Maurizio Belpietro per ''La Verità''
ORBAN TRUMP
A Repubblica devono aver fatto un' enorme fatica l' altro giorno. C' erano da impaginare i soliti articoli contro Matteo Salvini, ma soprattutto bisognava pubblicare un editoriale per denunciare l' avanzata delle forze sovraniste e fasciste in Europa, vale a dire Viktor Orbán e i suoi fratelli.
Ezio Mauro aveva già sfornato la sua articolessa, carica di cattivi presagi. Bandiera nera su Palazzo Chigi, ma anche sull' Europa, di cui le forze di destra starebbero programmando il funerale.
Ovviamente c' era la giusta dose di critiche anche per Donald Trump, accusato di essere insieme con Vladimir Putin il partner occulto di questo nefasto disegno. Ma mentre le rotative si preparavano a sparare la sventagliata di contumelie contro il capo della Lega e i suoi alleati, ecco arrivare dall' America le ultime notizie sui risultati economici della politica di Trump. Una marcia trionfale di dati, tutti straordinariamente positivi. Un Pil in fase di decollo, con un tasso di crescita del 4,2 per cento: il secondo miglior trimestre degli ultimi quattro anni. Roba da far impallidire di rabbia Barack Obama.
belpietro
Un aumento dei profitti delle imprese del 16 per cento, regalo che fa contenta Wall Street e mette d' accordo gli investitori preoccupati più per i loro guadagni che per le donnine del presidente. Infine, l' accordo preliminare sulla riforma del Nafta che porta a 16 dollari il salario operaio per la componentistica delle auto: un successo anche per i colletti blu.
Insomma, Trump il puzzone, Trump il bugiardo, Trump il peggior presidente degli Stati Uniti, Trump il razzista che chiude le porte ai poveri migranti, sta facendo molto bene.
Per lo meno all' economia degli Stati Uniti.
A Federico Rampini, corrispondente del quotidiano debenedettiano, probabilmente si saranno raddrizzati i ricci quando gli è toccato riconoscere che per l' America è un' estate d' oro e indirettamente lo è anche per Trump. In barba a tutte le previsioni, e alle aspettative di una compagnia di radical chic che tifava per il disastro, «l' Apocalisse del protezionismo che secondo molti esperti avrebbe dovuto provocare una crisi mondiale» (parole di Rampini) «finora non c' è stata».
ORBAN TRUMP
Il giornalista di casa De Benedetti malvolentieri è costretto ad ammettere che «la durezza della tattica negoziale americana sta pagando: nel braccio di ferro in corso con diverse nazioni, sono queste ultime a dare segni di cedimento».
Un duro colpo per chi, come i colleghi di Repubblica, negli ultimi due anni, ha trascorso il proprio tempo a lanciare allarmi sui pericoli del protezionismo.
Una botta per chiunque abbia fatto del sovranismo e della difesa degli interessi nazionali il principale nemico. Proprio ieri, a proposito di Viktor Orbán, accolto in Italia come il nuovo Hitler (mentre per Erdogan che ha messo in galera migliaia di oppositori non s' è scomodato nessuno), segnalavano a parziale spiegazione del suo successo in patria proprio i risultati economici. Già, due dei principali nemici della sinistra sono proprio due degli uomini politici che meglio stanno facendo nell' interesse di chi li ha eletti.
FEDERICO RAMPINI
Certo, questo non si può dire del nuovo idolo di Repubblica e compagni, ossia Emmanuel Macron, il quale piace tanto non perché abbia migliorato le condizioni di vita degli operai e dei pensionati francesi, ma perché si oppone a Salvini.
L' economia francese peggiora, il consenso di monsieur le président si erode, ma siccome l' inquilino dell' Eliseo attacca il nuovo governo, a sinistra è popolarissimo e nonostante sia un finanziere di casa Rothschild è stato eletto amico del Popolo.
Tutto ciò ovviamente spiega, meglio di un articolo di Walter Veltroni e di una risposta di Eugenio Scalfari perché la sinistra sia morta. A forza di inseguire miti senza radici popolari e di applicare ricette che non tengono conto delle esigenze degli italiani, non poteva che finire con un funerale.
veltroni scalfari .
Se prima degli italiani (e degli americani e degli ungheresi) vengono tutti gli altri, compresi gli ultimi arrivati, è naturale che al momento del voto gli elettori scelgano qualcuno che si occupi di loro e non dell' immigrato.
Tornando a Repubblica e allo sforzo di non cedere ai successi di Trump, l' articolo di Rampini che descrive gli effetti della Trump economics è finito a pagina 24, mentre in prima, insieme all' editoriale di Mauro, è stato impaginato un commento dello scrittore spagnolo Javier Cercas che passa in rassegna tutte le bugie del presidente americano.
MACRON SMARTPHONE
Qualcuno in redazione deve però aver pensato che le randellate nei confronti del Puzzone col ciuffo arancio non fossero sufficienti e allora ecco il calcio negli stinchi: l' economia sovranizzata di The Donald ha fatto una vittima. È il Jack Daniel' s, che deve pagare il dazio della guerra commerciale. A Repubblica, insomma, non è rimasto che attaccarsi alla bottiglia di whisky per mandar giù l' amarezza. Cameriere, un altro bourbon.