Giuseppe Scarpa per "il Messaggero"
ATTENTATO SINAGOGA ROMA del 1982 in cui rimase uccise Stefano Gaj Tache 9
Abou Zayed, 63 anni, è il nome nuovo che compare negli atti dell'inchiesta sull'attentato del 9 ottobre del 1982 alla Sinagoga di Roma. Avrebbe fatto parte del commando di 5 persone che uccise il bimbo di 2 anni, Stefano Gaj Taché, colpito a morte da una scheggia di una bomba a mano. L'informazione, adesso al vaglio degli inquirenti italiani, arriva dai colleghi francesi. La magistratura parigina ha ottenuto dalla Norvegia, dove viveva, l'estradizione di Zayed a dicembre del 2020. L'uomo sarebbe stato coinvolto in un attacco compiuto nella Capitale francese.
LA ROGATORIA Secondo gli investigatori d'Oltralpe il 63enne partecipò all'attacco, il 9 agosto del 1982, dove morirono 6 persone e 21 rimasero ferite. Il gruppo di fuoco lanciò una bomba all'interno del ristorante ebreo Jo Goldenberg per poi azionare le armi automatiche. Gli inquirenti francesi fondano la loro accusa sulla base delle affermazioni di un super testimone che, adesso si scopre, punta il dito contro Zayed anche per l'attacco compiuto a Roma.
ATTENTATO SINAGOGA
Una comunicazione che, i magistrati di Parigi, hanno fornito ai pm di piazzale Clodio un anno fa. Ma c'è di più. Infatti la procura parigina non esclude (ma è un'ipotesi da verificare) che il commando responsabile della strage al ristorante Jo Goldenberg fosse composto dagli stessi uomini che hanno colpito la sinagoga nella nostra Capitale. Troppe le similitudini. La più evidente, per gli investigatori francesi, è questa: vennero utilizzate le stesse armi e a Parigi e Roma, questo emerge da delle «perizie comparative». Per questo motivo, poco dopo l'estradizione di Zayed da Oslo, la procura di Parigi ha chiesto ai colleghi romani una rogatoria con l'obiettivo di acquisire tutti gli atti dell'indagine relativi all'attacco alla sinagoga. Nel frattempo la procura di Roma ha aperto un nuovo fascicolo d'inchiesta sull'attentato del 9 ottobre 1982. L'indagine è coordinata da un magistrato esperto, il pm Francesco Dall'Olio.
ATTENTATO SINAGOGA ROMA del 1982 in cui rimase uccise Stefano Gaj Tache 9
GLI INVESTIGATORI Il sostituto procuratore, che fa parte del gruppo antiterrorismo, ha delegato la Digos. L'obiettivo è duplice, da un lato analizzare i documenti emersi dai cassetti dell'Archivio di Stato, che raccontano di una serie di allarmi inascoltati dalle forze di polizia nei giorni precedenti all'attentato. Dall'altro, cercare di approfondire le parole dalla fidanzata dell'unico condannato per quella strage, uno studente palestinese allora poco più che ventenne, Osama Abdel Al Zomar. Adesso gli inquirenti romani dovranno verificare anche le informazioni che sono arrivate da Parigi sul presunto coinvolgimento di un'altra persona, Abou Zayed.
SINAGOGA Il 9 ottobre 1982, un commando di cinque terroristi palestinesi attaccò la sinagoga quando era piena di fedeli, uccidendo un bambino di due anni (Stefano Gaj Taché) e ferendo 37 persone. Per quell'assalto, la giustizia italiana ha condannato una sola persona, Osama Abdel Al Zomar, che però non ha passato un solo giorno in galera. L'uomo scappò in Libia poco dopo essere stato individuato e fece perdere da subito le sue tracce.
ATTENTATO SINAGOGA ROMA 1982
FRANCIA Era il 9 agosto 1982, ore 13.10 (quindi orario di punta), quando un commando irruppe nella sala da pranzo del Jo Goldenberg facendo esplodere granate e sparando diversi colpi con le mitragliatrici. Sei persone, tra cui due americani, furono uccise, mentre 21 furono i feriti. Il ristorante, che ha abbassato per sempre le serrande nel 2006, fu a lungo centro di attrazione turistica nel famoso quartiere ebraico del Marais. Sebbene l'Organizzazione Abu Nidal fosse stata a lungo nel mirino degli inquirenti, gli uomini sospettati di aver fatto parte del gruppo di fuoco furono identificati definitivamente solo 32 anni dopo gli attacchi, in base alle prove fornite da due ex membri di Abu Nidal (una costola scissionista di Fatah) a cui è stato concesso l'anonimato dai giudici francesi. Nel dicembre 2020 uno dei sospetti, Walid Abdulrahman Abou Zayed, è stato consegnato alla polizia francese (in un aeroporto norvegese) e portato in aereo a Parigi. «Non mi piace la Francia e non voglio andare in carcere» aveva dichiarato l'uomo nel corso di in un'udienza in un tribunale norvegese.
ATTENTATO SINAGOGA ROMA 6
Conosciuto con il nome Osman in Norvegia dove è stato naturalizzato nel 1997. Adesso toccherà agli investigatori italiani capire se il 63enne palestinese è stato effettivamente coinvolto nell'attentato alla sinagoga a Roma, che venne compiuto ad appena due mesi di distanza dall'attacco al ristorante in Francia.
sinagoga roma