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    I GUAI DEL MANCHESTER CITY NON FINISCONO MAI. 8 SQUADRE INGLESI SI RIVOLGONO AL TAS: NON AMMETTETE LA SQUADRA DI GUARDIOLA ALLA PROSSIMA CHAMPIONS - SQUALIFICATI PER DUE ANNI DALLE COPPE, I CITIZENS HANNO PRESENTATO RICORSO AL TRIBUNALE ARBITRALE DI LOSANNA. TUTTO E’ SLITTATO A CAUSA DEL CORONAVIRUS - IL CITY E’ ACCUSATO DI GONFIARE LE ENTRATE NEL BILANCIO GRAZIE AD ALCUNE SPONSORIZZAZIONI  FITTIZIE...


     
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    Salvatore Riggio per corriere.it

     

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    I guai del Manchester City non finiscono mai. Escluso dall’Uefa dalle coppe europee delle prossime due stagioni (con tanto di multa da 30 milioni di euro), adesso si muovono otto dei dieci club più titolati della Premier (nella lista non ci sono lo Sheffield United e ovviamente i Citizens).

     

    Le società in questione hanno scritto al Tas, il Tribunale arbitrale di Losanna, per chiedere ai giudici di non ammettere la squadra allenata da Pep Guardiola alla prossima edizione della Champions. Questo è quanto rivela il Daily Mail. L’appello degli otto club arriva dopo lo slittamento dell’esame del ricorso del Manchester City da parte del Tas a causa dell’emergenza coronavirus.

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    Da ricordare che tutto è iniziato nel novembre 2018, quando il giornale tedesco Der Spiegel, attraverso la sua inchiesta Football Leaks, aveva rivelato l’esistenza di alcune e-mail che accusavano il Manchester City di gonfiare le entrate nel suo bilancio grazie ad alcune sponsorizzazioni ritenute fittizie. Sotto la lente di ingrandimento della Uefa erano finiti gli anni dal 2012 al 2016. I documenti pubblicati dal Der Spiegel accusavano i Citizens di aver avuto dei profitti fittizi nella sponsorizzazione di Etihad. La compagnia aerea, controllata dalla stessa proprietà del City, è lo sponsor della maglia del club e dà il nome dello stadio. Nella stagione 2015-2016, il valore della sponsorizzazione ammontava a 67,5 milioni di sterline all’anno.

    PEP GUARDIOLA PEP GUARDIOLA

     

    Le email trapelate in Football Leaks rivelavano che solo otto di quei milioni provenivano direttamente da Etihad e che il resto sarebbe stato finanziato dallo sceicco Mansour. Dalla pubblicazione dei documenti trapelati nel 2018, il club inglese ha naturalmente negato ogni tipo di accusa. Anzi, il club ha accusato il De Spiegel di pubblicare materiale rubato, hackerato o ottenuto illegalmente, oltre a farlo senza contestualizzare. Il giornale tedesco ha sempre cercato di proteggere la sua fonte senza rivelare la sua identità. Non solo. Pochi giorni dopo che le informazioni sono venute alla luce, la fonte è stata scoperta. È stato il giornalista portoghese Rui Pinto, accusato nel suo paese di 147 reati, tra cui crimini informatici. Queste accuse si riferiscono a casi con club portoghesi o altre istituzioni. Nessun precedente è da legare al City. Si arriva al maggio 2019, quando l’Uefa ha comunicato di aver riscontrato irregolarità nelle informazioni analizzate. Il Manchester City è tornato all’attacco, affermando che stavano «ignorando molte prove inconfutabili» a loro favore. La sanzione non è mai arrivata per tutto il 2019. Questo aveva fatto ipotizzare a un’assoluzione. Ma il 14 febbraio è arrivata l’esclusione da Nyon.

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