PAOLA DE MICHELI GIUSEPPE CONTE
Lorenzo Salvia e Fabio Savelli per www.corriere.it
Per trovare una soluzione sul futuro di Autostrade per l’Italia s’innestano uno sull’altro una serie di scenari che presentano enormi interrogativi di fattibilità. Nelle ultime 24 ore è partito un gioco a scacchi tra le parti. Con il governo che ha fatto slittare il consiglio dei ministri, perché non escludeva una proposta migliorativa da parte di Atlantia che è arrivata ieri sera in tarda serata nel corso del vertice a Palazzo Chigi presentata dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
giuseppe conte paola de micheli luca zaia
I vertici della capogruppo, controllata dalla famiglia Benetton, hanno avuto contatti febbrili nelle ultime ore col titolare del Tesoro e avrebbero dato la disponibilità allo scorporo di Autostrade rispetto alla holding e la successiva quotazione in Borsa. La risultante del processo sarebbe una società con un azionariato diffuso alto, fino al 50%, in cui potrebbero entrare nuovi soci, con un’operazione di mercato, abbassando ulteriormente il peso della famiglia Benetton che non dovrebbe superare il 10%, la soglia sotto la quale non c’è la facoltà di esprimere un membro in consiglio
AUTOSTRADE PER L ITALIA
Ieri nel corso della giornata ci sono state diverse interlocuzioni ai massimi livelli per vagliare le eventuali disponibilità. Sarebbero state sondate diverse istituzioni finanziarie, da Unipol a Generali e ad alcune casse previdenziali. L’ulteriore diluizione era sembrata irricevibile a Ponzano Veneto che non riteneva accettabile una discesa al di sotto del 37%. Una linea non soddisfacente per il governo perché configurava una minoranza di blocco sulle strategie decise dai possibili nuovi azionisti di controllo.
La quotazione di Autostrade per l’Italia significa un ritorno alle origini, perché la concessionaria era quotata fino al 2003 quando fu delistata a seguito di un’offerta pubblica di acquisto da parte di Schema34, la scatola di cui Edizione, la holding dei Benetton deteneva il 60% e di cui facevano parte anche Generali ed Unicredito. Con l’ipo si otterebbe un effetto diluitivo di Atlantia.
luciano benetton
Qualcuno sostiene che servano almeno 7 miliardi per portarla al 10% anche con fondi da reperire sul mercato, a conti fatti l’indennizzo per estinzione anticipata della concessione normata dal Milleproroghe a copertura degli investimenti sulla rete non ammortizzati, non sufficiente a coprire il costo del debito. Così potrebbe trovarsi un punto di caduta per scongiurare il commissariamento della società attuabile con un decreto legge adducendo la sicurezza degli utenti e delle infrastrutture. Una soluzione politicamente percorribile seppur con i rischi della conversione in Parlamento. Una soluzione giuridicamente impervia, tacciata di profili di incostituzionalità. Il governo potrebbe addurre il rilascio del nuovo ponte di Genova come motivo di urgenza. L’inaugurazione sarebbe prevista ai primi di agosto.
C’è un unico precedente ed è quello dell’Ilva che fu sottratta ai Riva per motivi di urgenza dettati dalle inchieste della magistratura che ipotizzavano reati di natura ambientale.. Ciò comporterebbe la decadenza del cda. Verrebbe garantita la continuità aziendale, non ci sarebbe il nodo del subentro dell’Anas. Fonti legali vicine all’azienda rilevano che una scelta del genere «potrebbe favorire il gruppo nel supportare i contenziosi nei confronti dello Stato». Creando «un inevitabile conflitto di interessi ancor più palese nella rappresentanza della società davanti ai tribunali». Con il corollario che ogni atto amministrativo potrebbe venire impugnato bloccando l’operativitàdel primo gestore del Paese.
ATLANTIA INVESTITORI
2 - AUTOSTRADE, SI VA VERSO L’INTESA: I BENETTON FUORI DAL CAPITALE
Lorenzo Salvia e Fabio Savelli per www.corriere.it
Un vertice politico che salta, una riunione ristretta che si aggiunge, con il premier Roberto Gualtieri e Paolo De Micheli, una seduta fiume che va avanti per tutta la notte e quattro nuove proposte di Autostrade contenute in altrettante lettere che portano a colmare la distanza tra le parti. Ha portato più di una sorpresa il ventunesimo Consiglio dei ministri in notturna del governo Conte 2. Al di là delle tensioni e dei soliti sospetti incrociati, c’è una novità importante che, a due anni dal crollo del ponte Morandi, finisce per segnare una svolta.
PAOLA DE MICHELI ROBERTO GUALTIERI
Dopo una giornata di continui contatti con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, la società, rilevano fonti governative, avrebbe accettato tutte le richieste del governo sventando quindi la revoca della concessione. C’è un’ulteriore riduzione dei pedaggi, un aumento dei risarcimenti, sembra sia passata anche la manleva per le eventuali responsabilità del ministero dei Trasporti per i mancati controlli sul ponte Morandi. Capitoli sui quali nel corso della notte è andato avanti un negoziato serrato e anche duro. Ma la vera sostanza politica della proposta è una ulteriore riduzione del peso della famiglia Benetton nella proprietà. In che modo?
CDP – CASSA DEPOSITI E PRESTITI
Lo strumento tecnico sarebbe non solo l’ingresso di Cassa depositi e prestiti e di altri soci in Atlantia, la holding che controlla Autostrade. Ma lo scorporo di Autostrade rispetto alla holding, e la successiva quotazione in Borsa della stessa società che porterebbe alla definitiva uscita dal capitale dei Benetton. S’immagina un azionariato diffuso consistente, l’ipotesi è portarlo fino al 50%, che potrebbe far entrare nuovi soci. Si tratta di un’operazione che avrebbe il vantaggio di garantire la continuità aziendale evitando i rischi di un passaggio temporaneo della concessione ad Anas.
ATLANTIA
È chiaro però, come ha ammesso lo stesso Gualtieri, che si tratta di un percorso che non si potrebbe chiudere nel giro di poche settimane. Servirebbero almeno sei mesi, forse un anno. È proprio questo il punto che non convince il Movimento 5 Stelle e che lasciava perplesso il presidente del consiglio Giuseppe Conte. Ma gli interrogativi sembrano essersi dissipati nel corso della notte. Tra un mese è prevista l’inaugurazione del nuovo ponte di Genova e il premier si presenterà a quell’appuntamento avendo portato a casa un percorso di uscita dal capitale dei Benetton da qui ad un anno tramite un’operazione di mercato.