Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera”
il luogo dell'attentato 1
«L'esplosione ha scosso la casa, per dieci lunghi minuti, poi sono seguite diverse raffiche di fucili». Il contadino Raúl López racconta così i momenti che hanno bruscamente posto fine alla luna di miele della Colombia con il suo nuovo presidente. È il primo attentato dell'era di Gustavo Petro, l'economista ex guerrigliero che ha promesso di portare la pace in uno dei Paesi più martoriati dell'America Latina, negoziando con chi ancora le armi non le ha deposte. I dissidenti delle Farc non sono però d'accordo.
un poliziotto rende omaggio ai colleghi uccisi
Sette poliziotti sono stati barbaramente uccisi in un'imboscata vicino al villaggio di San Luis, nel dipartimento di Huila. Erano di pattuglia su due furgonette, la morte li aspettava dietro a una curva a 90 gradi su una strada sterrata. Solo uno degli otto soldati a bordo si è salvato. Alcuni sarebbero stati colpiti alle spalle mentre tentavano di fuggire.
Tre di loro erano «ausiliari», giovani fra 18 e 20 anni.
gustavo petro durante un consiglio di sicurezza
«Non è un giorno felice quello che ci chiama qui», ha detto Petro, che si è recato subito sul posto. Il teatro del massacro, nella zona rurale di Neiva, circa 350 chilometri a sud di Bogotà, è stata la culla delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia, che nel 2016 hanno firmato gli accordi di pace con il governo dopo oltre un secolo di guerra civile. Da allora molti ex guerriglieri sono stati uccisi, altri sono entrati senza troppa fortuna in politica e poco più di un migliaio (il 15% delle Farc originarie) hanno rifiutato il disarmo. L'attacco di San Luis sarebbe stato compiuto dalla colonna di Dagoberto Ramos o da quella di Ismael Ruiz.
«Più si parla di pace, più dobbiamo alzare la guardia», ha concluso Petro, che appena insediato ha autorizzato i pre negoziati a Cuba con l'Esercito di liberazione nazionale, l'ultima guerriglia ancora ufficialmente in armi. Rodrigo Londoño alias Timochenko, l'ex storico comandante delle Farc, oggi a capo del partito Comunes, ha inviato una lettera aperta ai dissidenti affinché «accettino l'opportunità di dialogo» offerta da Petro.
policia
«Tutte le vite sono preziose e non vi è alcuna giustificazione per la persistenza della violenza», dice ora Timochenko, invitando a «realizzare serenamente le profonde trasformazioni che il Paese richiede e di affrontare le differenze politiche con mezzi democratici». Un sogno che Petro, membro in gioventù della guerriglia urbana M-19, ha in parte realizzato diventando il primo presidente di sinistra nella storia della Colombia.
il luogo dell'attentato
Resta la parte più dura. Convincere gli ex «compagni di lotta» a farla finita con la violenza. Secondo la Commissione per la verità, il conflitto ha causato 450.664 morti solo tra il 1985 e il 2018, l'80% civili. Oltre 8 milioni di persone sono state sfollate, 50.770 sequestrate. Il 45% degli omicidi è attribuito ai paramilitari, il 21% alle Farc, il 12% ad agenti dello Stato.