Beatrice Montini per www.corriere.it
Decine di mucche ammassate. Che non vedono mai il sole, non calpestano mai l’erba dei pascoli. E poi mucche ferite, accasciate a terra. Sono le immagini mostrate da Ciwf Italia Onlus in una video-inchiesta che si è svolta nell’estate 2017 in Italia, in nove allevamenti della Pianura Padana che forniscono il latte per la produzione di Grana Padano e Parmigiano Reggiano.
LE MUCCHE MALTRATTATE NELL INCHIESTA DI CIWF ITALIA SU PARMIGIANO REGGIANO E GRANA PADANO
«Abbiamo trovato vacche magrissime, alcune scheletriche, sovrasfruttate - denuncia Ciwf - Alcune vacche presentavano lesioni ed escoriazioni, dovute a strutture inadeguate: box troppo piccoli, passaggi troppo stretti, che non consentono alle vacche di passare comodamente, oltre a spigoli vivi e basamenti scivolosi causa di ferite e zoppie. Alcune erano malate e avrebbero dovuto ricevere cure appropriate». Ma non solo. «Dall’investigazione è emerso - denuncia ancora l’organizzazione - che le vacche da latte degli allevamenti da cui proviene il latte di Grana Padano e Parmigiano Reggiano vengono nutrite anche con soia Ogm».
LA CAMPAGNA
Lo scopo della campagna - lanciata in Europa al motto #notinmypasta - è quello spingere i du Consorzi a imporre standard minimi di benessere per almeno mezzo milione di mucche allevate per fornire il latte dei due formaggi: «Il benessere animale, la qualità della vita delle vacche, non è tenuto in alcun conto da chi produce il Parmigiano - sottolinea Ciwf -Siamo certi che i consumatori non la pensino ugualmente. Le vacche meritano una vita degna di essere vissuta e il benessere animale è parte imprescindibile della qualità dei prodotti ».
LE MUCCHE MALTRATTATE NELL INCHIESTA DI CIWF ITALIA SU PARMIGIANO REGGIANO E GRANA PADANO
LA RISPOSTA
Da parte sua il Consorzio Parmigiano Reggiano non smentisce quanto denunciato ma precisa che nel disciplinare che devono seguire gli allevatori che forniscono il latte per la produzione del formaggio dop «non si parla di benessere animale perché tale variabile non rientra nei compiti attribuiti al disciplinare di produzione».
«È un aspetto che non incide, se non marginalmente, sulle qualità organolettiche del prodotto Parmigiano Reggiano - sottolineano in una nota - Nonostante ciò il Consorzio è particolarmente sensibile al tema della qualità della vita delle bovine e si sta impegnando in un progetto di certificazione e trasparenza del benessere animale per implementare un sistema di certificazione».
LE MUCCHE MALTRATTATE NELL INCHIESTA DI CIWF ITALIA SU PARMIGIANO REGGIANO E GRANA PADANO
Riguardo invece all’alimentazione delle mucche il Consorzio spiega: «Il Disciplinare prescrive l’uso prevalente di foraggi locali. In particolare, la norma prevede che almeno il 50% dei foraggi utilizzati dalla mandria devono essere prodotti dalla stessa azienda produttrice di latte, e almeno il 75% deve essere di provenienza dalla zona d’origine. Di fatto, la realtà produttiva è costituita per la stragrande maggioranza da aziende famigliari molto radicate nel territorio, così che la quasi totalità dei foraggi ha provenienza dall’azienda agricola e dalla zona d’origine».
Più netta la posizione del Consorzio Grana Padano che respinge al mittente le accuse: «Parte proprio dalla stalla il percorso per la produzione di Grana Padano e solo un latte di qualità, che si ottiene esclusivamente da vacche sane e ben tenute, consente di ottenere un prodotto di qualità - si dice in una nota - Le circa 4.500 stalle che conferiscono latte ai caseifici produttori di Grana Padano, questo lo sanno, e il Consorzio di Tutela pone grande attenzione a questo fattore di sensibilità e rispetto, chiedendo con decisione ai caseifici consorziati di raccomandare alle stalle conferenti, comportamenti rispettosi del benessere animale e procedure di produzione virtuose. Pertanto respingiamo le accuse di chi vorrebbe far passare il messaggio secondo cui il Consorzio Grana Padano non avrebbe a cuore il benessere animale delle vacche che producono il latte per il formaggio».
GRANA PADANO
IL PRODOTTO
Il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano sono venduti in Italia e all’estero (circa il 40% della produzione viene esportata) come grandi eccellenze del «Made in Italy». Si tratta di un giro di affari di circa 5 miliardi di euro che coinvolge poco meno del 40% della produzione di latte nel nostro Paese e più di mezzo milione di vacche.