DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
1. Riparte la corsa, disdette sotto il 10% «Priorità ai soggetti vulnerabili»
Lorenzo Salvia per il “Corriere della Sera”
Il segnale più netto arriva dal Friuli-Venezia Giulia. Le prenotazioni congelate dopo lo stop per AstraZeneca erano tremila. A ieri sera le disdette erano circa mille. Una su tre.
Non poche. Il presidente della Regione Massimo Fedriga è preoccupato: «Abbiamo l' arma. Se qualcuno non la vuole usare avremo di fronte un muro insormontabile». Nel resto d' Italia, però, l' effetto disdette sembra meno forte. Tra il 5 e il 10%. In Piemonte le rinunce viaggiano intorno al 10%. In Liguria sono al 2,7% anche se il calcolo viene fatto su tutte le prenotazioni di AstraZeneca e non solo su quelle sospese. Nel Lazio sono «molto basse», come in Emilia-Romagna e in Puglia.
Già prima dello stop, per AstraZeneca c' erano persone che non si presentavano all' appuntamento. Una quota variabile a seconda delle zone del Paese e anche dei giorni.
Ma che in media si aggirava intorno al 3%. Per capire se lo «stop and go» ha davvero minato la fiducia nel vaccino anglo-svedese bisognerà aspettare qualche giorno, quando la macchina riprenderà a girare a pieno ritmo. Ieri la vaccinazione è ripartita solo alle 15, mentre nel fine settimana i numeri sono sempre più bassi e quindi meno rappresentativi. Ma la preoccupazione c' è e per questo il governo ha deciso di dare un segnale. Oggi si vaccineranno con AstraZeneca il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e il commissario Francesco Paolo Figliuolo. Draghi ieri sera ha detto che si farà somministrare AstraZeneca e anche altre figure del governo annunceranno la loro disponibilità.
I VACCINI SARANNO FATTI ANCHE IN FARMACIA
Per recuperare terreno le Regioni confermano l' utilizzo di un moderato overbooking, chiameranno cioè un numero di persone leggermente più alto di quello dei posti disponibili, in modo da rimpiazzare al volo gli eventuali assenti.
A confermare poi il meccanismo dello scorrimento a fine lista in caso di rinuncia è il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli: «Se una persona viene chiamata per il vaccino di AstraZeneca e rifiuta di vaccinarsi, verrà successivamente nel tempo considerata per altre tipologie di vaccini». Successivamente, nel tempo.
Al momento l' ipotesi è una. Visto che Pfizer-BioNTech e Moderna sono riservati agli anziani, e al momento anche scarsi, l' alternativa è il vaccino Janssen, autorizzato la settimana scorsa, che arriverà in Italia a partire dalla terza settimana di aprile. E che, vista la sua facilità di impiego a partire dal fatto di non prevedere il richiamo, potrebbe essere utilizzato direttamente nelle farmacie, come il Lazio ha già deciso di fare.
Ma chi rinuncia oggi ad AstraZeneca - questo l' orientamento delle Regioni - non potrà essere in cima alla lista per lo Janssen. Una partita delicata, anche dal punto di vista giuridico. «Bisogna poter scegliere quale vaccino fare e sapere quanto tempo attendere», dice Salvatore Di Pardo, avvocato che si occupa di questi temi. Ma sembra difficile conciliare questa impostazione con la scarsità di vaccini a disposizione e la necessità di proteggere il maggior numero di persone nel minor tempo possibile. L' indicazione del governo, in questo momento, è quella di dare la priorità ai soggetti vulnerabili, come ha ricordato ieri alle Regioni Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali. È l' ennesimo stop alle singole categorie professionali sulle quali siamo andati in ordine sparso a seconda delle zone.
C' è una motivazione di equità, dietro il richiamo a dare la precedenza a chi rischia di più. Ma anche sanitaria visto che, con tutte le cautele che richiedono le previsioni in questo caso, come dice la virologa Ilaria Capua «se vacciniamo i fragili ne siamo fuori per l' estate». Resta un problema. In molti casi per queste categorie possiamo usare solo Pfizer-BioNTech e Moderna, che sulle consegne sono ancora indietro rispetto alle previsioni. Anche se per AstraZeneca, come ha ricordato ieri l' Agenzia per il farmaco, «i benefici superano ampiamente i rischi».
2. Italiani ora più cauti sui vaccini ma il 52% è pronto a farlo subito
Nando Pagnoncelli per il “Corriere della Sera”
La vicenda AstraZeneca ha avuto un impatto sull' opinione dei cittadini meno grave di quanto ci si sarebbe potuto aspettare. Le interviste del sondaggio odierno sono state condotte tra martedì e giovedì, quindi tengono conto del via libera dell' Ema all' utilizzo del vaccino anglosvedese. Le opinioni degli italiani riguardo alla decisione di sospendere cautelativamente la somministrazione di questo farmaco non sono univoche: il 39% l' ha considerata una misura necessaria e si è detto meno certo della sicurezza dei vaccini; il 38% l' ha reputata una misura corretta e ha aumentato la consapevolezza che la campagna sia costantemente monitorata, mentre il 13% l' ha giudicata eccessiva ritenendo che i problemi fossero limitati e non tali da mettere in discussione l' efficacia del vaccino.
centro vaccinazione coronavirus roma termini
L' allarmismo non sembra dunque aver fatto breccia: diminuisce di soli 5 punti rispetto alla scorsa settimana la quota di coloro che dichiarano di volersi vaccinare non appena possibile, attestandosi al 52%; le persone più caute, che preferiscono attendere per capire l' efficacia del farmaco o eventualmente poter scegliere quale vaccino utilizzare, passano dal 23% al 28% e coloro che dichiarano di non volersi far vaccinare salgono dal 9% all' 11%. Tra le tre opzioni, la propensione a farsi vaccinare il prima possibile prevale tra tutti i segmenti sociali, con una comprensibile maggiore accentuazione tra le persone meno giovani. Riguardo agli elettorati si registrano i picchi più elevati tra gli elettori del Pd e del centrosinistra (76%) rispetto quelli di FI (59%), 5 Stelle (52%), leghisti (49%) e di FdI (45%).
Nonostante le conseguenze della vicenda sugli atteggiamenti degli italiani siano relativamente limitate i giudizi sulla campagna vaccinale sono severi: il 53% (+7% rispetto a due settimane fa) esprime una valutazione negativa contro il 20% (-9%) che ne dà un giudizio positivo, mentre il 27% non ha un' opinione. I più critici sono gli elettori di FdI (66%) e Lega (63%).
Le responsabilità maggiori vengono attribuite alla scarsità di dosi ricevute dai produttori, a seguire all' incapacità dell' Unione Europea nel garantire il rifornimento, quindi al governo Conte, alle Regioni, alle le Asl, ai cittadini indisciplinati e infine al governo Draghi.
Le critiche sono incentrate prevalentemente sulla lentezza della campagna, mentre aumentano le preoccupazioni nelle ultime settimane. Infatti il Covid oggi è considerato una minaccia a livello personale dal 46%, per la propria comunità dal 61% e per l' Italia dal 78%, riportandoci ai valori dello scorso novembre, in piena seconda ondata.
L' obiettivo del piano messo a punto dal governo prevede che entro la fine di settembre venga vaccinato l' 80% della popolazione ma, al momento, poco più di un italiano su tre (36%) è persuaso di potersi vaccinare entro questo termine: il 22% ritiene che verrà vaccinato entro la fine di giugno, il 14% entro la fine dell' estate, il 28% entro fine anno, il 12% nel prossimo anno e uno su quattro non ne ha la minima idea.
Al momento la preoccupazione di essere scavalcati da persone che nella graduatoria risultano dietro nella priorità stabilite dall' autorità è piuttosto circoscritta (al 21%, mentre il 47% è fiducioso che le disposizioni verranno rispettate).
Insomma, gli italiani in larga parte sembrano aver reagito con buon senso alla vicenda AstraZeneca, durata solo lo spazio di pochi giorni. Nelle prossime settimane sarà importante mantenere gli obiettivi di somministrazioni quotidiane previste dalle autorità per evitare, si perdoni il calembour, di dover ricorrere a massicce iniezioni di fiducia oltre a quelle vaccinali
FRANCESCO paolo figliuolo francesco paolo figliuolo mattarella
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