Luca Budel per www.sportmediaset.mediaset.it
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10”09, 10”03”, 10”04. Trattiamo della misura del tempo, quello che in otto giorni ha impiegato Filippo Tortu per divorare i 100 metri nelle tre esibizioni spalmate tra Savona e Roma. Golden Gala, dedicato a Pietro Mennea appunto. Mai come in questi giorni il nome di questo ragazzo che non ha ancora vent’anni viene accostato a quello del più grande velocista italiano di tutti i tempi.
Un confronto che pesa come un macigno, ma Filippo smaltisce il carico con il sorriso e la disinvoltura di chi vive l’atletica come un divertimento, nonostante i carichi di lavoro sempre più impegnativi che gli assegna papà Savino, suo allenatore e punto di riferimento. All’Olimpico Tortu ha messo dietro 5 colleghi che viaggiano da anni sotto i 10 secondi netti, compreso Christian Coleman, il velocista tascabile che ha battuto Bolt ai Mondiali e dell’anno scorso e che quest’inverno ha disintegrato il record dei 60 metri indoor.
Una prestazione quella di Tortu che sottolinea la maturità raggiunta negli impegni ad alto livello nonostante la giovane età. Con una partenza più felice e in assenza di vento contrario probabilmente il record italiano sarebbe caduto già a Roma. Ma l’appuntamento è solo rimandato.
2. CAVALCATA TORTU
Andrea Buongiovanni per la Gazzetta dello Sport
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Il boato dell' Olimpico è debordante. Ora è ufficiale: l' atletica italiana può contare su un fenomeno. Filippo Tortu, al Golden Gala, terzo nei 100 in 10"04, conferma le tantissime attese. Il 19enne brianzolo non si fa schiacciare dalla pressione. Anzi, dimostra la stoffa del campione. Resta a 1/100 dalla prestazione-monstre della scorsa settimana a Savona, a 3 dal leggendario primato italiano di Pietro Mennea e a 5 dal muro dei 10"00.
Ma la prova, al cospetto dei migliori bolidi della velocità mondiale e di un pubblico (anche televisivo) come per lui mai prima, ha un peso specifico notevole. Anche perché se le condizioni ambientali, in Liguria, erano state favorevoli in tutto (folata a +0.7 m/s compresa), a Roma (con vento a -0.4), nonostante 23° col 69% di umidità, non lo sono altrettanto. Il finanziere però ha talento e personalità. E si toglierà presto molte soddisfazioni. Marcell Jacobs, 7° in 10"19, è meno brillante. Ma la staffetta azzurra può sognare.
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LA GARA Vince Ronnie Baker in 9"93, miglior crono mondiale 2018, già suo e di Jaylen Bacon, limato di 4/100. Il successo di Eugene non è arrivato per caso.
Secondo è il primatista europeo, il francese Vicaut, in 10"02. Dopo Pippo, lo sconfitto di giornata, Christian Coleman, «fermo» a 10"06, spentosi negli ultimi 25 metri, tanto da finire rialzato. La gara di Tortu, in 7a corsia, non è perfetta. La reazione allo sparo (0"143) è buona.
Ma uscita dai blocchi e messa in moto un po' macchinose. Il lanciato, però, è sbalorditivo. La progressione, con azione composta e le braccia in linea, di gran qualità. L' allievo di papà Salvino ai 50 è 6°, il resto è luce per gli occhi. Arrivederci a Madrid, venerdì 22, per un altro 100 e a Mannheim, 48 ore dopo, per il primo 200.
CHE MEETING Fioccano sette primati mondiali stagionali e tre del meeting. Il nome nuovo è quello di Abderrahman Samba. Il 23enne del Qatar, nei 400 hs, dopo il già clamoroso 47"57 di Doha, cresce fino a 47"48.
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Rispetto alla scorsa stagione, 7° ai Mondiali, il progresso è di 83/100. Il ragazzo nato in Arabia Saudita e cresciuto in Mauritania ha gran ritmica e in rettilineo «mangia» il pur ispirato iridato Karsten Warholm. Firma il record asiatico, del meeting e di Diamond League. Nessuno ha corso più forte dall' agosto 2005. È un garone: Warhlom, con 47"82, toglie 40/100 al suo primato norvegese. Si vola poi sulla pedana dell' alto, 2.02 di Mariya Lasitskene e, soprattutto, su quella del lungo: il sudafricano Luvo Manyonga, regalando solo 2 cm alla pedana, ma atterrando un po' scomposto, fa 8.58 (0.0), a tre cm dal personale.
Alle sue spalle si conferma il 19enne cubano Juan Echevarria, oro iridato indoor: 8.53.
ITALIANI La crescita di Ayomide Folorunso è costante. La spallata però, stavolta, è particolarmente decisa. La 21enne, nei 400 hs, con 55"16, leva 34/100 al personale che è anche record italiano u. 23. La poliziotta è in seconda corsia, ma ha un' ottima distribuzione e regge nel finale.
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Nella gara della statunitense Moline (53"97), è quarta, scavalcando Irmi Trojer nella lista tricolore all-time. Ora, a precederla, ci sono Pedroso (5a in 55"43), Ceccarelli e Niederstaetter. Nell' alto non decolla Alessia Trost (1.88), è recuperata su palcoscenici importanti Elena Vallortigara, 3a: dopo 1.94, sfiora la prima a 1.97. Piace Davide Re (45"49 nei 400), nei 1500 si migliorano Mohad Abdikadar (3'36"54) e Yeman Crippa (3'38"22).