Andrea D’Amico per “la Stampa”
INSIGNE HIGUAIN
Furono uno sguardo, complice, e un sorriso. Fu una frase secca, «ti aspettavo», a scatenare un idillio. Eppure, fu un' estate rovente, sotto il sole di Dimaro, perché «quel» Napoli, consegnato all'emergente Sarri, non induceva all' estasi ma era un tormento.
«Bentornato Pipita, ci divertiremo». E così è stato, almeno sino ad ora: perché il calcio di Maurizio Sarri all' improvviso è diventato a dimensione di Higuain, dieci reti tra campionato ed Europa League come mai prima d' ora e la legittimazione ad entrare, però in punta di piedi, al tavolo dei grandi. «Se continuiamo così...».
IL TRIDENTE LO ESALTA
HIGUAIN
Le favole, in genere, hanno un lieto fine, però quando il Napoli di Sarri s' è intrufolato in questo sogno che si vive ma non si nomina («Chi parla di scudetto bestemmia») El Pipita era un uomo terribilmente solo, soffocato dalla delusione d' un rigore sbagliato il 31 maggio contro la Lazio (a 14 minuti dalla fine), costato i preliminari di Champions League e un' aggressione all' uscita dallo stadio, per fortuna sua e di Andujar senza conseguenze.
HIGUAIN TRA LE GNOCCHE
Era immalinconito dalla sconfitta nella finale di Coppa America (con altro rigore tirato nel nulla), smarrito in quel Napoli sempre tecnicamente borghese e però affidato a un «mago» della provincia che a Empoli giocava con il «rombo», ma capace di cambiare schema in fretta (4-3-3) per attaccare a testa alta con un tridente che con quel centravanti s' esalta.
«Per me può diventare il più forte al mondo e rimanere tale per cinque anni - prevede Sarri -. E se procede come in queste prime giornate, fra tre mesi già ci siamo». Higuain è il calcio moderno e anche un po' antico, il centravanti modello (che piaceva tanto ad Allegri), il totem d'uno stadio che lo acclama a qualsiasi battito di ciglia.
sarri 4
Come mercoledì sera: il Palermo, quinto bersaglio consecutivo, ha cominciato ad abbatterlo lui con un destro fulminante, mentre domenica scorsa contro il Chievo aveva risolto da solo con una girata al volo di sinistro. Ha piedi buoni, insomma. E la testa è quella di chi sa di potersi tuffare nella storia.
IN DUE STAGIONI 63 GOL
«Se ne abbiamo voglia, siamo in grado fare grandi cose». Sarri è l' artigiano (in teoria) assunto al ruolo di cattedratico, perché il Napoli 2.0 è uno spettacolo da vedere ed Higuain ne è la sintesi perfetta. È arrivato a 199 reti da professionista (con River Plate e Real Madrid prima di sbarcare in Italia), a Napoli è già a 63 (in due stagioni e questo spicciolo di campionato e d' Europa League): forse ha ragione Reina, quando svela il segreto d' una fusione così magica tra Sarri, Higuain e una squadra che vola: «L' allenatore è stato bravo, perché è entrato non solo nella nostra testa, ma anche nel cuore». E quel romanticone del Pipita ricambia a modo suo.
BORUSSIA NAPOLI REINA