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“Voi avete una narrazione che, in realtà, offende tutta la Democrazia Cristiana e l’attuale presidente della Repubblica che è stato commissario provinciale della Dc a Palermo e leader indiscusso della Dc siciliana”. Durissimo j’accuse di Paolo Cirino Pomicino in diretta a Andrea Purgatori, conduttore di ‘Atlantide’ per la puntata dedicata alla strage di Capaci e sulla trattativa Stato-Mafia. “Una trasmissione ingiuriosa e calunniatrice della storia della Dc”, aveva detto l’ex ministro democristiano, di rito andreottiano, che ha voluto replicare punto per punto a quelle che lui definisce ‘falsità e omissioni’.
“Se il maxiprocesso si è concluso, è solo perché quando buona parte dei boss erano usciti dal carcere per decorrenza dei termini, il governo Andreotti il 14 settembre 1989, su proposta del Guardasigilli Vassalli, fece un decreto legge che raddoppiava i termini della misura cautelare. Grazie a quella misura le forze dell’ordine provvidero a recuperare e riportare dietro le sbarre tutti i mafiosi che erano stati scarcerati”. Pomicino ricorda che quel provvedimento fu avversato dal Pci e in particolare da Luciano Violante il quale sostenne che c’erano "altre misure che potevano essere prese per controllare i boss usciti dal carcere”.
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E ancora: “Il dottor Di Matteo ha detto che dopo la strage di Capaci il decreto legge del governo Andreotti che istituiva il 41bis trovava una difficoltà in Aula Parlamentare. Lei sa chi faceva difficoltà? Il Partito comunista”. Alta tensione con Purgatori: “Lei non mi deve interrompere, altrimenti io parlo fino a tardi. Sono ospite della rete"...”Io non sono sintetico! Mi tolga la parola se vuole".
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Nando Dalla Chiesa aveva ricordato poco prima in un altro servizio che prima di andare a Palermo il padre, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa scrisse a Spadolini rivelandogli di aver paura della “famiglia politica più inquinata del luogo", Pomicino rammenta che la Dc ha espresso grandi uomini in Sicilia come Lillo Mannino (assolto 19 volte) e l’attuale presidente della Repubblica. Alle accuse di infangare anche il capo dello Stato, Purgatori ribatte a muso duro: “Questa non gliela lascio passare. Abbiamo parlato con estrema attenzione di Mattarella e di tutte le vittime di mafia. Adesso devo toglierle la parola”.
Pomicino definitivo: “Lei deve chiedere scusa alla Democrazia cristiana. Sa cosa mi insegnavano i miei genitori quando ero ragazzino? Che si può sbagliare. Però quando uno sbaglia chiede scusa. E se non chiede scusa è solo un mascalzone”. Purgatori si morde la la lingua: “Va bene, mi tengo il mascalzone…”
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