1 – DONALD TORNA NELLA BUFERA USA, MA I DEM RINVIANO L’OFFENSIVA
Gaia Cesare per “il Giornale”
michael cohen al congresso 2
Il flop del summit con Kim Jong-un. E ora pure gli strascichi di quella che è già stata definita «la testimonianza più scottante contro un presidente in carica dai tempi del Watergate». Donald Trump torna a casa con un successo in meno (niente firma sulla dichiarazione congiunta per la denuclearizzazione della Corea del Nord che pensava di avere in tasca) e una grana in più, la testimonianza del suo ex avvocato Michael Cohen, che mercoledì lo ha definito un «razzista e truffatore» in diretta tv, durante l' udienza pubblica alla Camera che ieri è proseguita a porte chiuse davanti alle commissioni intelligence dei due rami del Congresso.
Michael Cohen e Trump
«La prima udienza non ufficiale del processo di impeachment», l' ha chiamata il commentatore della Nbc Chuck Todd. E in effetti il giorno dopo l' attacco-valanga sul presidente (secondo Cohen sapeva delle e-mail hackerate ai democratici, pagava assegni per comprare il silenzio della pornostar Stormy Daniels e di altre donne, mentiva sulle trattative per la costruzione di una Trump Tower a Mosca), ora tutti si fanno la stessa domanda: è arrivata l' ora per i democratici di avviare il procedimento di impeachmnent? Il j'accuse di Cohen può segnare l' inizio della fine politica di Trump? La base democratica e qualche megadonatore liberal vorrebbero di sì, ma fra l' establishment democratico la parola d' ordine è «cautela».
donald trump palpatore
«Non è interessante che nessuno dalla nostra parte abbia pronunciato la parola impeachment? si chiede il deputato dem Elijah Cummings, presidente della Commissione di Vigilanza. «Proprio nessuno», sottolinea.
E in effetti anche Nancy Pelosi, la Speaker finita ormai diverse volte ai ferri corti con il presidente negli ultimi mesi, prima nega di aver visto l' audizione di Cohen, poi aggiunge: «Mi preoccupo molto di più delle cattive politiche di Trump che della sua pessima personalità». Un modo per derubricare la testimonianza di Cohen al livello di sfogo personale sui punti deboli del presidente invece che elevarla a preludio di una possibile messa in stato d' accusa.
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«Non siamo ancora a questo punto», ammette anche Jamie Raskin, uno dei repubblicani che ha tartassato Cohen durante l' audizione, convinto che ci saranno ancora molte udienze e che «ci sono intere categorie di crimini che non sono state nemmeno menzionate» ma potrebbero portare agli affari all' estero del presidente. Il capogruppo democratico alla Camera Stent Hoyer è chiaro: «Dobbiamo aspettare il resoconto del procuratore Mueller e vedere cosa dice».
L APPLAUSO DI NANCY PELOSI A DONALD TRUMP
Un lavoro che potrebbe arrivare in qualsiasi momento e l' unico veramente significativo per arrivare al nodo della questione: «Il cuore dell' indagine è se Trump o i suoi stretti collaboratori durante la campagna presidenziale hanno lavorato con spie russe per svendere la nostra democrazia», spiega il dem Hakeem Jeffries.
Ma a offrire, come sempre, l' interpretazione più centrata e smaliziata sul caso Cohen è l' ex consigliere di Obama, David Axelrod, uno degli analisti più lucidi della politica made in Us, che non a caso definisce la testimonianza di Cohen più una «catarsi personale, il prodotto della sua frustrazione» che un atto «in grado di incidere sulle dinamiche politiche del Paese». «Le sue dichiarazioni sarebbero state più dannose se fossero state meno personali».
incontro tra donald trump e kim jong un ad hanoi, in vietnam 6
Mentre Trump accusa l' ex avvocato «di aver mentito al 95%, tranne quando ha detto di non avere prove della collusione tra me e la Russia», Axelrod è convinto che siano stati i repubblicani a segnare un punto dalla loro: «Sono riusciti a presentare la vicenda come un esercizio politico, cosa che spinge gli elettori a polarizzarsi e a correre ognuno verso il proprio angolo, rosso o blu. E Trump siede lì, strapopolare con la base».
2 – "AFFARI COI RUSSI E SESSO. E DEI NERI DICEVA: SONO TROPPO STUPIDI PER VOTARE ME"
Michael Cohen
Da “la Repubblica” - Traduzione di Fabio Galimberti
Un fiume in piena. Rivelazioni e toni duri. Michael Cohen, ex avvocato di Trump, si è presentato così al Congresso Usa. Con la sua memoria difensiva. E accennando, durante l' audizione, alle indagini penali in corso contro Trump. Ecco il documento da lui presentato.
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Ho conosciuto Donald Trump molto bene, avendo lavorato per lui più di 10 anni. Quando lo incontrai la prima volta era un imprenditore di successo e un' icona. Stargli vicino ti dava alla testa. Ti sembrava di essere parte di qualcosa di grande.
La presidenza Trump si è candidato alla presidenza per fare grande il suo marchio, non l' America. Non aveva nessuna intenzione di guidare la nazione, ma ampliare le sua ricchezze e il suo potere. Diceva che la campagna sarebbe stata il più grande spot pubblicitario nella storia della politica. Non si aspettava di vincere le primarie, figuriamoci le elezioni.
trump stormy daniels
Le email dei democratici Molti mi hanno chiesto se Trump seppe in anticipo della pubblicazione delle email rubate al Comitato democratico. La risposta è sì. Nel luglio 2016, a pochi giorni della convention democratica, ero nell' ufficio di Trump quando chiamò Stone e lui lo mise in vivavoce. Stone disse di avere appena parlato al telefono con Julian Assange e che nel giro di un paio di giorni ci sarebbe stata la pubblicazione di un gran numero di email, che avrebbero danneggiato la campagna di Hillary Clinton.
Il razzismo Trump è un razzista. Lo abbiamo visto corteggiare suprematisti bianchi e fanatici. In privato è ancora peggio. Una volta mi chiese se c' era un Paese guidato da un nero che non fosse un "cesso": alla guida degli Stati Uniti c' era Barack Obama. Mi disse che i neri non avrebbero mai votato per lui perché erano troppo stupidi.
Gli imbrogli
michael cohen
Trump è un imbroglione. Vi fornisco tre anni di suoi rendiconti finanziari, dal 2011 al 2013. Gonfiava il suo patrimonio complessivo quando serviva ai suoi scopi, per esempio per farsi inserire da Forbes nella classifica dei più ricchi, e lo sgonfiava per pagare meno tasse.
Una volta mi ordinò di trovare un finto acquirente che comprasse un suo ritratto messo all' asta in un evento degli Hamptons.
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L' obiettivo era fare in modo che venisse battuto per ultimo, strappando il prezzo più alto della giornata. Il finto acquirente lo comprò per 60mila dollari. Trump fece rimborsare il finto compratore dalla Trump Foundation, che teoricamente è un' associazione di beneficenza, pur tenendosi il quadro per sé.
Le truffe
Trump mi chiese di pagare una pornostar con cui aveva avuto una relazione. Vi fornisco copia del bonifico di 130 mila dollari da me effettuato all' avvocato della signora Clifford durante gli ultimi giorni della campagna presidenziale per mantenere il silenzio sulla relazione.
donald trump
Mi disse di usare miei fondi personali per evitare che i soldi fossero riconducibili a lui e potessero danneggiare la campagna elettorale. Feci anche questo senza chiedermi se fosse corretto. Sto per finire in prigione anche a causa del mio aiuto a tenere nascosto questo pagamento ai cittadini americani, pochi giorni prima del voto. Quando dico truffatore, parlo di un uomo chedice di essere brillante, ma mi fece minacciare il suo liceo e le università che ha frequentato per non pubblicare mai i suoi voti.
La Russia
ivanka e don jr
Mi si chiede se sono a conoscenza di prove dirette di collusione tra Trump o il suo staff e la Russia. No, ma ho sospetti. Lessi sui giorali di un incontro alla Trump Tower con i russi nel giugno del 2016, a cui parteciparono Don Jr. e altri. Ricordo un giorno di giugno che nella stanza di Trump entrò Don Jr, parlò voce bassa col padre e sentii solo: «L' incontro è fissato». Trump diceva spesso che suo figlio Don Jr. è uno sciocco. E Don Jr. non avrebbe mai organizzato nessun incontro rilevante senza aver chiesto al padre.
Le conclusioni Non sono un uomo perfetto. Ho fatto cose di cui non sono orgoglioso e dovrò convivere con le conseguenze delle mie azioni per il resto della vita. Forse non posso cambiare il passato, ma qui, oggi, posso rendere giustizia al popolo americano.
don jr michael cohen al congresso 5 la famiglia di donald jr e vanessa trump michael cohen al congresso 6