1 - POMICINO "CONTRIBUTO DAI PIÙ RICCHI O IL DEBITO CI STROZZERÀ"
Emanuele Lauria per “la Repubblica”
«Non è una verità rivelata sul Monte Sinai. Però prima di accantonarla, per favore, chi può mi convinca con un' alternativa...». Nella ridda di proposte per affrontare la crisi economica causata dalla pandemia, una arriva direttamente dalla Prima Repubblica.
PAOLO CIRINO POMICINO
Porta la firma dell'ex ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino, personaggi fra i più noti della vecchia Dc, che nel periodo di quarantena nella sua abitazione romana affrontata con l' ironia del suo alter ego Geronimo («Sa, ho avuto qualche guaio fisico che mi ha ringiovanito ma sono pur sempre un soggetto immunodepresso...»), ha messo su carta l'idea di un patto fra lo Stato e i più ricchi: un contributo da parte di cittadini abbienti e società in cambio di una "pace fiscale", cioè senza accertamenti, lunga quattro anni. Unica condizione: in ciascun anno reddito e fatturato dei contribuenti che accoglieranno l' invito devono aumentare almeno dell' 1,5%.
conte salvini
Anche Salvini parla di pace fiscale: convergenze oltre le idee e le stagioni politiche...
«Non conosco la sua proposta. Di certo sbaglia chi pensa che io lanci un condono: questo non lo è. È un concordato preventivo da scrivere per il bene del nostro Paese e senza un aumento dell' indebitamento che lo schiaccerebbe definitivamente».
Pensa a una tassa obbligatoria?
«No. Lo Stato dovrebbe chiedere a tutti i contribuenti, in modo volontario, un versamento a fondo perduto da 30 mila euro a 10 milioni secondo una scala definita sulla base del reddito o del fatturato, da versare in due annualità».
conte gualtieri
Lei si appella a quel 20 per cento di italiani che controllano il 72 per cento della ricchezza del Paese.
«A chi dobbiamo chiedere aiuto? Ai pensionati già colpiti per un sesto del loro reddito negli anni precedenti o alla ricchezza nazionale che possiede un patrimonio di oltre 4200 miliardi di euro? E aggiungo: è possibile che i più fortunati di questo Paese vogliano sentirsi meno generosi di medici e infermieri?».
Quanto frutterebbe allo Stato questa operazione?
«Un gettito aggiuntivo di almeno 120 miliardi di euro. Se poi l' invito fosse accolto anche dai fondi pensioni e casse previdenziali potremmo recuperare altri 50 miliardi vendendo immobili pubblici a reddito».
Ma ne è certo, Pomicino?
giuseppe conte roberto gualtieri mes
«Guardi, è una stima prudente fatta sulla base dei comportamenti dei contribuenti degli ultimi anni: sono pronto a discuterne la credibilità con chicchessia».
Ne ha parlato con tecnici, politici, esponenti del governo?
«Mi sono confrontato, certo, ma non mi faccia fare nomi. Insomma, la soluzione non può essere la patrimoniale, che darebbe un input recessivo all' economia».
Ci vorrà coraggio da parte del governo.
«Il coraggio fa parte della politica: chi non ce l' ha meglio che faccia altro».
Già immaginiamo i 5S , figli di una politica anti-casta, alle prese con un' idea di Paolo Cirino Pomicino...
GOLDMAN SACHS
«Guardi: alla Dc si potevano dire tante cose, ma non che non abbia difeso il valore etico del profitto. Assieme, però, a quello della solidarietà».
2 - L'ALLARME DI GOLDMAN E CONFINDUSTRIA. SECONDO LA BANCA D'AFFARI USA, IN ITALIA IL DEBITO POTREBBE SALIRE AL 160% DEL PIL PER IL CENTRO STUDI DEGLI INDUSTRIALI ANDIAMO INCONTRO A UNA PROFONDA RECESSIONE
Camilla Conti per “la Verità”
A preparare il bagno di realtà sull' impatto economico del coronavirus ci hanno pensato ieri Goldman Sachs e il Centro studi di Confindustria. Secondo un report della banca d' affari americana «è probabile che il deficit pubblico raggiunga il 10% del Pil sia in Italia che in Spagna, il 7% in Francia, e violi chiaramente la regola tedesca del freno all' indebitamento. In questo modo il debito salirebbe al 160% del Pil in Italia, e circa al 120% del Pil in Spagna e Francia».
DEBITO PUBBLICO ITALIA
Suscitando «timori per la sostenibilità fiscale nell' Europa meridionale». All' allarme rosso lanciato dagli analisti di Goldman si è aggiunto anche il verdetto impietoso degli esperti del Centro studi di Confindustria: nel 2020 il Pil subirà un crollo del 6% portando l' Italia in profonda recessione. Un' ipotesi, peraltro, legata al superamento, nel mese di maggio, della fase acuta dell' emergenza sanitaria. Per il Csc nel caso in cui «la situazione sanitaria non evolvesse positivamente, le previsioni economiche andrebbero riviste al ribasso».
Ecco perché occorre tutelare il tessuto produttivo e «agire subito, senza tentennamenti o resistenze: altri Paesi si stanno già muovendo in questa direzione», è l' appello rivolto al governo e al mondo politico dal Centro studi degli industriali. Non appena possibile, viene poi aggiunto, occorrerà mobilitare risorse rilevanti per «un piano di ripresa economica e sociale». In entrambi le fasi «un' azione comune o almeno coordinata a livello europeo sarebbe ottimale».
DEBITO PUBBLICO
Ogni settimana in più di blocco normativo delle attività produttive, aggiungono gli economisti del Centro Studi, potrebbe costare una percentuale ulteriore di Pil dell' ordine di almeno lo 0,75%, pari a circa 13,5 miliardi. Un disastro, insomma.
Nel frattempo, in una surreale assemblea degli azionisti quasi deserta per rispettare le distanze di sicurezza, ieri Bankitalia ha approvato il suo bilancio 2019 che è stato chiuso con un balzo dell' utile netto nel 2019 a 8,2 miliardi contro i 6,2 miliardi del 2018 grazie alla crescita degli acquisti previsti nell' ambito delle operazioni di Qe programmate con la Bce. L' istituto di via Nazionale ha girato allo Stato 8,9 miliardi fra utile residuo per lo Stato (7,8 miliardi) e imposte di competenza (oltre un miliardo).
Cifre che aumentano a 21 miliardi di utili e a 6 miliardi imposte di competenza se si considerano gli ultimi cinque anni. Nella sua relazione annuale il governatore Ignazio Visco ha spiegato che ai soci verrà distribuito un dividendo di 340 milioni, invariato rispetto allo scorso anno. Ricordando che la redditività futura» della Banca d' Italia «dipenderà dall' andamento dei mercati finanziari, dalla rischiosità delle attività nonché dalle misure di politica monetaria che verranno adottate in seno al Consiglio direttivo della Bce.
ASSEMBLEA CONFINDUSTRIA
Il futuro prossimo sarà fortemente condizionato dal modo in cui l' Italia e l'Europa sapranno affrontare l' emergenza, prima di tutto sul piano sanitario, poi su quello economico-finanziario» ha aggiunto il governatore. E a proposito di dividendi, ieri anche il cda di Intesa Sanpaolo ha deciso di allinearsi alla raccomandazione della Bce e ha sospeso la proposta di distribuzione cash agli azionisti di circa 3,4 miliardi. Sospesa la cedola anche dal Banco Bpm e da Ubi.