Gianluigi Colin per il “Corriere della Sera”
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La fotografia italiana perde uno dei suoi più grandi autori. Bob Krieger, tra i più affermati ritrattisti di respiro internazionale è morto, improvvisamente all' età di 84 anni mentre si trovava in vacanza a Santo Domingo, ospite di amici. A dare la notizia della scomparsa è stata Maria Grazia Vernuccio, amica e curatrice della sua ultima grande mostra e che lo aveva sentito telefonicamente alla vigilia della partenza in aereo per rientrare a Milano, dove viveva. Krieger era stato «costretto» a prolungare di due mesi il soggiorno a Santo Domingo a causa delle restrizioni per la pandemia da coronavirus.
John Elkann ph Bob Krieger
La figura appassionata e instancabile di Bob Krieger è legata in modo particolare alla storia della moda italiana, a una personalissima e riconoscibile idea di ritratto, ma soprattutto incarna l' idea di rinascita di un' Italia capace di esprimere, quella feconda stagione di successi dell' Italian Style nel mondo, che va dagli anni Sessanta sino agli anni Novanta.
Roberto D' Agostino ph Bob Krieger
In fondo, Krieger ha raccontato attraverso il suo sguardo rigoroso e non incline a compiacimenti estetici, il grande boom del Made in Italy, e i suoi protagonisti.
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Indimenticabili le sue foto in bianco e nero di personaggi che fanno parte della storia del nostro Paese: da Giorgio Armani a Indro Montanelli, da Bill Gates a Silvio Berlusconi, da Carla Fracci a Valentino, Carlo Azeglio Ciampi, Charlotte Rampling, da Miuccia Prada a Gianni Agnelli, di cui è stato il ritrattista ufficiale negli ultimi anni della sua vita. Il suo sguardo oltre a raccontare la poliedricità dei protagonisti della cultura, dello spettacolo, dell' economia, italiana, tracciandone una rigorosa idea di rappresentazione, ha letteralmente conquistato anche il difficile e complesso sistema dell' immagine americana: sue alcune copertine iconiche di «Time», a partire da quella storica di Giorgio Armani che lo incoronò definitivamente come il re della moda mondiale. Ed è stata proprio la moda a segnare in modo assoluto la sua avventura professionale.
jovanotti. ph Bob Krieger
Krieger ha lavorato per tutti gli stilisti più importanti di quel periodo in cui la moda stava esplorando nuovi territori espressivi intorno ai modelli di rappresentazione. Con Armani ha avuto un rapporto strettissimo ma ha lavorato intensamente anche con Valentino, Versace, Krizia, Gianfranco Ferrè, Mila Schon, Moschino, Emilio Pucci.
fiorello ph Bob Krieger
Intensa la sua attività editoriale: per circa otto anni è stato corrispondente del «New York Times Magazine», ha collaborato poi con «Vogue», «Esquire» e «Harper' s Bazaar», ma la sua avventura nel cuore dell' immagine lo ha portato anche ad assumere, dal 1970 al 1975, anche il ruolo di art director di «Bazaar Italia».
Krieger era un uomo schivo, cordialissimo, a suo modo discreto, ma amava con simpatia raccontare della sua vita che appariva come un romanzo.
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Era un intellettuale dell' immagine e questa sua visione, in qualche modo «aristocratica», veniva dalla storia familiare abituata a superare confini di ogni tipo, territoriali e linguistici: nato ad Alessandria d' Egitto nel 1936, è come se avesse ereditato il rigore del suo carattere dal padre prussiano. Ma per fortuna aveva compensato la vena artistica dalla madre, appartenente alla famiglia di pittori, librettisti, attori, artisti. Per «la Lettura» aveva realizzato una copertina che si presentava come la sintesi potente di tutta la sua esistenza: il dettaglio di un occhio, metafora di tutta la sua vita dedicata a vedere, amare e scrivere con la luce.
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Krizia ph Bob Krieger bob krieger 5 Giovanni Malago ph Bob Krieger
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