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IL CINEMA DEI GIUSTI – MORTACCI! QUESTO “LOVE” O “KJAERLIGHT”, SECONDO PARTE DI UN PROGETTO DI TRILOGIA CHIAMATO “SEX, DREAMS, LOVE”, È UNA BELLA COMMEDIA SENTIMENTALE – È LA STORIA DI UN MASCHIO GAY CHE, IN SEGUITO A UN’OPERAZIONE ALLA PROSTATA, PERDE LA FUNZIONE ERETTILE E IL PIACERE DELLA PENETRAZIONE ANALE (AHI!) – AMBIENTATA IN UNA BELLISSIMA OSLO, SI SVOLGE IN GRAN PARTE IN UN REPARTO DI UROLOGIA. TUTTO RUOTA ATTORNO A UNA DOTTORESSA… – VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Mortacci! “Love” (“Kjaerlight”), il film pasquale distribuito da I Wonder diretto da Dag Johan Haugered aveva molto rallegrato il pubblico dei critici lo scorso settembre a Venezia, già molto provato da tutta una serie di mattonate precedenti, con una bella storia di cancro alla prostata e cosa toglie l’operazione tra erezione e piacere al maschio che la subisce. Soprattutto al maschio gay che perde, oltre alla funzione erettile, il piacere della penetrazione anale.
Ahi! Magari molti di voi a sentir questo preferirebbero qualsiasi altro tipo di film, ma devo dire che questo “Love” o “Kjaerlight”, secondo parte di un progetto di trilogia chiamato “Sex, Dreams, Love”, che è terminato con “Sex”, bellissima commedia lesbo vista a Berlino e nelle scorse sale qualche mese fa, è in realtà una bella commedia sentimentale.
Ambientata in una bellissima Oslo in pieno agosto (portano il golfino), si svolge in gran parte in un reparto di urologia, e mi era parsa a Venezia una commedia piuttosto brillante, intelligente e molto ben recitata. Tutto ruota attorno a una dottoressa del reparto di urologia, la Marianna di Andrea Braein Hovig, e al suo amico infermiere baffuto e bonazzo Tor di Tayo Cittadella Jacobsen. I due si scontrano all’inizio perché Marianna non spiega ai pazienti quali possano essere gli effetti di un’operazione alla prostata.
E già il pubblico dei critici non giovanissimi impallidiva in sala. Poi, sul traghetto dove i cittadini di Oslo fanno di tutto, i due iniziano a volersi bene e a aprirsi. Se Marianna ha una possibile mezza storia con un geologo divorziato con due figlie bionde ma è pronta a scoparsi qualche maschio sui siti di incontri, Tor vive di scopate occasionali con altri maschi sul traghetto, ma si lega a un certo Bjorn, che si deve operare di tumore alla prostata proprio nel suo reparto.
Su tutto questo pesano i dialoghi sui progetti culturali per le celebrazioni di non so quali centenari di Oslo e le letture originali sulle origini della città. Non credo abbia grandi chances di incasso a Pasqua e dintorni, ma vi giuro che il film non è affatto male. E dopo “Dying for Sex” siamo pronti a tutto. In sala da oggi.
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