Angelo Aquaro per La Repubblica
impianto zombie cina
Il ritorno degli zombie fa volare gli incassi in Cina: ma come in ogni film dell' orrore c' è già chi urla dalla paura. Gli zombie sono il nomignolo che si sono meritate, e da un pezzo, le industrie di Stato che hanno fatto per decenni la ricchezza del Paese. Hanno investito nelle infrastrutture e nell' industria pesante facendo così volare il Pil. Ma nel tempo si sono anche trasformate in insostenibili carrozzoni di inefficienza e debiti.
zombie cina
Così adesso Pechino si ritrova di fronte al paradosso del boom: nei primi sette mesi del 2017 i profitti complessivi previsti dall' esercito delle industrie di Stato crescono del 42%; un risultato straordinario se paragonato al timido 3% dell' anno prima e soprattutto al -21% del 2015. Ma troppo successo, si sa, può far male alla testa: e il partito delle riforme teme che così la testa potranno appunto salvarla i troppi zombie che ancora si aggirano per l' economia.
Ufficialmente sarebbero addirittura 133.631, le imprese di Stato. Ma qulle che contano davvero sono le 98 sotto la diretta amministrazione di Sasac, la commissione di controllo statale. Quando Pechino ha incominciato a sfoltire il (sotto)bosco erano ben 196, e il prossimo obiettivo è portarle addirittura quota 40. Il piano è uno dei fiori all' occhiello del presidente Xi Jinping, che non sono cento come quelli della famosa campagna politica di Mao Zedong, ma profumano comunque di ambiziose riforme.
ZOMBIE CINA
Peccato che poi ci siano le contingenze (s)fortunate come questa, perché davvero diventa complicato tagliare quando i conti contano così tanto: «Difficile chiamarle zombie se sono così profittevoli », conferma al Financial Times l' analista Shuang Ding: «Gli incentivi per chiuderle ora saranno ancora più deboli ». Ma la difficoltà di decimare gli zombie starebbe anche nel manico della stessa riforma. Uno dei trucchi per asciugare il mare prevede che i pesci grandi mangino, forzatamente, quelli più piccoli.
XI JINPING
Le imprese di Stato, prevede il piano del governo, dovrebbero presto trasformarsi tutte in società per azioni, grazie all' arrivo dei fondi privati. Ma i privati, che poi sono i soliti amici degli amici di Palazzo, farebbero in pratica da foglie di fico, mentre l' albero continuerebbe ad avere le radici nel giardino del partito. «La Cina si sta sviluppando su una strada dove nessun altro paese si è finora avventurato », dice al South China Morning Post il professor Zhao della Renmin University.
industria cina
«Lasciare che il mercato raccolga le risorse mentre la "mano visibile" del controllo statale raccoglie i risultati migliori ». Il primo esperimento si vedrà con China Unicom, il più zoppicante dei giganti delle telecomunicazioni che qualche giorno fa ha riallocato il suo 35,2% tra una dozzina di investitori, che comprendono appunto le compagnia di bandiera Alibaba, Tencent e Baidu.
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Non che il vecchio modello non abbia dato i suoi frutti. Nella top 500 di Fortune delle compagnie più grandi per ricavi, dietro al numero uno Usa Walmart e subito davanti al gigante giapponese Toyota, figurano le tre grandi sorelle dell' energia cinese: State Grid, Sinopec e China National Petroleum. Ma questo è appunto il top della montagna: che nelle sue caverne è infestata di zombie.
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Ok, adesso avranno anche trovato di che sfamarsi: ma il 42 per cento di profitti in più è un bocconcino che arriva solo grazie alla fame dell' immobiliare (ormai a rischio bolla), oltre alla temporanea risalita dei prezzi delle materie prime e - vecchio vizio - l' iniezione di spesa per infrastrutture che Pechino prescrive per far risalire il Pil. Ma questa, appunto, è contingenza: e dopo? Riusciranno i nostri zombie a ritornare sottoterra senza causare un terremoto nel socialcapitalismo?