Da SPY
ettore andenna
Bravo Paolo Bonolis, ma “Ciao Darwin” l'ho inventato io 41 anni fa ad “Antenna 3 Lombardia”.
Il programma di Bonolis non è che l'evoluzione della mia “Bustarella” che, nel 1983, faceva due milioni di telespettatori solo in Lombardia. L'impostazione è la stessa: i giochi, le sfide, le belle donne. Miss Bustarella è diventata Madre Natura.
Non per niente il primo regista di Ciao Darwin, Beppe Recchia, è stato anche lo storico regista de "La Bustarella". Ma loro, secondo me, l'hanno fatta fuori dal vaso. Noi facevamo prevenzione sui giochi, si stava molto attenti. Lì forse si sono fatti prendere la mano e qualcuno si è fatto male».
karina cascella vs laura cremaschi a ciao darwin 4
Non ha peli sulla lingua Ettore Andenna, uno dei padri delle televisioni private in Italia e conduttore di programmi di successo in Rai (come “Giochi senza frontiere”), nel commentare in esclusiva con il settimanale Spy uno dei programmi più seguiti e discussi della Televisione, “Ciao Darwin”, soprattutto dopo l'infortunio accaduto a uno dei concorrenti di questa edizione.
taylor mega a ciao darwin 2
La sua “La Bustarella” è stato uno dei programmi più visti in Lombardia tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta ed è stato il palcoscenico da cui sono partire tante future star della televisione generalista. «Solo due persone hanno sempre avuto il coraggio di riconoscere di aver debuttato con me - dice Ettore Andenna a Spy -, Carmen Russo e Gianfranco Funari, a cui feci fare “A bocca aperta”.
SELVAGGIA ISABELLA FERRARI
gianni boncompagni isabella ferrari
Perché gli altri lo rinnegano? Perché trovano sminuente essere partiti da “La Bustarella”. Preferiscono dire di aver debuttato in Rai o a Mediaset. Provi a chiedere a Isabella Ferrari de "La Bustarella". Lei dirà che è nata con Boncompagni in Rai, quando in realtà faceva “Miss Piacenza" da noi».
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Oggi Ettore Andenna è fuori dal grande giro televisivo (conduce un programma mattutino su Milano Pavia Tv) anche se i suoi programmi sono stati spesso imitati. «Quando ero direttore generale di Telemontecarlo, nel 1980, faci fare un gioco che si chiamava "Gli affari sono affari" dove, al posto delle buste, c'erano proprio dei pacchi. Quando poi nel 2002 mi son visto spuntare fuori “Affari tuoi”, che era un format olandese, non nego di essermi un pochino incazzato. Ho sempre anticipato i tempi, ma adesso vorrei che i tempi mi raggiungessero, una volta tanto. Qualche idea divertente ce l'avrei ancora, ma me la porterò nella tomba».
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