' è però un ultimo momento di gloria, che arriva con i titoli di coda: la sua esibizione al Festival di Glastonbury nel 2017, la celebrazione dell' eterno ritorno della disco music con il pubblico in delirio sulle note più alte del suo inconfondibile falsetto in Stayin' Alive .
BEE GEES