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Elvira Serra per il “Corriere della sera”
Ci sono tre nomi italiani nel «little black book», il piccolo libro nero rubato anni fa da un ex dipendente del finanziere americano Jeffrey Epstein e pubblicato nel 2015 dal sito di gossip Gawker. Sono quello dell' imprenditore Flavio Briatore, del magnate della ristorazione Giuseppe Cipriani e del fondatore e presidente di Investindustrial Andrea Bonomi. Figurano tra moltissimi altri, di cui il New York Magazine ha pubblicato un lungo elenco: tra loro il Principe Andrea, duca di York, Vittorio Assaf, patron di Serafina, garanzia del buon cibo a Manhattan, l'ex stratega della Casa Bianca Steve Bannon, l' ex primo ministro inglese Tony Blair.
«Conobbi Epstein trent' anni fa a Parigi, nello showroom di Alberto Pinto, il mio decoratore», racconta al Corriere Briatore, per telefono da Monaco. «Non l' ho mai frequentato, né mai ci siamo rivisti fuori di lì. Magari ci siamo anche scambiati i numeri, quella volta, e di sicuro era il mio vecchio. Mai stato a una festa con lui e anche quando ci siamo conosciuti da Pinto parlando di case, arredamento, sedie e divani, non c' erano minorenni, l' ambiente era molto gay-friendly...».
La presenza nella ricca rubrica di Epstein, morto il 10 agosto in carcere dopo l' incriminazione per traffico sessuale di minorenni, non indica al momento collegamenti con i fatti che gli erano contestati, ma dà piuttosto l' idea della variegata ramificazione dei suoi contatti, forse nemmeno tutti attivi.
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