
FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO"…
Foto di Andrea Arriga per Dagospia
Marco Giusti per Dagospia
"Faccio la mela?" Gli chiede l'amante Ines per tirarlo su la sera che lo vede distrutto. Fare la mela vuol dire che Ines, tutta nuda, si mette un vestito da mela e il suo uomo, Nikita, cioe' Giancarlo Giannini, quello da verme. E poi, si presume, il verme entrerà nella mela. Come da copione.
Ingolfato di primi e primissimi piani, con occhi strabuzzanti e gocce di sudore incontenibili del suo protagonista, ideatore e produttore, "Ti ho cercata in tutti i necrologi", opera seconda di Giancarlo Giannini (fece 26 anni il non eccelso "Terno Secco"), e' tutto quello che un attore sogna di fare, ma non dovrebbe proprio fare, una volta regista. Cioe' un film sulle sue tante espressioni e sulla sua straordinaria voglia di farci vedere le sue incredibili capacita'. "Lui e' bravo", diceva una dei quattro spettatori che nella sala 10 dell'Adriano, quella tipo ripostiglio per le scope, cercavano di evitare gli schizzi di sudore artistico che Giannini faceva esplodere dallo schermo, "ma il film nun se po' vede'".
Come in uno dei tanti capolavori di Renzo Martinelli, il torvo F. Murray Abrahams, che poi coi Coen e' bravissimo..., invita Nikita, cioe' Giannini, depresso guidatore di carro funebre in un Canada ancor più' triste di lui, a una partita di poker. Perde 35 000 dollari e, non potendo pagare, si ritrova intrappolato nel vecchio giochetto della "Pericolosa partita" di Schoedesack. Lui fara' la preda, in fuga con cinque minuti di anticipo, e loro faranno i cacciatori. Armati di fuciloni. Per venti minuti. Poi, vivo o morto, avra' regolato il debito.
Malgrado i 70 anni e l'eccesso di sudorazione, non solo Nikita riesce a rimanere in vita, ma giocherà altre pericolose partite coi cacciatori riuscendo a batterli e a guadagnare denaro. A un certo punto, pero', appare nella sua vita una strana femmina, certa Elaine, interpretata da Silvia De Santis, che non solo abbiamo visto come cacciatrice, ma che fa perdere la testa a Nikita in un gioco di sesso e morte che lo stesso becchino sembra accettare con piacere. La vecchia amante, Ines, lo molla con l'abito da mela, e lui rimane solo a affrontare più la sua follia e la sua depressione che le pallottole dei cacciatori.
Ambizioso, retorico, a parte il titolo vagamente jettatorio, il film di Giannini sembra una vecchia opera prima di attore anni '60 che alla fine offre nel delirio stracultistico del suo protagonista la sua unica forma di piacere per il povero spettatore finito in sala 10 dell'Adriano. Si'. Era più facile trovarlo nei necrologi che in sala.
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