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    CODICE ANTIVIRUS – LE 21 REGOLE DEI MEDICI PER I CALCIATORI DI SERIE A. NON BERE DALLA STESSA BORRACCIA, EVITARE DI CONSUMARE CIBO NEGLI SPOGLIATOI - VIETATO ANCHE FIRMARE AUTOGRAFI - IL NAPOLI HA SUGGERITO DI EVITARE LE VISITE DEI PARENTI LONTANI E PIÙ IN GENERALE TUTTI HANNO CALDAMENTE INVITATO I CALCIATORI A GIRARE ALLA LARGA DA LOCALI E SOPRATTUTTO DISCOTECHE. IL TORINO HA SOSPESO LE CENE SOCIALI CON I CLUB. E IL BOLOGNA…


     
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    Emanuele Gamba per “la Repubblica”

     

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    Il calcio al tempo del coronavirus potrebbe anche somigliare al calcio nel tempo futuro, con i giocatori come ologrammi, visibili ma intangibili, sollevati dalla responsabilità di selfie e autografi e interviste e contatti con un mondo fuori dal loro. Tutto quello che oggi è sacrosanta prevenzione e doverosa prudenza potrebbe, un domani, dettare una linea.

     

    Un po' lo è già stato, ben prima di qualunque contagio: durante il Mondiale russo, Hazard era presente in maglietta e calzoncini negli studi della tv belga a Bruxelles. Cioè, sembrava Hazard, ma in realtà era il suo ologramma. L' originale era appena uscito dal campo a Kazan.

     

    I club di A hanno ricevuto un decalogo con le indicazioni per affrontare nella quotidianità l' emergenza. In Francia la Lfp, che gestisce Ligue1 e Ligue2 (solo una partita si giocherà a porte chiuse, Chambly-Le Mans), ha varato un nuovo protocollo pre-partita, vietando le strette di mano tra giocatori e arbitri («Dopo l' allineamento iniziale, i calciatori si disperderanno sul terreno») così come quelle tra allenatori e addetti di ogni genere a fine gara.

     

    I bambini che abitualmente accompagnano l' ingresso in campo delle squadre, che da noi non saranno più ammessi, non verranno tenuti per mano, ma per le spalle. Non esistono direttive sui festeggiamenti dei gol e nemmeno sulle marcature a uomo, però un difensore distratto potrà pur sempre giustificarsi: stavo a un metro dall' attaccante perché me l' ha chiesto il governo.

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    Le 21 regole dettate dalla Fmsi, la federazione dei medici sportivi italiani presieduta da Maurizio Casasco, sono per lo più elementari indicazioni di igiene, tipo non condividere le borracce, ora personalizzate: ognuno beve dalla sua, che riporta nome e numero di maglia.

     

    Al Parma hanno sostituito il classico cestone di frutta, da cui i giocatori pescano a fine allenamento, con dei piattini individuali. Il Palermo ha vietato i viaggi al Nord dei suoi tesserati, il Napoli ha suggerito di evitare le visite dei parenti lontani e più in generale tutti hanno caldamente invitato i calciatori a girare alla larga da locali e soprattutto discoteche, chi più drasticamente chi, come la Juve, «nei limiti del buon senso».

     

     Il Torino ha sospeso le cene sociali con i club (generalmente, vi partecipavano un paio di giocatori), anche se fino all' altro ieri aveva ancora tenuto aperto il Filadelfia (all' allenamento 300 tifosi), mentre le poche società non blindate a prescindere, tipo Atalanta e Sassuolo, li hanno chiusi già da settimane. Il Bologna ha suggerito ai suoi giocatori di non abbassare il finestrino dell' auto se, all' uscita del centro di Casteldebole, ci sono dei tifosi a chiedere un autografo o una foto: l' invito è che facciano capire che è meglio di no, ma d' altronde la medesima indicazione è arrivata, con una direttiva ufficiale, ai cestisti dell' Nba, che non devono toccare oggetti (la biro, la maglietta o il pallone da firmare) porti dai fans.

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    Sarri mercoledì ha tenuto la conferenza stampa di vigilia della semifinale fantasma di Coppa Italia (ma Pioli no): un' eccezione, perché tutti le stanno cancellando. E se proprio bisogna usare il microfono, che sia uno solo, ben disinfettato, e che non passi da un giornalista all' altro. Ovunque è stata soppressa la zona mista, che è quel corridoio (o spesso un impraticabile budello) dove i giocatori si fermano a parlare con i giornalisti. Di misto non può esserci più nulla, e per il momento è giusto così.

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