Ilaria Maria Sala per “La Stampa”
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La Cina s’incammina verso la fine della segregazione interna: il sistema - detestato - dell’«hukou», ovvero del «permesso di residenza» che classifica le persone come «urbane» o «rurali», introdotto da Mao Zedong, sta per essere abolito. Questo, per lo meno, è lo scopo dichiarato tanto dal Presidente, Xi Jinping, quanto dal primo ministro, Li Keqiang, e annunciato in un comunicato ufficiale.
Fino a oggi i nati in città hanno potuto contare sulla comodità di un «hukou» urbano, trasmissibile ai figli, e che consente una certa libertà di movimento e residenza in altre zone urbane. Per i «rurali», invece, ottenere il permesso di residenza in città è sempre stata una vera e propria avventura, che spesso ha trasformato in «clandestini» nel proprio Paese coloro che abbandonavano la campagna.
LI KEQIANG
Il problema si è andato acuendo negli ultimi vent’anni, man mano che zone classificate come rurali si inurbavano, senza però consentire alle persone che vi erano nate di muoversi per recarsi in altre città.
Una «popolazione fluttuante», quantificata in più di cento milioni di persone, che vive in città senza permesso di residenza, impossibilitata a ricevere assistenza sanitaria, diritto alla scuola per i figli, ricongiungimento familiare con coniugi o genitori.
contadini cinesi
Ora la riforma proposta vuole che la Cina aumenti ulteriormente il suo già rapido processo di urbanizzazione, arrivando di qui al 2020 a un 60% di popolazione urbana - contro l’attuale 54% ufficiale, cifra controversa, che esperti di statistica reputano essere eccessiva. Controversie a parte, il nuovo sistema prevede di classificare tutti gli abitanti come «residenti». Per ottenere il permesso di vivere in città, dunque, i «rurali» non avranno più bisogno di rinunciare ai diritti sulle loro terre agricole e potranno accedere all’istruzione pubblica per i figli anche fuori dal luogo di provenienza.
Una vera rivoluzione, di immensa portata, che ha come obiettivo principale quello di stimolare i consumi interni e rilanciare il mercato immobiliare. L’arrivo in città, finalmente legale, dei «rurali» potrebbe consentire lo smaltimento di alcuni dei milioni di appartamenti in eccesso, costruiti per aumentare il Pil.
SHANGHAI
L’accesso alle città resterà comunque «strettamente controllato» e gli spostamenti saranno incoraggiati solo verso centri di medie dimensioni: un permesso di residenza a Shanghai o Pechino, insomma, resteranno difficili da ottenere.